La caricatura posta alla parete dietro il banco del Bar Moderno in stile liberty raffigurava il profilo di  Francesco Rolando, uno dei tanti gestori, forse quello con il maggior numero di passi percorsi su quella pedana, compresa fra il banco e gli scaffali portabottiglie, abbelliti da prestigiosi specchi, ormai irrealizzabili

Francesco è stato uno dei baristi più preparati di Alessandria, il mestiere lo ha imparato in parecchie città italiane, nonché straniere; ha lavorato in torrefazione, apprendendo i segreti dalla tostatura del buon chicco di caffè, poi il suo lavoro si è rilevato prezioso in prestigiosi locali, alcuni storici, altri famosi, della Capitale d’Italia frequentati dal fior fiore della Roma Bene.


E’ il 1950 quando sente la necessità di tornare a casa, nella sua natia terra: San Giuliano. Ecco lo svolgersi degli eventi.

I fratelli Amabile e Guido Amelotti, falegnami, chissà in virtù di quali eventi hanno deciso di diventare baristi del resto, il decorso della vita riserva molte sorprese. Questi sono stati i titolari del Bar Moderno, uno dei più suggestivi locali pubblici nel centro dell’area alessandrina.

Egli, non esita! S’impegna ad assumere la gestione del locale con il suo modo incantevole di approntare la tazzina di caffè, divenendo per parecchi anni il luogo in cui dove si degusta il miglior espresso; offre agli avventori assetati le delizie dell’ormai scomparso Frappè Monterosa … non solo questo…, si ricordano i dissetanti aperitivi accompagnati da appetitosi stuzzichini usciti dalla sua fantasia.

Lascia, dopo un’esistenza in mezzo al banco, lascia al nipote Giuseppe Ricci i segreti dei prelibati miscugli colti, in un tempo successivo Ugo Pareglio.

L’obelisco della piazzetta della Lega, se ripercorre il tempo a ritroso, ha notevoli ricordi: il locale confina con il cinema Moderno, voluto dai fratelli Passaggio, gestori della sala, con esso è legata dagli avvenimenti della cronaca dei buontemponi.

Il Bar Moderno, quando l’Orso Grigio è in serie A è il locale degli sportivi. Qui, alla domenica pomeriggio, si ammassano i tifosi per conoscere i risultati del campionato di calcio, oppure ascoltano in compagnia l’andamento delle partite attraverso la radiocronaca, con il decorrere degli anni sostituita con l’avvento della televisore: non è raro osservare molta gente con il naso all’insù, concentrate a seguire le variazioni del cartellone dei risultati prodotti sui vari campi di calcio, commentando con poca signorilità, il comportamento dell’arbitro o degli imbranati giocatori, un’abitudine mai smessa anche se le fortune della Prima Squadra sono venute meno.

Oggi, a distanza di tanto tempo, si rimpiange quell’epoca trascorsa tanto velocemente.   

Franco Montaldo