Sono state avviate ufficialmente questo pomeriggio le attività di scavo archeologico, di studio delle rovine e le operazioni che riporteranno alla luce le parti ancora nascoste di Borgo Castello ad Andora.
Si tratta di operazioni affidate dal Comune all’Università di Genova, sotto la direzione dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, che rientrano nell’ambito del progetto di recupero e rigenerazione urbana “Remember the past to build the future”, finanziato con 20 milioni di euro nell’ambito del PNRR.
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza prevede infatti il finanziamento di 21 progetti pilota (uno per Regione e Provincia Autonoma) per la rigenerazione culturale, sociale ed economica dei borghi caratterizzati da un indice di spopolamento progressivo e rilevante.
Nel 2026, termine ultimo per terminare i lavori, Borgo Castello offrirà esperienze uniche in Liguria, diventando un ulteriore polo attrattivo sia dal punto turistico che culturale.
“Il progetto – spiega il presidente e assessore alla Cultura della Regione Liguria, che ha simbolicamente avviato gli scavi – sta sostanzialmente rispettando il cronoprogramma previsto: il lavoro di pulizia dalle piante infestanti, presenti da decenni, ha portato alla luce un complesso di ruderi di grande bellezza che permettono di comprendere quale fosse l’ampiezza e la struttura di questo antico, affascinante borgo: da ora, queste aree verranno studiate e, in un secondo momento, rigenerate”.
“L’obiettivo – aggiunge il presidente – è quello di far rinascere, ripopolare e rivitalizzare il borgo attraverso la rigenerazione dei ruderi esistenti e il recupero del patrimonio archeologico, botanico, delle tradizioni liguri, degli antichi mestieri, anche grazie all’utilizzo della realtà virtuale aumentata che, unica in Italia, sarà in forma itinerante. Qui non si sta realizzando un semplice recupero dei luoghi, si sta dando nuova vita a un luogo storico che diventerà residenziale, ma anche sede di attività e realtà economiche. Nel 2026 Borgo Castello non sarà una scatola vuota, ma un luogo capace di offrire posti di lavoro nei settori della cultura, dell’agricoltura, del turismo e delle nuove tecnologie”.
“Il futuro di Borgo Castello ha davvero le radici nel suo passato. Sarà rigenerato partendo dai ruderi riemersi- spiega il sindaco di Andora – Sarà attuato un recupero adeguato alla loro storia, sotto la competente direzione della Soprintendenza e con la collaborazione dell’Università di Genova al fine di salvaguardare le parti superstiti e raggiungere gli obiettivi del progetto.
Grazie agli scavi sono già emerse piccole porzioni di pavimenti e stratificazioni di varie epoche che entusiasmano noi e gli archeologici che lavoreranno sugli scavi e ci danno l’idea del prezioso patrimonio custodito a Castello. La visita istituzionale di oggi conferma l’impegno verso un progetto al quale la Regione Liguria ha creduto fortemente e che ha avuto l’avallo del Ministero della Cultura. Siamo consci della straordinaria possibilità conquistata e confermiamo tutto il nostro impegno a lavorare in squadra con tutti gli attori che opereranno per restituire nel 2026 Borgo Castello agli andoresi e dare alla Liguria un polo di attrazione turistica unico con indubbie ricadute economiche e occupazionali”.
La realtà aumentata dinamica permetterà infatti ai visitatori di scegliere fra l’esperienza tangibile del borgo (culturale, agricola, storica) e quella “virtuale” in cui gli scenari reali si animeranno di figure e attività del passato semplicemente indossando un paio di visori anche mentre si passeggia per il borgo.
Quattro gli interventi chiave del Progetto per attuare gli obiettivi:
· Riqualificazione del “Paraxo”, il nucleo centrale del Castello;
· Creazione del Giardino botanico “Orto del Muto”, ricco di piante rare di origini antiche ed esotiche in parte provenienti dai Giardini Hanbury, all’interno del quale si godranno esperienze interattive;
· Rigenerazione urbana: prevede la ricostruzione di una buona parte dei ruderi ed edifici presenti all’interno dell’area che avranno destinazione ad uso residenziale, ricettivo (locanda e albergo diffuso) ed artigianale (case bottega per giovani artigiani) e la creazione di un vero tour immersivo in 3D dinamico che consentirà al visitatore di muoversi realmente in un’altra epoca della storia, vivendo direttamente una esperienza unica.
· Parco agricolo esperienziale, all’interno del quale verranno recuperate antiche attività della tradizione rurale e artigianale locale (molino, panetteria, frantoio, cantina, caseificio, laboratorio di cucina) anche tramite il recupero di antichi prodotti agricoli antichi. Si condurranno i visitatori a realizzare con le proprie mani il pane, l’olio, il formaggio.
· Parco archeologico e paesaggistico: conservazione e valorizzazione degli edifici e reperti archeologici non soggetti a rigenerazione posti ai margini della borgata e attraversati da sentieri.
La pulizia del borgo dai rovi ha portato alla luce diversi ruderi dell’antico insediamento di Borgo Castello. Le attività di scavo archeologico preventivo sono dirette da Marta Conventi dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio.
L’Università di Genova, su incarico del comune di Andora, sta conducendo una prima fase pilota, con l’attivazione di laboratori di archeologia preventiva in tre settori di indagine, con il coordinamento della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio. Le attività dell’Università sono coordinate da Fabrizio Benente (professore ordinario di Archeologia medievale) e da Silvia Pallecchi (professore associato di Metodologia della ricerca archeologica). Un terzo gruppo di lavoro, coordinato da Anna Boato, si sta occupando degli aspetti di archeologia dell’architettura, studiando tre edifici campione. Un quarto gruppo di lavoro, coordinato da Domenico Sguerso e Carlo Battini sta realizzando il rilievo topografico del colle Castello.
Particolarmente importante sarà individuare le modalità di rigenerazione più adatte ad ogni rudere ed edificio presente nell’area. Per questo il comune di Andora ha affidato al Dipartimento Architettura e design dell’Università di Genova l’esecuzione di una ricerca sui metodi e le buone pratiche di ricostruzione di edifici allo stato di rudere, sotto la responsabilità scientifica di Stefano Francesco Musso, direttore della Scuola di specializzazione in Beni architettonici e del paesaggio. Sarà realizzato in particolare, il rilievo dell’area e delle strutture esistenti, le analisi archeologiche di sottosuolo e degli elevati nonché la valutazione della stabilità delle strutture esistenti allo stato di rudere.
L’antico borgo collinare, dominata dalla splendida chiesa dei santi Giacomo e Filippo, con la torre campanaria e di difesa, e dal Paraxo, è di matrice medievale. Indagini archeologiche precedenti agli attuali interventi hanno stabilito la presenza di un insediamento risalente al I e II secolo d.C. Ulteriori scavi hanno evidenziato anche una fase di occupazione fra il IX e il XI secolo. I ruderi oggetto dell’intervento fanno parte di un villaggio che, intorno alla seconda metà del ‘600, poteva contare circa 200 unità abitative.