Trasferta meneghina per gli studenti delle classi 4^AC, 4^BC, 5^AC Servizi Commerciali e 5^AR Amministrazione, Finanza e Marketing dell’I.I.S. Marconi di Tortona, partiti alla scoperta di una Milano magnifica e non scontata.
Prima tappa del tour la Galleria d’Arte Moderna, senza dubbio la più ampia collezione di capolavori dei pittura e scultura dell’ ‘800 e del ‘900 tra le Civiche Raccolte d’Arte lombarde, allestita, fin dal 1921, negli ambienti di un altro gioiello d’arte e architettura, incastonato nel cuore della città, la Villa Reale. La GAM raccoglie, in un’ armoniosa fusione di stili, tre diverse importanti collezioni: quella dello scultore Pompeo Marchesi, quella di Giuseppe Vismara e quella, acquisita per donazione dopo la sua morte, dell’imprenditore Carlo Grassi, oltre ad altri importanti lasciti aggiuntisi nel corso degli anni.
Questo scrigno prezioso, progettato e realizzato da Giuseppe Piermarini e dall’austriaco Leopold Pollack per il conte Lodovico Barbiano di Belgioioso, è una sintesi di raffinatezza e di eleganza sobria e discreta ed il suo sfarzo non interferisce, ma anzi esalta, le inestimabili opere di artisti italiani e stranieri, che hanno segnato in modo indelebile l’arte di due secoli: Antonio Canova, Francesco Hayez, Giovanni Segantini, Medardo Rosso, Gaetano Previati, e, non certo ultimo, Giuseppe Pellizza da Volpedo, il cui monumentale “Quarto Stato” è l’iconica apoteosi di una evoluzione irreversibile verso la modernità, non solo pittorica, ma anche storica e sociale. Oltre a questi artisti, solo per citarne alcuni, la Villa custodisce opere di inestimabile valore di Paul Cézanne, Giovanni Fattori, Édouard Manet, Vincent Van Gogh, Paul Gauguin e poi ancora Picasso, Boccioni, Modigliani…Una Bellezza che lascia senza fiato anche il visitatore meno avvezzo alle frequentazioni d’arte.
Con la mente piena di emozioni estetiche e di rimandi storici, gli studenti, divisi in gruppi, hanno poi visitato un altro luogo d’eccellenza della capitale lombarda, dedicato a coloro che la bellezza non possono goderla banalmente con gli occhi, ma devono imparare a percepirla in un modo che è “altro”, attraverso un percorso non facile e, talvolta, doloroso, che non preclude però la capacità di vivere sensazioni intense e non certo meno vibranti. All’Istituto Nazionale dei Ciechi, lo Spazio ed il Buio dialogano serenamente e in piena complicità, ed i visitatori, inizialmente titubanti, intraprendono un’esperienza “sconvolgente” e via via straordinaria, in cui gli altri quattro sensi, svincolati dalle “certezze” assicurate dalla luce, sopperiscono ad essa, combinandosi e rivelando alle persone sensazioni che l’oscurità “sembra” nascondere, ma che in realtà esalta. La Grande Bellezza, artistica o interiore che sia, in qualunque forma o luogo si trovi, tangibile o metaforica, può essere “vista” e “vissuta” in modi diversi, con intensità differenti, come un dono da estrarre dal pacco. Sempre rinnovato. Mai uguale.
Beatrice POGGIO – 5^AR – Amministrazione Finanza & Marketing