Se è vivo deve ringraziare la prontezza di un Carabiniere della compagnia di Tortona che si trovava per caso all’interno del locale proprio nel momento in cui si è verificato l’episodio e soprattutto la prontezza e la capacità del militare nel salvarlo, perché in caso contrario oggi avremmo scritto un articolo simile a quello che è accaduto nelle feste natalizie in provincia di Pavia, dove un uomo è morto soffocato per un boccone di prosciutto davanti agli occhi del padre che non sapeva cosa fare.

Non sappiamo se il boccone che poco dopo le 13 di oggi, lunedì 2 gennaio, fosse anche questo di prosciutto, ma sappiamo che un uomo di 56 anni, residente in provincia di Pavia che stava consumando il pasto presso un noto bar-ristorante alla periferia di Tortona lungo la strada provinciale per Viguzzolo, all’improvviso è diventato cianotico.


Secondo la prima sommaria ricostruzione un boccone gli era andato di traverso: si era conficcato nell’esofago bloccando la respirazione. Qualche avventore forse si era accorto che qualcosa non stava andando per il verso giusto ma non sapeva cosa fare: l’ambulanza, infatti, non sarebbe mai arrivata in tempo per salvarlo. E’ stato a quel punto che un appuntato dei Carabinieri di Tortona – di cui non sono state rese note le generalità – ha capito che l’uomo entro brevissimo tempo, forse una manciata di secondi, sarebbe morto soffocato.

Il militare è prontamente intervenuto, ha preso l’uomo alle spalle e come si fa in questi casi, con la classica manovra di Heimlich (o spinta addominale – nella foto) è riuscito a farlo tossire e far espellere il boccone.

Scritto così sembra facile, ma non è vero, perché questa manovra, che prende il nome dal suo inventore, il chirurgo toracico Henry Heimlich, consiste nel comprimere il diaframma di persone coscienti, spingendolo verso l’alto, in modo da causare un colpo di tosse (determinato artificialmente dal violento aumento della pressione intratoracica) e la conseguente espulsione del corpo estraneo.

Questo si ottiene solo alternando 5 colpi alla schiena tra le scapole impressi con il palmo della mano, precisamente con la parte che si trova alla base del pollice, per cui bisogna conoscerla bene e l’appuntato dei Carabinieri che è intervenuto evidentemente la sapeva praticare e grazie a questo ha salvato una vita umana.

Sappiamo che i Carabinieri sono schivi e non amano dare enfasi a questi episodi perché salvare vite umane rientra nella loro missione e nella loro filosofia di vita, tuttavia ci piacerebbe davvero – una volta tanto – pubblicare generalità e immagine del militare al quale il 56 enne deve la vita e che per puro caso si trovava all’interno del locale proprio nel momento in cui si è verificato l’episodio. Qualche minuto prima o dopo e l’uomo sarebbe morto soffocato.

Questo a rimarcare il fatto che forse a nostra vita è appesa a un filo e che il confine tra la vita e la morte e davvero labile e vivere o morire, a volte, dipende solo dal caso.

Angelo Bottiroli