La sera del 15 dicembre, in un luogo “sacro” della cultura europea come la Scuola Normale Superiore di Pisa, gli studenti del Marconi hanno provato il brivido di cimentarsi, insieme ai coetanei del Liceo Amaldi di Novi Ligure, in una sessione di lettura pubblica de I ventitré giorni della città di Alba, raccolta di racconti dello scrittore partigiano Beppe Fenoglio.
L’esperienza, resa ancora più coinvolgente dall’austerità e dall’aura storica della Sala degli Stemmi, ha preso avvio con l’incipit dell’opera, letto dal Dirigente Scolastico dell’Istituto Marconi, prof. Guido Rosso, alla presenza degli studenti e dei docenti che hanno contribuito alla realizzazione del progetto, ma anche dei pisani e dei turisti di passaggio che, affascinati dalla fama della Scuola, da Fenoglio, o dall’iniziativa stessa, si sono recati alla Normale per assistere alla serata di lettura.
Per gli studenti del Marconi non è stata solamente un’occasione eccezionale per mettersi alla prova e tessere legami con i coetanei del Liceo Amaldi, ma anche, e soprattutto, per respirare il clima di un’Università, e non certo di un ateneo qualunque! La dott.ssa Elisa Guidi ha dato vita alla mattinata del 15 dicembre spiegandoci l’organizzazione della SNS, illustrandone la storia, la connessione con la città e il territorio, il prestigio della Scuola e quanto essa offra agli studenti. Lo status di alunno della Normale conferisce infatti il diritto alla partecipazione a seminari e convegni internazionali, alla realizzazione ed alla collaborazione a progetti collettivi di esperti, all’accesso illimitato alla più grande Biblioteca a scaffale aperto d’Italia ed alle storiche aule della Scuola, oltre che a vitto e alloggio, completamente gratuiti così come i testi universitari.
Il fascino della Normale non è però legato alle opportunità che essa offre, quanto, piuttosto, alla filosofia che sottintende l’apprendimento: “l’alunno è il centro della Scuola, è la voce di bilancio che pesa di più”, ha affermato la dott.ssa Guidi. Non a caso gli alunni ammessi annualmente sono solo trenta per la classe di Lettere e Filosofia ed altrettanti per quella di Scienze; ad ognuno di essi viene garantito il meglio, perché ognuno di loro dovrà rendere al meglio. La Normale è una scuola di eccellenza e di eccellenze, dove la prima è costruita sulle seconde: gli alunni propongono i programmi di studio e collaborano nelle ricerche dell’Università, tengono delle lezioni, organizzano e coordinano progetti a livello internazionale e promuovono iniziative come le letture collettive. Tutto questo lavoro, questo impegno, si aggiunge alla tradizionale vita universitaria delle facoltà, e viene dunque premiato con i diritti sopracitati.
Dormire in camerate con ragazzi di diverse facoltà e interagire costantemente per lavorare insieme aiuta a creare dei solidi legami tra gli individui, favorisce gli scambi di conoscenze e stimola il dialogo. Su questi fattori, che solo la SNS può vantare, si è costruito il prestigio che la identifica nel mondo intero: un circolo virtuoso in cui lo studente prende dalla Scuola e la Scuola prende dallo studente: entrambi danno il meglio per ricevere il meglio.
Per raccontare le emozioni della mattinata potremmo provare a riportarvi il ricordo dell’indescrivibile fascino della Scuola, ma per la serata, voi lettori, vogliate perdonare la franchezza, avreste dovuto esserci!! Camicia bianca come divisa d’ordinanza, emozioni trattenute, con professori a supporto e la dott.ssa Guidi nel pubblico, circondati dalle telecamere dei canali social della Normale, noi studenti del Marconi e dell’Amaldi ci siamo coordinati fluidamente, mettendo a tacere timori e superando ostacoli organizzativi non da poco: pur non essendoci mai incontrati prima, la magia del luogo “sacro” ha funzionato, permettendoci di coordinarci fluidamente. Nessun intoppo durante la lettura, nessun blocco da ansia di prestazione: tutti erano troppo concentrati a godersi l’esperienza. Il Marconi e l’Amaldi erano ormai entrati nel clima della Normale: impegnarsi per divertirsi di più.
Nonostante l’eccitazione del momento, abbiamo avuto modo di dedicare tempo per ammirare la scalinata della Normale e la facciata dalla Scuola, tanto belle da far innamorare Napoleone. In Piazza dei Cavalieri, la dott.ssa Guidi ha tenuto una breve lezione di storia dell’arte in cui sono spiccate la Torre della Muda e le riconfigurazioni apportate dal Vasari. La giornata successiva è stata dedicata alla visita della Cattedrale e del Camposanto Monumentale, “l’unico Camposanto al mondo, perché – citando Curzio Malaparte – gli altri sono cimiteri, “. La statua di Fibonacci ci ha ricordato l’anima scientifica della città, e gli affreschi di Buffalmacco hanno tracciato un fil rouge con la figura drammatica del Conte Ugolino; mentre le catene delle navi appese sulle mura della struttura rimandano al glorioso passato che Pisa ha vissuto sul mare.
Certo, non possono bastare due scorci di giornata per vedere una città come Pisa, e, forse, l’opera di Fenoglio si può benissimo leggere anche in classe, ma se alla Normale si è deciso che un’opera venga letta sotto le sue volte, è perché così si entra davvero nello spirito del testo e perché così ci si può far rapire dall’anima di Pisa. Solo una città che dice così tanto di sé stessa può attrarre geni da tutto il mondo e mantenere la sua essenza, non perdere nulla ma arricchirsi costantemente.
Lucrezia TETI – I.I.S. G. Marconi Tortona – 3^AR Amministrazione Finanza e Marketing