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Spacciatore arrestato in flagranza davanti la scuola,  il Sindacato Fsp Polizia di Stato: Plauso ai colleghi, ma perché non applicare una pena “più dura che l’obbligo di firma?”

“Un arresto in flagranza di reato, da parte dei poliziotti della Squadra Volante della Questura di Catanzaro, mentre un uomo era intento a spacciare droga davanti alle scuole cittadine, è un fatto che non può e non deve essere rubricato come “un fatto di normale amministrazione”. Nè nel bene, nè nel male.” È quanto sostiene la Segreteria Provinciale di Catanzaro del Sindacato Fsp Polizia di Stato nel commentare quanto avvenuto a Catanzaro dove un soggetto viene arrestato per spaccio di stupefacenti a minori. L’arrestato era già in libertà vigilata, lo hanno arrestato in flagranza, il Pm chiede il carcere, ma il Gip gli da solo obbligo di firma dalle 8 alle 10. “Nel bene, l’episodio – dice la Segretaria catanzarese dell’Fsp Polizia di Stato – serve a qualificare ancora una volta il lavoro della Squadra Volante, come continuo, preciso e tutto rivolto ad assicurare la tutela quotidiana di tutta la comunità. Presidiare i luoghi frequentati dai giovani significa tutelare i ragazzi ma anche le loro famiglie, spesso ignare di ciò che accade prima che i figli entrino a scuola. I nostri colleghi della Squadra Volante, non sono super eroi, sono madri, padri, fratelli che nel compimento del loro dovere quotidiano non dimenticano il loro essere persone normali.  Indossano la divisa per Servire lo Stato, ma i valori in cui credono e su cui fondano la loro esistenza non è cosa diversa o altra rispetto al loro “essere poliziotti”. La differenza forse è che anche la loro sensibilità di donne e uomini ha il colore della loro divisa e la forza del loro senso del dovere. Nel male però, ci si consenta un’osservazione – continua il Sindacato di Polizia Fsp – che vuole essere assolutamente costruttiva, poichè lo Stato non è solo una somma di qualcosa o di qualcuno, ma è un modo di essere e di agire in cui tutti dobbiamo sentirci coinvolti. E allora ci chiediamo, pur nel rispetto dell’applicazione del diritto, fondamento della nostra democrazia, e nell’assoluto rispetto delle funzioni di ognuno, perché non applicare al soggetto in questione, già in regime di libertà vigilata, una misura “più dura” rispetto a quella decisa dall’autorità giudiziaria. Non pensiamo al carcere come ad un sistema punitivo e lesivo della dignità umana, ma, nella fattispecie, perchè consentire all’indagato di restare in giro per la città per un intera giornata, fatte salve le ore di entrata a scuola dei ragazzi. Chi può assicurare che il soggetto in questione, o altri come lui, non impieghino il resto del loro tempo a procacciarsi e poi a spacciare droga? Esistono delle misure alternative al carcere che paradossalmente possono essere anche un’opportunità di riscatto per soggetti comunque giovani che commettano degli sbagli. Non applicarle, non trovare una via di mezzo tra la richiesta del Pubblico Ministero e la misura applicata, significa, a nostro avviso, vanificare anche il lavoro delle Forze dell’Ordine. 

Chi spaccia davanti alle scuole mette a rischio non solo chi in quel momento acquista la droga, ma la tenuta sociale, democratica di un’intera comunità. E’ solo l’ultimo tassello di una catena di malaffare che non è meno pericoloso di altri. Ecco perché – continuano i sindacalisti di Fsp Polizia di Stato – chiediamo all’Autorità Giudiziaria, di valutare certamente la responsabilità personale degli indagati, come prevede il codice, ma di non sottovalutare il contesto in cui gli episodi si verificano e di valutare le conseguenze che ne potrebbero derivare. 


La magistratura catanzarese – conclude la Segretaria Provinciale del Sindacato Fsp – ha dato dimostrazioni di grande coraggio, abbiamo però bisogno anche di un pò di “coraggio applicato alla quotidianità”, perchè la tutela della sicurezza, soprattutto quella delle nuove generazioni, non sia sempre delegata a qualcun altro.”

FOTO DI REPERTORIO

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