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Il Libero sindacato di Polizia è arrabbiato sui vaccini anti Covid e scrive a Mattarella

Riceviamo e pubblichiamo da parte del sindacato LI.SI.PO.

Egregio Signor Presidente,


benché Lei non abbia accennato risposta alle nostre precedenti richieste di intervento circa la rappresentata inopportunità dell’adozione del “Green Pass” e delle altre misure coercitive e discriminatorie adottate nei confronti di chi, per vari motivi, non si è lasciato inoculare il siero sperimentale detto “Vaccino anti Covid-19”1, con la presente intendiamo attirare la Sua pregevole attenzione sulla tematica, auspicando un Suo intervento esplicativo. Alla luce delle evidenze che stanno vieppiù rafforzando pregressi dubbi di legittimità costituzionale, questa Organizzazione Sindacale LI.SI.PO. – Libero Sindacato Polizia – torna a chiederle di voler esprimere un Suo autorevole giudizio, nel merito, sulla violenza esercitata dal Governo sugli Italiani e, particolarmente, su alcune categorie di lavoratori (Poliziotti, Medici, Infermieri ed Insegnanti, per esempio). Se dunque risultasse veritiero quanto apprendiamo da testate giornalistiche e fonti aperte, cioè, che i produttori dei tanto decantati “vaccini” Pfizer non abbiano mai garantito ad alcuno la non trasmissibilità del contagio da parte degli inoculati2 e che, come parrebbe, ci si sia preoccupati da parte loro di tutelare gli investitori finanziari sulle loro azioni quotate in borsa più che di palesare gli effetti collaterali del siero sperimentale (miocarditi, pericarditi ed altro, senza entrare nel merito delle centinaia di migliaia di morti sospette dopo l’inoculazione) … ben comprenderà, Signor Presidente, che l’obbligo che cercavamo di scongiurare sia stata una bieca violazione dei diritti umani a favore delle lobby farmaceutiche e di prepotenti oligarchi. Noi, portavoce di tanti nostri colleghi messi alla gogna e senza stipendio perché non si sono sottoposti a sperimentazione ed omologazione di massa, riteniamo che l’offesa all’intelligenza di donne e uomini della Polizia di Stato non possa trovare giustificazione. L’umiliazione scaturita dalla classificazione “no vax”, in un crescendo di ripetizioni sui mass media al servizio del pensiero unico dominante e “suffragato dalla pedante (falsa)scienza”, ha superato oltremodo ogni buon senso civico e creato divisione sociale. Noi del LI.SI.PO., inascoltati, avevamo richiesto di lasciare libera determinazione individuale circa la “vaccinazione”, nonché di dare la possibilità di accedere nei luoghi di lavoro previo tamponi, a prezzi calmierati, che certificassero la non positività al virus, rilevando, al contempo, l’incongruenza dei ricatti governativi. Ora, sarebbe gradito a noi scriventi e, crediamo, anche a molti cittadini Italiani ricattati per poter lavorare, sapere Lei come pensa si possano recuperare i danni causati dal Governo uscente? In qualità di garante dei diritti costituzionali, oggi, Lei ritiene ancora che i diritti inalienabili degli Italiani siano stati tutelati con senso di responsabilità, giustizia ed imparzialità o sussistono anche in Lei delle remore? Probabilmente anche questa nostra nota, dai contenuti controcorrente (rispetto alla maggioranza dei Sindacati compiacenti), rimarrà inascoltata ma, qualora ci degnasse di una sia pur minima attenzione e di un cenno di risposta, gliene saremmo grati, significando che la tematica in parola, riguarda tanta gente Italiana, lavoratori e… purtroppo ex (con relativi congiunti). Non ultima per importanza, la domanda che molti si pongono è: adesso chi paga per gli abusi che hanno determinato tante vessazioni e tanti danni (anche fisici)? In attesa di eventuale Sua autorevole quanto, a nostro avviso,debita risposta, a noi ed a tutti i cittadini Italiani che si sentano offesi da tali atteggiamenti governativi, porgiamo cordiali ossequi.

Segreteria nazionale LI.SI.PO.

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