Site icon Oggi Cronaca

Giovedì si spiega perché a Tortona ci sono lapidi scritte non in latino, ma in spagnolo

Fino a che punto il “Seicento”, l’età de “I Promessi Sposi” e de “I tre Moschettieri”, è stata “epoca sudicia e sfarzosa” come la definì Alessandro Manzoni? 

Questa e altre domande saranno al centro della conversazione che vi proponiamo per giovedì prossimo, 13 ottobre, alle 21, presso la Casa del Giovane di Novi Ligure (AL) con Osvaldo Semino, autore del romanzo “L’uomo delle Fiere di Cambio” (edito da Puntoacapo Editrice).


Il libro, che sta riscuotendo un meritato successo, sarà il punto di partenza per un excursus ad ampio raggio, che toccherà molteplici aspetti (tranne le Fiere di Cambio di Novi, che sono già state oggetto altri e specifici appuntamenti) di quello che potrebbe essere davvero definito “il Secolo del Possibile”:

arte, letteratura, politica dell’età del Barocco messe in relazione con le epoche vicine (Rinascimento e Illuminismo, dalle quali è arduo separarla in termini puramente cronologici) e in paragone, per quanto fattibile, con quella attuale, per trovare luci e ombre e per individuare elementi di continuità da un lato, e tratti specifici dall’altro.

In tutto ciò, andremo a scoprire, ad esempio, cosa c’entra il Seicento con l’immagine, custodita in una delle chiese di Alessandria, di un carro da pionieri del Far West che sembra uscita dalla matita del disegnatore Jacovitti e perché in una delle chiese di Tortona sono conservate lapidi scritte non in latino o in lingua italiana, ma in spagnolo.

Exit mobile version