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Ci sono troppi ordini e alcuni operai del Tortonese lavorano fino a 15 ore al giorno quasi senza pausa?

La situazione sembra incredibile, visto che si parla dovunque di crisi, eppure la persona che ci ha segnalato l’episodio è attendibile, la conosciamo personalmente e non ci risulta sia una mitomane o altro.

Dopo un’attenta riflessione abbiamo deciso di pubblicare la sua segnalazione che riportiamo di seguito.


Buonasera direttore,

vorrei utilizzare il suo giornale, se mi permette, per segnalare un problema relativo un’ azienda del territorio Tortonese.

Si tratta di una grande azienda (non del settore dell’agricoltura) con sedi sia a Tortona che in provincia di Pavia e opera anche in altre zone.

Questa Azienda, ultimamente, a quanto pare, a causa di una grande mole di lavoro, mi risulta mandi in strada i propri dipendenti programmando loro giornate di lavoro che variano dalle 10 alle 15 ore. Gli operai, per quanto sono venuto a conoscenza, sembra siano costretti a non consumare l’ora dovuta di pausa pranzo per riuscire a portare a termine la giornata lavorativa. (Si presume però consumino velocemente un pasto frugale in quanto non è conveniente per nessuno rimanere senza sostegno alimentare- ndr)

In molti casi, a quanto pare, i dipendenti subiscono mobbing e minacce dai propri referenti che costringono i lavoratori a fare più ore del dovuto.

La cosa che è stata fatta, al momento, è segnalare il tutto ai sindacati, che mi auguro intervengano il prima possibile.

Pensiamo però, che far uscire la notizia sulla stampa locale, come il vostro quotidiano online, senza citare nessuno in particolare e a livello generale, possa essere utile per fungere da monito per i responsabili: una specie di campanello d’allarme per indurli a rispettare le norma prima che si intervenga in maniera più decisa.

Le Aziende, infatti, devono ricordare che:

I fattori di rischio per la salute generati dallo stress sul lavoro vengono definiti rischi psico-sociali (RPS) e derivano da inadeguate modalità di progettazione, organizzazione e gestione del lavoro. Se ne riportano alcuni, fra i più significati: carichi di lavoro eccessivi, richieste contrastanti, mancanza di chiarezza sui ruoli, scarso coinvolgimento nei processi decisionali che riguardano i lavoratori, gestione inadeguata dei cambiamenti organizzativi, mancanza di sostegno da parte dei dei superiori, molestie psicologiche ecc.

Il datore di lavoro ha una posizione di garanzia nei confronti dei dipendenti, deve cioè adottare “tutte le misure necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro”, a mente dell’articolo 2087 del codice civile. L’art. 28 del d.l. 81/2008 prevede invece esplicitamente l’obbligo per il datore di lavoro di valutare lo “stress lavoro-correlato” (S.L.C.). Nel caso in cui contravvenga a questi obblighi e un lavoratore, a causa della presenza di fattori di rischio psico-sociali, si ammali di “Disturbo dell’adattamento”, il datore di lavoro se ne dovrà assumere la responsabilità. Infatti, questa patologia si può configurare come “lesione personale grave” di cui all’art. 590 del codice penale, ma può dar luogo in alternativa anche ad un’azione risarcitoria in sede civile.

Lettera Firmata

FOTO DI REPERTORIO

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