“Fai quello che puoi con quello che hai, nel posto in cui sei”.
Applicando l’insegnamento di Roosevelt alla nostra città l’equazione risulta facile.
A Tortona abbiamo un parco ombreggiato, proprio al centro della città, in cima ad un colle;
Abbiamo diverse associazioni sportive che vantano professionisti anche di alto livello, campioni italiani ed internazionali, atleti in ogni disciplina e un gran numero di appassionati di sport in generale;
Abbiamo prodotti enogastronomici conosciuti in tutta Italia, ma soprattutto abbiamo la nostra storia e la volontà di affermare e salvaguardare la nostra identità e le nuove generazioni ad ogni costo.
Ecco in breve da cosa nasce la festa dello sport che si terrà il 17 settembre al Castello.
Un evento patrocinato e organizzato nel dettaglio dalla città di Tortona, nello specifico da un gruppo sempre più consistente di tortonesi riunitisi ormai da tempo autonomamente sotto il nome di “Azione Tortona”, associazione identitaria che ha già partecipato attivamente autofinanziandosi ad una serie di attività volte a riqualificare la nostra zona e a sostenere persone e famiglie in difficoltà.
Ma perché il 17 settembre si dovrebbe partecipare a questo evento?
Perché è una festa italiana innanzitutto. Perché parla di noi, perché serve a fare conoscere i nostri sport, la gioventù sana, quella che non cerca facili guadagni legati all’apparenza, persone autentiche che ogni giorno si sacrificano in nome di una passione, di un risultato, campioni di ogni età che, anche se non sono calciatori o giocatori di basket, anche se non sono i fratelli Coppi, (ai quali innegabilmente dobbiamo tanto dal punto di vista sportivo), nelle loro discipline brillano, e la parte atleticamente informata d’Italia ce li invidia.
Potrete fare una passeggiata all’aperto ammirando gli allenamenti a cui tutti sono chiamati a partecipare oppure chiedere semplici informazioni, per farvi un’idea di quello che si pratica nelle nostre palestre.
Dovreste andarci per superare gli ostacoli mentali costruiti dai luoghi comuni, dalle fazioni politiche, tutte, che associano un’idea di pensiero ad un marchio imposto dalla società, per provare a guardare con i vostri occhi e valutare cosa effettivamente sanno fare le persone quando c’è passione, condivisione, collaborazione, indipendentemente da quale sia il “logo” che le rappresenta, quando la gente si rimbocca le maniche e lo fa oltre alla propria quotidianità ed ai propri impegni familiari, senza averne per forza un tornaconto, semplicemente perché vuole fare qualcosa di concreto, perché è stanca di sentirsi dire come correre da quelli che stanno fermi.
Dovreste andarci per tornare al passato facendo qualcosa di nuovo, stringere mani, guardare volti, scambiare sorrisi con persone come voi e che in voi ci credono, perché questa festa potrebbe ripetersi ogni anno, attirando un tipo di turismo che finora forse non è stato considerato semplicemente perché non se ne è mai parlato abbastanza e creare un indotto economico che farebbe bene a tutti.
Andate a conoscere i volti che stanno dietro a tutto l’operato, i ragazzi di Azione Tortona, Massimo Bobo Romanini, portavoce della Derthona Combat, promotore insieme a questi ragazzi di iniziative di cui non si è mai preso il merito.
Da quarant’anni nel mondo della kick Massimo, da quando è iniziata la pandemia non ci ha fatto mai mancare la sua voce vera e severa ma anche incoraggiante sui social, quando invitava la gente ad allenarsi gratuitamente sul castello, cercando di rafforzare non solo il corpo ma anche lo spirito, in un periodo così difficile per tutti.
Andateci per apprezzare il reale e per prendere le distanze dalle false informazioni, che servono solo a confondere le idee.
Andateci solo per curiosità, se volete, ma senza pregiudizio, giudicando quello che vedrete con un un senso critico costruttivo.
Prendetela come una sfida, da parte di chi vuole ripartire e ha deciso di incominciare da quello che i cittadini tortonesi evidentemente amano di più e sanno fare meglio: lo sport.
Andiamo a divertirci e nello stesso tempo dimostriamo con la nostra presenza che hanno ragione loro: la gente di buona volontà, la gente ‘normale’.
Perché agire come se quel che facciamo facesse la differenza…Effettivamente, in qualche modo, la fa.
Silvia Biolcati Rinaldi