In vista del prossimo Consiglio dei Ministri e dei provvedimenti che il Governo sta predisponendo per affrontare l’emergenza del caro energia, la Regione Piemonte nelle scorse ore ha inviato a Roma un documento che riassume le richieste e le proposte nate in queste settimane di confronto sul territorio con gli imprenditori e i rappresentanti del mondo economico e produttivo.
Il Presidente della Regione e l’Assessore alle Attività Produttive sottolineano che serve un doppio tipo di intervento. Misure urgenti, di cui si possa avere una ricaduta subito per affrontare questo momento di estrema difficoltà, perché ne va della tenuta economica del nostro Paese. Parallelamente, però, vanno pensati strumenti di medio e lungo periodo che diano una prospettiva di stabilità a imprese e cittadini, perché, esattamente come avvenuto con il Covid sulla sanità, questa emergenza ha accelerato le conseguenze di decenni di gestione sbagliata del tema energia.
Tra le richieste del Piemonte al Governo c’è quella di definire degli stock di energia a prezzo calmierato (tenendo come riferimento il 2020) da mettere a disposizione del sistema produttivo in funzione di dimensione, settori produttivi, consumi e fatturato e uno sconto in bolletta con i fondi degli extra profitti.
La produzione di energia, spiegano Presidente e Assessore, è generata in percentuali importanti anche da fonti rinnovabili, ma il prezzo che paga l’utente finale è interamente tarato sul valore del gas. Una anomalia che grava interamente sulle spalle di cittadini e imprese e che non ha senso, più che mai in un momento come questo.
Il Piemonte chiede anche al Governo di attivare subito facilitazioni sugli impianti per l’autoconsumo. Presidente e Assessore spiegano che oggi una impresa che realizza un impianto di produzione di energia da fonti rinnovabili aspetta più di un anno prima di poterlo utilizzare. Questo a causa dei tempi di allacciamento alla rete nazionale, obbligatorio per legge. È fondamentale velocizzare queste tempistiche e, nell’attesa, consentire comunque l’autoconsumo, perché è assurdo che un imprenditore che investe su un impianto di questo tipo non possa beneficiarne subito appena pronto, continuando invece a pagare bollette altissime. Inoltre una misura di questo tipo incentiverebbe altri investimenti analoghi, potenziando l’autonomia energetica del nostro sistema produttivo.
Le Regioni, spiegano Presidente e Assessore, possono sostenere i progetti per investimenti in rinnovabili ed efficienza energetica attraverso i fondi europei e la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha già dichiarato di voler potenziare il Fesr, il fondo europeo per lo sviluppo regionale, affinché possa essere piegato maggiormente alle esigenze dei territori in questo momento. Ma finora non abbiamo visto le parole trasformarsi in fatti. L’Europa è in grave ritardo su questa emergenza, deve fare la sua parte e farla in fretta.
Tra le altre misure che il Piemonte propone di valutare ci sono finanziamenti legati proprio agli investimenti in corso sull’efficienza energetica e le fonti rinnovabili, attivabili anche mediante le ESCO, ovvero aziende che offrono tutti i servizi tecnici, commerciali e finanziari necessari, facendosi carico sia degli oneri economici che di quelli organizzativi.
La Regione propone anche di allargare la categoria dei beni strumentali che godono del credito d’imposta, inserendo gli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili.
Chiede anche la ridefinizione dei parametri per incentivare le imprese in cui il consumo energetico ha alta incidenza rispetto al fatturato, indipendentemente dalla classificazione come energivore.
Infine per aiutare le famiglie il Piemonte chiede la riduzione dell’IVA sul teleriscaldamento al 5%.