Tante persone hanno sfidato il caldo pomeridiano per non perdersi questo importante momento per la città di Tortona: quello della presentazione di un libro che per stessa ammissione del sindaco Federico Chiodi rappresenta un unicum per la città di Tortona.
Ci riferiamo alla guida storico-turistica “Il buon Vivere Tortonese” un volume del peso di circa 1 kg.e 430 pagine, realizzata da Angelo Bottiroli che per farla si è avvalso della collaborazione di tanti tortonesi che hanno offerto importanti contributi come Marialuisa Ricotti per il capitolo dedicato a Pontecurone, Roberto Carlo Delconte per quello su Castelnuovo Scrivia, la Pro Iulia Dertona per le immagini d’epoca, Gianpaolo Pepe per molte e la curiosità sulla palle di cannone, Federica Centemeri su Castellania, Silvia Fiori per il Museo la memoria del passato, Dario Duranti per la sezione sul Circo Tribertis di Viguzzolo, Giacomo Seghesio e Luciano Ferrario per le edicole sacre del Tortonese, Enrico Concaro per gli alberi secolari, i fotografi Cristina Lugano, Dino Giacomo Zanardi, Luigi Bloise, Davide Davio, Giorgio Ratti, Andrea Clementi e Cristiano Manara e molti altri che anche solo con una telefonata o un messaggio hanno contribuito a rendere questa guida aggiornata ed efficiente.
“Ringrazio la Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria – ha detto l’autore – il Comune di Tortona, i comuni che hanno aderito e tutti coloro che hanno creduto in questo libro contribuendo finanziariamente alla sua realizzazione.
Scrivere una guida turistica sulla città in cui sei nato e hai vissuto gran parte della tua esistenza sembra facile, soprattutto se vuoi realizzare qualcosa che non illustri solo le bellezze e le sue particolarità, ma contenga anche aneddoti e notizie che soltanto chi è del luogo può conoscere; tuttavia, non è così perché ogni piazza, ogni strada e molti anfratti che vedi quotidianamente ti riportano ai momenti passati: quando eri bambino, ragazzo, giovane, uomo o padre.
Luoghi che hai frequentato con amici, con la donna che ami, col figlio o con altre persone e a cui sono legati tanti ricordi. Le emozioni nel descriverli sono così forti che rischiano di surclassarne l’esatta dimensione, offuscandone la vera natura e la reale dimensione.
La difficoltà nel realizzare “Il buon vivere Tortonese” è stata proprio questa: riuscire a bilanciare le sensazioni personali con la realtà, cercando di raccontare con occhi esterni le particolarità di Tortona e i suoi dintorni, ma anche chi ne ha fatto la storia, fra cui coloro che non sono entrati in questo libro ma hanno lasciato un forte ricordo, perché la loro vita, seppur ‘normale’ per la Società, è stata importante per chi li ha conosciuti e la loro dipartita ha provocato un grande dolore. Questo libro è dedicato anche a loro.”