La Sinistra si schiera contro la decisione dell’Asl di affidare una parte dell’ospedale alla gestione dei privati (ma ricordiamo che per gli utenti non cambia nulla perché tutto è convenzionato col Sistema Sanitario Nazionale) ma cosa pensano i cittadini che poi sono gli urenti?

Pubblichiamo di seguito la lettera di un pensionato.


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Direttore buongiorno.

Seguo con interesse le polemiche e le notizie che riguardano l’ospedale tortonese, in particolare.

Premesso che ognuno e’ libero di pensarla come meglio ritiene, e non sempre e’ cosi’ scontato leggendo i commenti, ritengo che sia sempre necessario individuare con precisione chi dovrebbe fare cosa, quando e come.

Il nostro ospedale, voluto politicamente e costruito concretamente anche  grazie ai tanti privati che nel secolo scorso hanno contribuito con donazioni piu’ o meno consistenti,  ma tutti con un obiettivo comune,  alla realizzazione di una struttura importante per Tortona e per tutti coloro che dalle valli vicine e dalla pianura avevano ed hanno in Tortona il loro centro di riferimento. 

Dal secolo scorso ad oggi di acqua sotto il ponte dello scrivia ne e’ passata e con essa anche l’ospedale e’ “scivolato” verso Novi Ligure anche se di solito l’acqua non corre in salita.  Ma tant’e’.

Ora tutti hanno ragione, non proposte concrete ma ragioni, e la politica come spesso accade, e come diceva Crispi, se non erro, a fine 800 a proposito della crisi della Banca Romana,  “la politica e le alleanze sono dettate piu’ dalle “convenienze del momento” che dalle necessita’ concrete della societa’ che la stessa rappresenta.

Io ritengo da sempre che non i rappresentanti politici locali ma la loro “forza”  abbia determinato cio’ che per noi tortonesi e’ il disastro annunciato. E non e’ un demerito ma una constatazione.  

Ripeterei cio’ che in proposito scrivevo molti anni orsono:  diceva un vecchio politico, uno di quelli che di sanita’ si intendeva molto, che Tortona alla resa dei conti sarebbe rimasta schiacciata tra Novi e Voghera perche’ gli uomini forti alla fine avrebbero deciso il futuro di un sistema che non poteva piu’ reggersi in piedi sa solo. 

Esempio:   negli anni 60 le ferrovie italiane avevano la meta’ dei chilometri rotabili francesi ma il doppio degli addetti e la sanita’ pubblica costava il doppio   delle stesse strutture private. Puo’ un sistema del genere durare in eterno?  Si se la politica ha in mano i consigli di amministrazione dei due sistemi e non privilegia i risultati economici e gli obiettivi sanitari ma i consensi elettorali.

Ora, per rimanere a Tortona diciamo che la politica ha le sue gravi responsabilita’, tutti gli schieramenti perche’ parliamo di decenni, ma dobbiamo anche dire che nessuno, pur non avendo responsabilita’ dirette nella gestione come il Sindaco, ha mai fatto proposte concrete per superare il problema attuale. Velleitarie proteste, legittime ma inutili, spesso ma portare sui tavoli che contano proposte mai.

Solo ultimamente il dr. Chiodi, che non ho il piacere di conoscere ne intendo incensare, ha avanzato la possibilita’ di far intervenire il privato per dare ai cittadini i servizi che si attendono e meritano. 

E questo sarebbe un dramma?

Non voglio in questa occasione parlare in dettaglio del sistema privato ma vorrei che mi si spiegasse, non con frasi fatte e parole inutili, come puo’ oggi, 29 luglio 2022, il sistema pubblico puro tornare indietro e far finta che nulla sia accaduto. 

Come puo’ la sanita’ pubblica ridare a Tortona ed al tortonese un ospedale che sia tale nella sua organizzazione complessiva?

Puo’ farlo il privato, come ritengo,?

Si obiettera’ che il privato persegue gli utili di bilancio. Ed allora?   Forse il privato dovrebbe perseguire lo spreco e l’inefficienza come per larga parte il sistema pubblico ha fatto fino ad oggi?  

Io chiamerei le cose con il loro giusto nome.  

Cordiali saluti.

Lettera Firmata