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Le Baccanti di Euripide per il saggio finale adulti di Officina del Banchéro di Taggia

Con il saggio finale del Corso adulti (Le Baccanti di Euripide, domenica 29 maggio, ore 21, sala teatro Samuel Beckett, San Lorenzo al Mare, ingresso libero, prenotazione obbligatoria +39 333 282 0196) si chiude l’anno accademico 2021-2022 della Scuola “Officina” del Teatro del Banchéro.

Il nuovo progetto didattico di “Officina” – sviluppato in due gruppi di lavoro, uno a Sanremo e uno a Taggia – ha visto alternarsi per il Corso adulti quattro attori e registi di grande levatura, sotto la responsabilità di Alberto Giusta (Teatro Nazionale di Genova): Massimo Brizi, lo stesso Alberto Giusta, Marcello Prayer e Mariella Speranza, la quale condurrà il gruppo di Taggia al saggio finale.


Sul palco saliranno Grazia Acquaviva, Barbara Calvini, Vincenzo Genduso, Christian Lirussi, Désirée Nossa, Umberto Salemi, Alessandra Sasso, Alessandra Savona. Non saliranno sul palco, ma hanno preso parte al corso annuale, Camillo Allavena, Fabrizio Barile, Silvia Bianco, Leonora Busatti, Mariangela Cozzani, Luca Giansante, Gemma Malerba, Giacomo Persico, Claudio Salerno, Claudia Titone, Federico Vergni.

“Non potevamo che rivolgerci a lui, a Dioniso, il Dio dell’estasi e del Teatro – spiega Marco Barberis, Presidente del Teatro del Banchéro – per celebrare la ripresa delle attività della scuola Officina. Dallo scorso settembre due gruppi di adulti, nella sede di Sanremo e in quella di Taggia, hanno lavorato sull’improvvisazione, sul gruppo, sul coro e sulla regia, per poi arrivare in questi ultimi mesi ad affrontare un allestimento di teatro Classico con il difficilissimo testo di Euripide, un testo molto attuale vista la risonanza di questo folle conflitto con gli eventi del presente. Con questo studio sulle Baccanti – conclude Barberis – abbiamo voluto gridare il nostro Evoè (Esclamazione di giubilo delle Baccanti per Dioniso)”.

Le Baccanti

Le Baccanti è una tragedia di Euripide scritta tra il 407 e il 406 a. C. e presentata al pubblico ateniese qualche anno più tardi nel Teatro di Dioniso. È la storia di Dioniso – il figlio di Zeus – che, seguito dal suo Tiaso di Baccanti, coloro che ne celebrano il culto attraverso musica, danze e riti sacri, giunge a Tebe, sua città natale, affinché anche qui venga riconosciuta la sua natura divina.

Dioniso è il Dio dei boschi, della linfa vitale, degli animali, del vino, dell’estasi, degli elementi della natura, della stessa natura selvaggia. Celebrare Dioniso è celebrare la natura selvaggia al ritmo di tamburi e danze sfrenate.

Il giovane Re, Penteo non riconosce però il Dio, tanto da decidere di muovergli guerra.

Penteo incarna il Potere del controllo che vuole i cittadini di Tebe misurabili e governabili, il Potere di dominio sulla natura selvaggia. Cerca di assoggettare le Baccanti invasate da Dioniso, cerca di reprimere la forza divina che in esse pulsa. Firmerà cosi il suo tragico destino, come dice Tiresia il veggente. Il Coro, che segue Dioniso attraverso la potente forza evocativa del verso, ci riporta dei luoghi sacri dei boschi, ove Penteo vuole portare la sua opera distruttrice.

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