Il corteo per la celebrazione si è snodato dal Municipio lungo la via Roma, fino alla centrale piazza Matteotti, dove una corona di alloro è stata posizionata ai piedi del Monumento ai Caduti, scolpito da Enrico Astorri. Dopo l’inno nazionale, il Sindaco D’Amico ha richiamato il valore della Festa della liberazione: la democrazia conquistata con la Resistenza. Essa non è acquisita una volta per sempre, ma va custodita e preservata attraverso la partecipazione alla vita della comunità e agli eventi organizzati dal Comune e dalle associazioni.
Dopo la preghiera e la benedizione alla corona data dal parroco don Loris Giacomelli, la parola è passata ad Elisa Torlasco, che ha ricordato il parallelismo storico fra il Risorgimento e la Resistenza, movimenti popolari molto simili per il forte anelito alla libertà, ma diversi per l’estrazione sociale dei combattenti. Elisa ha rimarcato il ruolo delle donne nell’ambito della Resistenza, in particolare delle “staffette”, occhi e orecchie dei partigiani, e ha letto una significativa testimonianza di Teresa Vergalli “Annusca”, staffetta partigiana in provincia di Reggio Emilia, tratta dall’antologia “Vite partigiane”, Quodlibet, 2016.
Il corteo ha proseguito fino al cippo della Resistenza in piazza Marconi, dove il relatore Giorgio Fontana, introdotto dal presidente della locale sezione dell’ANPI Fabio Gandi, ha denunciato, come già Elisa Torlasco in precedenza, il rischio della “retorica del 25 aprile”, che svuota di significato l’antifascismo. Oggi sappiamo bene che il tempo delle guerre non è finito, che esistono le propagande di parte, i privilegi, le libertà soppresse, le violenze e le ingiustizie. A tutto ciò occorre resistere, con fermezza e tenacia. Giorgio Fontana ha chiarito inoltre il concetto di “banda” partigiana e ha invitato a leggere il bellissimo romanzo (ormai un classico) di Beppe Fenoglio “Una questione privata”. Tutto ciò per un 25 aprile non divisivo, che insegni a guardare la storia con distacco e serenità, nel rispetto delle opinioni di tutti.