A 24 ore dall’approvazione da parte del Governo del provvedimento che regolamenta a livello nazionale la gestione dell’emergenza peste suina africana, la Regione Piemonte ha recepito la normativa dando immediatamente via libera oggi al proprio Piano Regionale.
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“Finalmente è arrivato l’intervento che attendevamo da Roma – ha sottolineato il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, che oggi pomeriggio ad Acqui Terme ha incontrato gli Enti locali ed i rappresentanti del comparto insieme al commissario straordinario alla peste suina africana Angelo Ferrari, con i parlamentari e consiglieri regionali del territorio -. Avremmo auspicato una azione più rapida perché nel frattempo la Regione ha dovuto far fronte alla situazione solo con le proprie forze, dalle prime ordinanze già a fine gennaio, all’anticipo di 3 milioni di euro per gli indennizzi per gli allevatori che hanno dovuto abbattere capi sani perché all’interno della zona rossa, fino al fondo da quasi 2 milioni per l’agricoltura e le altre realtà danneggiate. Abbiamo dovuto insomma anticipare ciò che a livello nazionale è stato definito solo ieri con lo stanziamento dei primi 10 milioni di euro, che serviranno a creare una rete di contenimento per bloccare il passaggio dei cinghiali infetti dall’area rossa a quelle non contaminate e agli indennizzi per le nostre aziende che dopo le conseguenze del covid, della guerra e dei rincari dell’energia e delle materie prime si trovano adesso a fronteggiare questa nuova emergenza e non possono essere lasciate sole”.
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Il vicepresidente e assessore alla Montagna Fabio Carosso si è soffermato sulla “certezza dei finanziamenti” e sul fatto che “da lunedì inizieranno i sopralluoghi per il posizionamento delle reti di recinzione. Un passo necessario per avere le deroghe che permetteranno, non appena partita questa operazione, di riprendere in parte le attività forestali e di outdoor”. Inoltre, ha garantito che “la Regione con gli enti locali supporterà l’attività del Commissario”.
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“Abbiamo un milione e 300 mila capi suini da salvare, avendone già dovuti uccidere 3.000 sani, che avevano l’unica colpa di trovarsi all’interno della zona infetta – ha dichiarato l’assessore all’Agricoltura Marco Protopapa . Questo comporta dei danni, e abbiamo affrontato con l’Europa il problema dei ristori. Lo abbiamo fatto quando ancora nessuno aveva capito l’entità del problema. Oggi finalmente abbiamo un decreto e anche delle risorse: se potrà servire per fare in modo che tutte le restrizioni attualmente in campo possano progressivamente essere eliminate avremo fatto un passo avanti. Il decreto dice che dobbiamo erigere una recinzione, a questo punto scatta la disponibilità degli amministratori a collaborare per posizionarla nel modo migliore possibile. Il virus – ha aggiunto – si sposta di un chilometro alla settimana. Occorre tempismo, sono già passati due mesi: mi auguro che il Commissario per l’emergenza abbia davvero tutti i poteri che servono per agire in tempi rapidi”.
L’assessore alla Sanità Luigi Genesio Icardi ha dichiarato che “l’epidemia causata dal virus della Peste suina africana nella popolazione di cinghiali, pur non avendo un impatto sulla salute pubblica, rappresenta un’emergenza sanitaria con un forte impatto economico e di immagine sul sistema Piemonte, oltre che con ricadute sull’economia dell’intero Paese a causa dei blocchi commerciali messi in atto dai Paesi terzi nei confronti dei prodotti alimentari italiani. La Sanità regionale è impegnata sul fronte di questa emergenza con misure straordinarie per evitare il passaggio del virus dai suini selvatici (cinghiali) ai suini domestici, la diffusione del virus ad altri territori e il suo spostamento in altre aree con l’insorgenza di focolai secondari. In linea con le indicazioni nazionali e internazionali, l’Assessorato della Sanità ha svolto sino ad oggi un ruolo operativo e di coordinamento delle attività per il controllo dell’epidemia, impegnandosi a ristorare nel più breve tempo possibile i danni legati all’abbattimento e distruzione dei suini per motivi sanitari”.