“La scelta di fare il cardiologo? Perché sono sempre stato affascinato da quante leggi della fisica racchiude il cuore”.
Gianfranco Pistis, Direttore della Struttura di Cardiologia dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria, sintetizza con queste parole non solo la scelta della specializzazione, ma soprattutto la complessità di un organo in cui alla biologia si affiancano l’elettricità, la meccanica e l’idraulica. La ricerca e la tecnologia sono essenziali nel trattamento delle patologie cardiache e l’ospedale di Alessandria, centro Hub per la provincia e in parte anche per le province vicine, può vantare organizzazione e professionisti di prim’ordine. Medici che si sono riuniti, insieme a cardiologi provenienti da altre regioni, in occasione della recente edizione, la quinta in ordine di tempo, di ‘CardioAlessandria’, un congresso ospitato nella sede del Dipartimento di Scienze e Innovazione Tecnologica dell’Università del Piemonte Orientale, a testimonianza del rapporto sempre più stretto fra didattica e clinica.
“Allo scopo di migliorare la sopravvivenza e la qualità di vita dei pazienti cardiopatici, la Cardiologia opera attraverso due campi principali: da una parte la prevenzione e dall’altra l’innovazione tecnologica nelle cure, non solo nel campo dei farmaci, ma soprattutto in quello della Cardiologia Interventistica” precisa Pistis, Responsabile Scientifico del convegno. Il Comitato Scientifico era composto da Andrea Audo, Federico Pappalardo, Chiara Sartori, Corrado Cavozza, Alberto Pullara, Alice Scopinaro, Giulia Maj, Alessandra Quercioli, Gioel Gabrio Secco.
L’approccio interdisciplinare e la buona collaborazione fra le strutture ospedaliere (Cardiologia, Cardiochirurgia, Anestesia e Rianimazione Cardio-Toraco-Vascolare, e anche Chirurgia Vascolare e Toracica) hanno consentito all’Ospedale di Alessandria di diventare un centro di riferimento e di eccellenza riconosciuto, come hanno dimostrato i professionisti (circa 160) provenienti per il congresso da Piemonte, Lombardia, Liguria e Valle d’Aosta, Toscana, Emilia Romagna. L’innovazione tecnologica richiede una formazione e una discussione continua per diffondere la conoscenza oltre che degli aspetti tecnici, anche di quelli clinici legati alle linee guida e alla selezione dei pazienti. Il convegno ha avuto come obiettivo quello di rendere accessibili le innovazioni tecnologiche, nonostante la loro complessità, agli operatori che seguono i pazienti sul territorio, a cominciare dai Medici di Medicina Generale.
I lavori, sviluppati nell’arco di due giorni, hanno approfondito, attraverso sessioni specifiche, una serie di tematiche relative sia all’interventistica, sia alla prevenzione. Sul fronte dell’interventistica (elettrofisiologica, coronarica e strutturale) giocano un ruolo determinante la tecnologia, l’innovazione e la ricerca, mentre su quello della prevenzione il perno su cui fare leva è l’educazione alla prevenzione, informando sul trattamento dei fattori di rischio e sui corretti stili di vita.
“Un’ampia trattazione è stata riservata alla cardiopatia ischemica, attualmente ancora la cardiopatia prevalente. Mentre un’intera sessione è stata dedicata alla morte improvvisa, sia per gli aspetti legati al riconoscimento dei suoi specifici fattori di rischio sia per la gestione dell’arresto cardiaco sul territorio. La rapida evoluzione tecnologica mette a disposizione nuovi device e nuovi sistemi in grado migliorare le possibilità terapeutiche anche nei pazienti più critici e più complessi. In questo contesto la Cardiologia di Alessandria ha il compito, quale centro di Hub di riferimento, di assicurare ai cittadini anche gli interventi più sofisticati e complessi. Andiamo dall’ablazione per le aritmie alla cardiostimolazione (impianto di pacamaker e defibrillatori), dalla angioplastica complessa, con l’utilizzo di stent e device intracoronarici inseriti per via percutanea, agli interventi sulle valvole cardiache, fino alla chiusura percutanea dell’auricola sinistra, per prevenire la partenza di trombi che a loro volta possono determinare un ictus, o dei difetti interatriali. Quello su cui l’équipe di Cardiologia lavora da anni insieme ai colleghi delle altre strutture – prosegue Pistis – è la personalizzazione della cura dei pazienti attraverso un approccio basato sulla profilazione del paziente e delle eventuali comorbidità. Il trattamento sempre più sartorializzato rappresenta la svolta clinica che oggi è una pratica quotidiana ad Alessandria”. A questa si associa la ricerca e la collaborazione con le Università: “Abbiamo diversi filoni di ricerca aperti con istituti come il ‘Mario Negri’ di Milano e con l’ateneo del Piemonte Orientale. La Cardiologia fa parte della rete formativa degli studenti del Corso di Laurea in Medicina, mentre con il DiSIT stiamo sviluppando la ricerca su un particolare tipo di stent di cui si occupa, per noi, Gioel Gabrio Secco”.
Ricerca e specializzazione sono i fronti su cui l’Ospedale è impegnato da anni e che hanno consentito di imboccare il percorso verso il riconoscimento a IRCCS (Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico) caratterizzato dall’integrazione tra l’Azienda Ospedaliera di Alessandria e l’ASL AL, sinergia che si è concretizzata nel Dipartimento Attività Integrate Ricerca e Innovazione (DAIRI), diretto da Antonio Maconi, istituito nel 2020 dalla Regione Piemonte all’interno dell’AO AL come Dipartimento Interaziendale e diventato da pochi giorni l’infrastruttura di supporto regionale alla ricerca.