Sofia Wittelsbach principessa di Baviera, sorella di Elisabetta, detta Sissi, moglie di Cecco Beppe nonché cognata dell’imperatore d’Austria, ha occupato le cronache del suo tempo per il personale comportamento spontaneo non troppo regale
La nobile Sofia non è delle nostre terre, pur avendo vissuto qualche tempo in Lombardia, merita d’essere ricordata per il coraggio d’aver compiuto gesta impensabili, non solo incredibili, nel cuore del 1800, segnalate dalla realtà e/o dalla leggenda per l’audace spregiudicatezza.
I giornali, gli strilloni, soprattutto i cantastorie e/o ciarlatani, di tutt’Europa hanno avuto molto da raccontare in merito alla giovane fanciulla, proprio nel giorno dell’Assunta alla metà del XIX secolo
La Regina Sofia di Baviera, di soli vent’anni, è ospite al Quirinale da papa Pio IX, Giovanni Maria Mastai Ferretti. La giovane è graziosa, combattiva, detesta gli italiani; le cronache del tempo non perdono occasioni per additarla: «… osa mostrarsi in pubblico già alle cinque del mattino, ora assisa all’amazzone, ora vestita da uomo. Guida da sola una vettura a quattro cavalli, fuma come un marinaio … sparla come un libertino».
Oggi, mercoledì 14 agosto 1861, offre un’occasione in più ai suoi nemici: merito del suo carattere deciso … “Per mostrare la sua bravura nel tirare con la pistola. Spara. Uccide il gatto molto amato dalla sorella del cardinale Antonelli, il Segretario di Stato del Pontefice. Il povero sventurato micio corre divertito per i lussuosi giardini del Quirinale, come sempre. Lei, in compagnia di amiche, lo vede. Estrae un revolver. Prende la mira. Lo uccide al primo colpo.”
Così riportano le cronache di quel ferragosto dell’anno 1861.
Franco Montaldo