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Donare gli organi per salvare una vita: un articolo della 13enne Anna Charalabopoulos

Pro e contro di un argomento sempre più attuale e l’importanza di informarsi per prendere una decisione


Ancora adesso un argomento molto discusso è la donazione degli organi.

Si tratta di un’azione gratuita, anonima e solidale per restituire una vita piena a chi è in attesa di ricevere un trapianto, una terapia sicura e consolidata per la cura di gravissime insufficienze d’organo.

Si possono donare gli organi (e alcuni tessuti) sia in vita e sia post mortem.

Gli organi che si possono donare post mortem sono: cuore, reni, fegato, polmoni, pancreas e intestino. Invece i tessuti sono: pelle, ossa, tendini, cartilagine, cornee, valvole cardiache e vasi sanguigni.                                                                

Gli organi che si possono donare quando si è in vita sono: rene, fegato (parziale), tessuti come midollo osseo, cute, placenta, segmenti osteo tendinei e cordone ombelicale.         

Donare gli organi è sicuramente una bella azione ma soprattutto importante.  Quando una persona muore e ha firmato il consenso per la donazione degli organi (oppure sono stati i suoi famigliari a farlo) si può procedere con l’asportazione. Purtroppo, quando le persone decedute sono affette da HIV e AIDS, epatite B e C, tumori maligni in atto, infezioni sistemiche che non hanno terapie praticabili e malattie a priori accertate non è possibile effettuare l’asportazione.

Possono capitare anche casi di morte encefalica. Si dice così quando il paziente, anche se deceduto, è attaccato ad alcuni macchinari che lo tengono in vita fino a un eventuale espianto.

Purtroppo, ancora molte persone dicono no alla donazione degli organi; la questione è legata soprattutto a paure e timori fondati a una mancanza d’informazione e all’emotività causata da alcuni episodi sfortunati.

Fortunatamente si sa che ai tempi d’oggi le strutture sanitarie sono molto dotate e non ci si dovrebbe preoccupare in questo ambito, anche i chirurghi hanno molta esperienza e manualità.

Appunto come già detto la maggior parte dei no è dovuta alla sfiducia del personale medico nonostante la medicina si evolva sempre e ogni giorno qualcosa si migliori. Per questo motivo le persone contrarie dovrebbero capire che statisticamente le donazioni non riuscite sono poche.

Un altro caso che fa sorgere incertezze è l’esportazione di organi in bambini piccoli. Queste donazioni sono tante meno in proporzione a quelle degli adulti dato che pr fortuna le morti di bambini sono minori. Sappiamo tutti che la morte di un bambino segna molto una famiglia, ma sapere che grazie a lui si possono salvare altre vite le quali probabilmente non avevano speranze può aiutare a sentirsi un po’ meglio.

Quindi, pensare che una sola vita, anche di un adulto, riesce a salvarne parecchie è un’importante e bellissima azione da tenere in considerazione nel momento in cui decidiamo se donare o no degli organi.

Anna Charalabopoulos3A Scuola Media G-Tarter – Baselga di Pine

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