MonFest questo il suo nome, è diretto da Mariateresa Cerretelli e promosso dal Comune di Casale Monferrato con un ampio gruppo di partner pubblici e privati, soprattutto di territorio. Avrà cadenza biennale e l’edizione di debutto è programmata dal 25 marzo al 12 giugno prossimi.
Ambizioni internazionali, forte coinvolgimento del territorio monferrino e confronto tra le arti, rappresentano i maggiori tratti distintivi del nuovo Festival, che manifesta una capacità di programmazione non del tutto usuale, confermata già dalla individuazione dei temi delle prime tre edizioni: nel ’21 l’obiettivo è puntato sulla “Fotografia, il paesaggio e le sue architetture naturali o simboliche”, nel ‘24, il tema è quello della “Fotografia e letteratura”, nel ’26, “Fotografia, tra teatro cinema e danza”.
Sin dal suo debutto, MonFest può contare su “padrini” d’eccezione: gran parte dei protagonisti della critica fotografica nazionale, compresi diversi esponenti delle nuove generazioni. Fotografia certo, ma in base al terzo dei pilastri del Festival, anche arte, architettura, ambiente. Ha valore simbolico che per la sua presentazione ufficiale sia stata scelta la sede di CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia, importante realtà torinese per sede e nazionale, se non internazionale per il rilievo della sua attività.
Il sottotitolo della edizione di debutto recita “Le forme del tempo”: “una espressione ispirata da Italo Calvino che definiva le città la forma del tempo. Ma che noi – afferma Mariateresa Cerretelli – estendiamo ai paesaggi, alle realtà dei ritratti e alle creatività espresse dai fotografi che saranno qui esposti”.
Ma prima di scorrere il programma, a saltare all’occhio è una scelta peculiare di MonFest: quella di puntare su giovani e donne. Sono stati i ragazzi dell’Istituto Leardi di Casale, ad esempio, a progettare il logo del Festival. Così come i ragazzi delle superiori casalesi saranno i protagonisti delle visite guidate e dei servizi di accoglienza del “loro” Festival. Gli stessi studenti hanno realizzato i ritratti fotografici dei titolari dei negozi e di altre attività di Casale. Sullo stile di Francesco Negri, lo storico fotografo casalese cui idealmente è dedicato il festival. Le immagini campeggeranno nelle vetrine delle attività commerciali, in una originale mostra che si dipana in città.
Il coinvolgimento della città e degli appassionati di fotografia si riconosce dai più di 90 partecipanti al concorso Da Casale al Po alle colline monferrine e le 30 immagini selezionate da una giuria di esperti avranno un’esposizione e un video artistico esposti al Castello.
MonFest sarà anche un Festival al femminile. Mariateresa Cerretelli ha scelto come curatrici per alcune delle mostre di maggior rilievo: Giovanna Calvenzi, Renata Ferri, Elena Ceratti, Daria Carmi e Benedetta Donato. Valentina Vannicola sarà una delle autorevoli autrici, presente con il suo progetto Living Layers.
Le signore del Soroptimist hanno deciso di sostenere il progetto dei giovani del Leardi e un secondo progetto rivolto alle donne fotografe, invitate a raccontare Storie di Donne, scelto da un parterre di esperte di fotografia di primo piano. L’Accademia Filarmonica che ha sede a Palazzo Gozzani Treville ospiterà i due progetti con la curatela di Benedetta Donato
Questo effervescente clima partecipativo accoglierà gli ospiti del Festival che, com’è prassi, nelle tre giornate ufficiali “occuperà” Casale con incontri, talk, portfoli.
Per giungere alle grandi mostre, che saranno diverse e decisamente di livello. A cominciare da Monferrato, terra senza confini, omaggio a questo magnifico territorio, con immagini, quasi tutte inedite, di Gabriele Basilico. Per volontà di Andrea Elia Zanini, curatore di Gabriele Basilico flâneur nelle città (del Monferrato), alle immagini del territorio si aggiungono 4 immagini del Delta del Po, omaggio ad una terra altrettanto fascinosa.
L’alessandrino Vittore Fossati proporrà Il Tanaro a Masio, mostra a cura di Giovanna Calvenzi.
Da Piemonte a Pompei, con Fotografare il Tempo, Pompei e dintorni, immagini di Claudio Sabatino. Questa mostra, a cura di Renata Ferri, sarà accompagnata da un video proiettato al Castello accanto a quello della mostra di Basilico.
Si è già citato Living Layers, lavoro di Valentina Vannicola, progetto di rilettura di uno specifico territorio di Roma, a cura di Maria Teresa Cerretelli. Saranno esposti oltre alle immagini un mini plastico e gli schizzi preparatori di questo ampio progetto.
Il mondo di Silvio Canini a cura di Elena Ceratti offrirà uno spaccato della fervida attività creativa dell’artista romagnolo. Da Mare di silenzio, una visione poetica e insolita delle spiagge del litorale in pieno inverno a diversi video come HipnoBici o la proiezione di Venditori d’ombra, in un percorso articolato e divertente, godibile sia per gli adulti che per i bambini.
Raoul Iacometti, con #homeTOhome, racconta nel Foyer del Teatro casalese, i ballerini di tutto il mondo ritratti con il cellulare nelle loro case in posizioni plastiche durante il lockdown. Mostra a cura di Luciano Bobba.
Non poteva mancare un Omaggio a Francesco Negri, avvocato, Sindaco di Casale Monferrato dal 1881 al 1888, noto soprattutto per la sua attività instancabile di fotografo e di sperimentatore. I suoi esperimenti nel campo della microfotografia, ad esempio, gli consentirono di fotografare, tra gli altri, il bacillo della tubercolosi e di entrare in contatto epistolare con Robert Koch. Questo Omaggio è a cura di Luigi Mantovani.
Nel MonFest grande rilievo hanno anche le sedi: il Castello, il Teatro, il Duomo e la Sinagoga, una delle più belle l’Europa. Le Forme del Tempo in Sinagoga si declinano nel Tempo della Storia dove Lisetta Carmi sarà presente con il suo lavoro Viaggio in Israele e Palestina Fotografie 1962-1967. La mostra è a cura di Daria Carmi e Giovanni Battista Martini. E il Tempo dello Spirito trova la sua espressione nel Duomo cittadino nel cui nartece Maurizio Galimberti presenta la rilettura dell’Ultima Cena di Leonardo da Vinci, una tela da 6,20 x 1,50 metri.
I soggetti delle fotografie di Ilenio Celoria Fotomorfosi Infernot sono le piccole architetture ipogee scavate nella pietra che, dal 2014, sono state iscritte nella World Heritage List dell’UNESCO nell’ambito de “I Paesaggi Vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato”. L’esposizione è curata da Simona Ongarelli.
Le mostre resteranno godibili oltre le giornate del Festival fino al 12 giugno 2022. Naturalmente accompagnate da workshop, letture, portfoli e talk.
«Con questo prestigioso progetto – sottolineano il vicesindaco Emanuele Capra e l’assessore Gigliola Fracchia – la Città di Casale Monferrato vuole portare a livello nazionale la grande fotografia. Partendo da Francesco Negri, padre di alcune delle più innovative tecniche fotografiche moderne, si vuole arrivare, attraverso importanti nomi della fotografia mondiale, al coinvolgimento diretto delle nuove generazioni. Un progetto ambizioso, che il territorio del Monferrato Unesco saprà valorizzare al meglio».