Nelle settimane scorse personale della Squadra Volante della Questura di Alessandria, veniva allertato dalla sala operativa in merito alla presenza di una persona di nazionalità camerunense sul Ponte Meier, che palesava intenzioni suicide conseguenti all’interruzione della propria relazione sentimentale.
Gli equipaggi si portavano prontamente nel luogo indicato, rintracciando immediatamente il soggetto che si trovava seduto sul parapetto del ponte, con le gambe che davano sul vuoto, intento a guardare il proprio cellulare.
Gli operatori delle volanti, percepita la gravità della situazione, con estrema cautela, si avvicinavano al muro cercando di instaurare una comunicazione rasserenante con l’uomo che, nonostante ciò, risultava oltremodo riluttante al dialogo.
Lentamente gli operatori si avvicinavano alla persona che chiedeva il motivo della loro presenza, meravigliato del fatto che non stava facendo alcunché, dopodiché invitava in malo modo il personale ad allontanarsi, acconsentendo che rimanesse uno solo di loro al quale affermava che nessuno sarebbe riuscito a dissuaderlo dal suo intento.
Nel corso del breve dialogo, l’uomo iniziava lentamente, quasi a non volersi far vedere, a spostare il proprio corpo in avanti, sporgendosi improvvisamente, con il con chiaro scopo di lasciarsi andare nel vuoto.
Notato ciò, l’operatore rimasto vicino all’uomo, immediatamente coadiuvato dal restante personale, ne afferrava il corpo praticamente senza alcun appoggio al parapetto ed ormai destinato lentamente a scivolare nel vuoto sottostante, riuscendo, con non poca fatica, ad impedire che lo stesso precipitasse nel baratro.
Nella concitata fase del salvataggio, l’aspirante suicida afferrato al busto dagli operatori di volante quando ormai era già oltre il parapetto del ponte, veniva portato, con non poca fatica determinata dalla corporatura robusta e dalla strenue opposizione posta in essere dallo stesso, all’interno del ponte.
Al lieto epilogo della vicenda è conseguito l’infortunio di due operatori, uno dei quali in maniera sensibile, tanto da richiedere le immediate cure dei sanitari del locale nosocomio.
Anche l’uomo, successivamente identificato per E.J.M. di anni 30, veniva affidato alle cure dei sanitari.