Marcello Ghiglione, proilifico autore di libri sulla storia di Pozzolo, ha pubblicato una nuova opera: l’Album pozzolese, scritto in due volumi. E’ lui stesso a presentarcelo.

Un lavoro che ha richiesto due libri: che cosa può trovare il lettore?


Ho dovuto dividere l’opera in due volumi perché sono uscite quasi mille pagine di date e quindi ho optato per separare il libro in due semestri. La data più antica risale all’anno 982, riguardante il più antico documento rinvenuto in cui appare il nome di Pozzolo; poi ho deciso di fermarmi al 1990 perché la mia intenzione era di chiudere con un decennio e ritengo il 2000 ancora troppo recente, anche se di fatti importantissimi ne sono logicamente accaduti negli ultimi trent’anni.

Gli studi storici su Pozzolo sono sempre stati fiorenti, sia nel passato che adesso con i tuoi lavori e con quelli di Luca Rolandi.

Nel corso del Novecento Pozzolo ha potuto contare su molti appassionati di storia locale, a cominciare dall’antesignano di tutti gli storici pozzolesi del ventesimo secolo, Don Severino Ghezzi, seguito da Duilio Giacobone, passando per le mitiche riviste della Pro Loco Pozzolese negli anni Settanta curate principalmente dal dottor Mario Silvano, dal professor Piergiorgio Caramagna e tanti altri, arrivando sino a tutti quei fondamentali volumi scritti dal professor Dario Grassi, da Giacomo Martini e da Luca Rolandi. Questi lavori sono poi proseguiti anche nei primi anni 2000. Quindi siamo di fronte ad una ormai storica tradizione di persone particolarmente appassionate che intendono raccontare, ricostruire e tramandare la storia di quello che non è mai stato ritenuto un paese come tanti altri.

Pozzolo non è mai stato ritenuto un paese come tanti altri, afferma: il motivo?

Pozzolo non è mai stato ritenuto un paese come tanti altri principalmente per la sua posizione strategica nel corso dei secoli, sia dal punto di vista militare che commerciale. Non a caso ancora oggi Pozzolo è considerato un territorio nuovamente strategico per il transito delle merci e per la logica industriale. Io cerco, con i mezzi che ho a disposizione, di seguire il percorso tracciato dai grandi storici locali pozzolesi, il mio scopo di portare avanti un discorso di ampliamento della ricerca, con l’intenzione di approfondire ulteriormente le fasi storiche già raccontate come l’Ottocento e la prima metà del Novecento; affrontando poi una pagina appena lambita della storia pozzolasca, vale a dire quella del secondo dopoguerra.

Un libro che guarda solo ad avvenimenti storici o che ne sottolinea anche altri aspetti?

L’Almanacco Pozzolese, attraverso le date di tutti i giorni dell’anno, comincia a raccontare anche le vicende più recenti, ripercorrendo la storia di Pozzolo attraversando gli aspetti sociali, politici, sportivi e di cronaca che hanno segnato le diverse epoche del paese. 

Fra i tanti avvenimenti accaduti a Pozzolo ce n’è qualcuno che vuole ricordare in modo particolare?

In mille anni di storia di date importanti ce ne sono molte. le prime che mi vengono in mente sono quella del 3 marzo 1449, quando i rappresentanti di Pozzolo si recano dal Conte Francesco Sforza per negoziare gli accordi al fine di consegnare il paese al futuro Duca di Milano; oppure il 23 luglio del 1842, quando Goffredo Mameli si ferma a soggiornare presso i suoi amici, i marchesi Morando; infine il 17 aprile 1927, giorno dell’inaugurazione del nostro bellissimo Monumento ai Caduti realizzato dallo scultore novese Pietro Lagostena.

Maurizio Priano