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Sfruttamento della prostituzione in un locale di Alessandria, tre nei guai


Nella giornata del 16 ottobre u.s., la Polizia di Stato di Alessandria ha tratto in arresto P.B., G.C. e C.S. in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP del Tribunale di Alessandria, per i reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e sfruttamento della prostituzione. Altri due soggetti, parimenti colpiti dalla misura della custodia cautelare in carcere, sono risultati irreperibili.

L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Alessandria e condotta dalla Squadra Mobile, ha avuto inizio a seguito di una serie di controlli amministrativi all’interno di un night di Alessandria, nel corso dei quali veniva riscontrata la presenza di numerose donne straniere, in abiti succinti e provocatori, formalmente giunte in Italia per turismo.


L’attività così condotta, anche con l’ausilio di presidi tecnologici, consentiva di stabilire il coinvolgimento di tutti gli indagati nel favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e nello sfruttamento della prostituzione di una moltitudine di donne extracomunitarie – in particolare provenienti dall’Ucraina – entrate in Italia col visto turistico ma, in realtà, con il solo fine di essere impiegate lavorativamente nel locale notturno, peraltro intestato fittiziamente ad un lavorante ma di fatto controllato da uno dei soggetti arrestati.

Il meccanismo era semplice, ma consolidato: per la compagnia delle ragazze gli avventori dovevano pagare una consumazione ogni 20 minuti, per un prezzo di 15 €; era altresì prevista la possibilità di passare del tempo con le donne fuori dal locale, durante il loro orario di lavoro: in tal caso il prezzo saliva a 250 €. E proprio tale uscita dal locale per “una cena”, particolarmente remunerativa per i proprietari del locale e quindi incentivata quando non imposta alle ragazze, era poi spesso finalizzata ad ottenere prestazioni sessuali dalle avvenenti giovani.

Le donne, che venivano fatte entrare in Italia grazie all’opera di uno degli indagati e venivano poi collocate in appartamenti nella disponibilità del night la gestione delle donne era affidata ad uno degli indagati, che si occupava del loro collocamento all’interno degli alloggi e faceva fronte alle loro necessità durante la permanenza in Alessandria; in ciò era aiutato da una donna ucraina, parimenti indagata nel procedimento, che di fatto aveva assunto il ruolo di “manager” in ragione delle sue capacità linguistiche, capacità peraltro sfruttate anche per procacciare ragazze interessate a recarsi in Italia per essere impiegate nel locale.

Nel corso dell’esecuzione delle misure cautelari sono state anche identificate all’interno del locale ben 32 donne, quasi tutte ucraine, nonché 24 avventori.

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