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Problemi sanitari e apertura del Pronto Soccorso a Tortona: ma é davvero tutto chiaro?


Ha suscitato non poche polemiche il nostro articolo pubblicato ieri sulla riapertura del pronto Soccorso dell’ospedale di Tortona prevista per il 21 settembre prossimo, cioé all’inizio dell’Autunno. Naturalmente non polemiche da parte di ASL e Regione che – almeno per quanto ci riguarda – non rispondono mai ai nostri articoli dove poniamo legittime domande sulla salute dei cittadini che arrivano dai nostri lettori.

Certi nostri articoli però, hanno il pregio di stimolare il ragionamento fra le persone e di invogliarle ad esporre la loro opinione, perché noi non le mandiamo certo a dire.


Proprio in virtù di questo, pubblichiamo un ‘interessante lettera di una tortonese, peraltro vicina al mondo della Sanità (e per questo chiede l’anonimato ma noi sappiamo benissimo chi sia), che solleva alcune domande sul futuro dell’ospedale di Tortona alla luce delle dichiarazioni contenute nel comunicato stampa dell’Asl che abbiamo pubblicato integralmente ieri.

Egregio Direttore,

leggo dei vari politici e tecnici sulla riapertura a settembre del Pronto Soccorso di Tortona nel suo articolo di prima pagina.

Mi sembrano dichiarazioni coraggiose perché sono convinta che sia necessario  un gran bel coraggio per raccontare alla cittadinanza questa ennesima vicenda che riguarda l’ospedale di Tortona.

L’impavido assessore Icardi, nel comunicato stampa da Lei pubblicato, ribadisce che “La Regione ha chiesto ai tortonesi un sacrificio importante e il territorio ha risposto con generosità, facendo fino in fondo la propria parte. Adesso è il momento di ritornare alla normalità” 

Caro assessore, il territorio ha lucida memoria del terribile mercoledì nero nel marzo 2020, quando un fonogramma urgente proveniente dalla Regione Piemonte e indirizzato alla locale caserma dei Carabinieri impartiva ai militari l’ordine di sigillare l’ospedale di Tortona.

Nessuno, però, ci ha chiesto nulla, è stata una scelta imposta dall’alto!

Non credo proprio, quindi, che si possa parlare di generosità con chi, suo malgrado, è stato “privato” del proprio ospedale. La generosità ci sarebbe stata se i cittadini avessero deciso e non subito questa scelta. Così, invece, sembra più una costrizione

D’altro canto cosa avrebbero potuto fare i tortonesi contro la decisione della Regione (giusta o sbagliata che sia) in piena pandemia, se non chinarsi e accettarla?

La normalità, adesso, sarebbe quella di ripristinare quello che era lo stato dell’ospedale di Tortona a prima dell’operato della giunta Chiamparino-Saitta, ma credo sia una mera chimera.

Anche questa incredibile possibilità, che sembrava essere ventilata, giusto un anno fa, quando qualcuno ai piani alti ipotizzò di rivedere la delibera regionale che aveva portato al declassamento di Tortona, risulta naufragata dai fatti. Commissioni, esperti, chiacchiere e distintivi, niente altro! Cosa è stato fatto? Mi sembra poco o nulla, o sono io che non vedo bene?

Si era parlato persino di un privato che potesse in qualche modo gestire l’ospedale ma le ultime notizie che emergono quali sono? Che la delibera regionale che ha depauperato l’ospedale di Tortona privandolo di tanti reparti non può essere modificata! E perché mai?

Questo nessuno ce lo ha ancora detto

“L’ospedale tornerà alla normalità appena possibile e certamente la riconoscenza a Tortona sarà tangibile“ affermava l’assessore alla Sanità Luigi Icardi lo scorso autunno, ma è passato quasi un anno e cosa è stato fatto?

Anche questo nessuno ce lo ha ancora detto.

L’ulteriore atto di coraggio viene dal nuovo direttore della ASL: «Si tratta di un impegno che l’ASL AL intende mantenere, – dichiara il Direttore Generale Luigi Vercellino – pur con notevole sforzo in termini di risorse umane, alla luce della ben nota carenza di personale medico ed infermieristico, in particolare nell’ambito dell’emergenza-urgenza

Bene, benissimo! L’ASL che lamenta carenze nel proprio organico non mi sembra molto diversa dalla massaia che vuole preparare il minestrone senza le verdure perchè non le ha in dispensa!

Che si provveda diamine! La massaia dovrà andare a comperare le verdure e l’ASL dovrà assumere nuovo personale. In caso contrario cambiate progetti, perché non spetta ai commensali comprare le verdure, così come non è compito della popolazione assumente dipendenti Asl. Nemmeno del Sindaco o del Comune.

In tutta questa vicenda però, mi è venuto un dubbio: non è che  forse, come spesso accade, si aspetta la mano provvida del privato, come è successo con il centro vaccinazioni di Tortona, quando il giovedì della settimana precedente era stato riattivato il servizio del medici di famiglia tortonesi e il mercoledì successivo è stato di nuovo sospeso per disposizione della stessa ASL?

Cosa sarà mai successo in quei pochissimi giorni per cambiare di nuovo tutto?

Anche questo, però, nessuno ce lo ha ancora detto.

Tuttavia, mi ricordo bene che il lunedì di quella settimana ci fu l’ennesima “inaugurazione” in pompa magna dei futuri reparti di riabilitazione. Un caso?

Da semplice cittadina, sono stata tentata di andare in chiesa e accendere un cero alla Madonna, chiedendole di riavere – in tempi brevi ovviamente – un ospedale completo ed efficiente; poi, però, ci ho ripensato: forse anche la Madonna preferirebbe una richiesta meno complicata, che so, magari una semplice grazia.

Lettera Firmata

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