E’ stata inaugurata il 10 luglio presso l’Abbazia “San Remigio” di Parodi Ligure la mostra di pittura intitolata “Quattro amici pittori tra naturalismo e astrattismo nel secondo Novecento novese”.
I quattro amici pittori sono Alberto Boschi, Vito Boggeri, Anselmo Carrea e Aldo Coscia. La mostra rimarrà aperta fino al 22 agosto .
Abbiamo sentito il curatore della mostra Giampaolo Ghelardi.
Ingegner Ghelardi come si trova in questa veste ?
La mia passione per l’arte in genere risale ai tempi della gioventù, la mia formazione deriva dal passato culturale della mia famiglia.
Più recentemente mio suocero Vincenzo Armella, grande appassionato ma purtroppo mancato in maniera prematura, ha contribuito ad avvicinarmi ai pittori contemporanei tra cui i maggiori esponenti della pittura novese come Beppe Levrero, Gigi Podestà ed infine Albero Boschi.
La mia conoscenza di Aldo Coscia invece trae origine dalla professione di mia moglie, farmacista che ebbe modo di conoscerlo professionalmente e di instaurare poi un rapporto che divenne di amicizia e di apprezzamento artistico.
Non è quindi la prima volta che si è occupato di organizzare un “ricordo” per Aldo Coscia.
E’ vero, nel 2014 organizzammo con Alessandra Guenna ed Elena Carrea presso lo Spazio Arte di Gavi una retrospettiva proprio per ricordare la pittura di Aldo nella Galleria che lo vide protagonista di due personali nel 1998, 2006, 2007 e nel 2009.
La Mostra di San Remigio presenta altri tre pittori, quale è il motivo di questa scelta ?
Prima del lock-down per la pandemia, gli amministratori locali di Parodi, con la Pro Loco, avevano già l’intenzione di organizzare una mostra sulla pittura del novese dal dopoguerra fino al nuovo millennio. Si è ripresa l’iniziativa quando l’evoluzione pandemica è diventata più favorevole ed abbiamo scelto un gruppo di amici pittori a partire da Albero Boschi che continua a dipingere tele sempre sorprendenti, Vito Boggeri che è mancato pochi mesi fa ed aveva esplorato i sentieri della Transavanguardia ed Anselmo Carrea che si accomuna ad Aldo Coscia per la scelta dei materiali di supporto poveri e per una sensibilità poetica particolare.
Avremmo potuto sicuramente fare di più, allargando il numero dei pittori fino a rappresentare una “scuola novese” ma lo spazio limitato dell’abbazia non lo ha consentito.
Maurizio Priano