Offrire appoggio logistico e conforto a tutte quelle persone che hanno la necessità di spostarsi in giro per l’Italia per assistere un proprio caro durante il proprio percorso di cura, questa è la finalità delle tante iniziative che provano a dare una mano ai cosiddetti “pendolari della salute”.
Il supporto a onlus e associazioni benefiche arriva sia dalle istituzioni pubbliche, ma anche dalle aziende attraverso la creazione di fondi appositi e altri tipi di iniziative tese a finanziare la costruzione di nuovi alloggi. In tal senso possiamo ritrovare questo impegno anche nel catalogo Stanhome, che nonostante si occupi normalmente di prodotti per la casa, dimostra il suo impegno anche tramite iniziative sociali. L’azienda sostiene da anni l’associazione Peter Pan che offre accoglienza a tutti i genitori che accompagnano i propri figli durante la loro battaglia contro il cancro. Un ambiente ospitale può fare la differenza in questo tipo di percorso ad ostacoli ed estremamente complicato, e può aiutare ad accendere la speranza per un pronto ritorno a una vita normale.
Pendolari della salute: i numeri
I nostri connazionali che ogni anni sono costretti a mettersi in viaggio per raggiungere ospedali e altre strutture mediche in città spesso molto lontane da quella di residenza, secondo i dati di uno studio effettuato dal censis, sono circa un milione e mezzo, suddivisi equamente tra soggetti che devono sottoporsi alle cure e gli accompagnatori che di volta in volta si avvicendano in questi viaggi. E quest’ultimo è sicuramente il dato che mette ancor più in risalto quale sia l’importanza di strutture che si occupano dell’accoglienza di tutte queste persone.
A livello geografico gli spostamenti risentono della presenza dei centri di cura d’eccellenza nel nord del paese e prevedono quindi principalmente degli spostamenti dal meridione al settentrione.
Le regioni che ospitano il numero più elevato di pendolari della salute sono la Lombardia, il Lazio e l’Emilia Romagna, mentre quelle maggiormente interessate dalle partenze verso le località di cura sono invece la Campania, seguita dalla Sicilia e la Calabria.
Nell’85% dei casi il malato viene accompagnato da un solo familiare, ma sono comunque tantissimi i casi che, in base alla gravità della patologia, rendono necessaria la presenza di più persone al seguito.
Per quanto riguarda invece le tempistiche legate alla permanenza nella città ospitante, emerge che nel 35% dei casi l’accompagnatore riesce a rimanere per tutta la durata del ricovero del proprio congiunto, ma solo una volta su sei ha la possibilità di trovare alloggio gratuito in strutture create appositamente per offrire appoggio logistico alle persone coinvolte in questo tipo di spostamenti.
L’accoglienza durante la pandemia
Le strutture che si occupano di questa tipologia di accoglienza sono rimasti aperti anche durante i vari picchi del contagio sia la scorsa primavera che durante la seconda ondata. Ovviamente, e c’era da aspettarselo, il Covid ha fatto da deterrente agli spostamenti, riducendo drasticamente gli arrivi. Se prendiamo in esame i dati relativi a “Casamica”, uno dei centri più importanti del Lazio, abbiamo la possibilità di comprendere meglio l’entità di questa riduzione. Nel 2019 la struttura è riuscita ad accogliere circa 7 mila persone per un ammontare complessivo di notti pari a 50 mila. Durante i 12 mesi scorsi, contrassegnati dall’esplosione dell’emergenza pandemica a fine febbraio, le persone accolte sono state poco più della metà. Questo in parte conferma che buona parte delle persone con malattie gravi durante quest’ultimo anno e mezzo, sono state pesantemente penalizzate dalla presenza del virus e dalla concentrazione degli sforzi profusi dalla macchina sanitaria nazionale per la limitazione degli effetti dello stesso. Con tutta probabilità al termine della pandemia si assisterà ad un picco di richieste da parte di quelle tantissime persone che per forza di cose hanno dovuto rinunciare a farsi visitare e curare nei mesi precedenti.