Nella notte del 2 luglio, a conclusione delle indagini avviate a seguito di un incendio ad un locale notturno appiccato da ignoti lo scorso 17 giugno, i Carabinieri della Compagnia di Acqui Terme hanno tratto in arresto gli autori dell’incendio del night “La Tana”, di Montabone.
All’origine dell’attentato, preceduto da una serie di atti intimidatori compiuti dal mandante, un albanese di 47 anni, gestore di un night club in Strevi e da quattro suoi complici, un 23enne marocchino, un 31enne, un 56enne e un 19enne, la volontà di sbarazzarsi della concorrenza. Il primo episodio risale, come detto, al 17 giugno, quando il 31enne e il 56enne avevano cosparso di liquido infiammabile, verosimilmente gasolio, la porta di ingresso del locale di Montabone e il porticato antistante il night, appiccando poi il fuoco.
L’evento, palesemente doloso, aveva attirato l’attenzione dei militari che, anche attraverso la visione dei sistemi di lettura targa dei Comuni, riuscivano a restringere il campo dei possibili sospettati. Fortunatamente, nonostante la gravità dell’atto, l’obiettivo dei malfattori era stato solo parzialmente danneggiato. Tuttavia, pervicacemente intenzionato ad eliminare la concorrenza portando a termine il suo progetto, l’albanese commissionava ai suoi “sgherri” una nuova “spedizione incendiaria”.
Così, poco dopo la mezzanotte del 2 luglio, il “gruppo di fuoco” tornava nuovamente in azione, appiccando un ulteriore incendio. Questa volta, dopo averne forzato un accesso, lanciando del liquido infiammabile all’interno del locale. I Carabinieri però, ormai sulle loro tracce, appostati nei pressi del locale, riuscivano ad individuare l’auto usata per la fuga, la stessa del primo tentativo del 17 giugno, bloccandola con a bordo 5 persone, tra i quali l’albanese, trovate in possesso della tanica con ancora del liquido infiammabile utilizzato poco prima.
Fortunatamente, il fatto che il locale notturno fosse chiuso e il pronto intervento dei militari ancor prima dei Vigili del Fuoco, riusciva ad impedire che anche questa volta le fiamme si propagassero creando danni rilevanti. I cinque, tratti in arresto, espletate le formalità di rito venivano condotti presso la casa Circondariale di Alessandria, in attesa dell’interrogatorio di garanzia e della convalida degli arresti, al termine dei quali il GIP, convalidati gli arresti, disponeva la misura cautelare dell’obbligo di dimora con divieto di assentarsi nelle ore notturne, ad eccezione dei due più giovani, per i quali, considerata la giovane età ed i precedenti di minor rilievo, veniva disposta la scarcerazione.