Domenica 30 maggio si è svolta la nuova uscita delle ragazze e dei ragazzi del Gruppo di Alpinismo Giovanile del Club Alpino Italiano, Sezione di Novi Ligure.
In questa occasione i giovani alpinisti divisi in due gruppi sulla base di età ed esperienza, si sono cimentati con grande bravura sul sentiero attrezzato “delle Vasche” a Valmadrera in provincia di Lecco.
Il “sentiero delle vasche” è un bellissimo itinerario che da Valmadrera permette di visitare la forra del torrente Inferno, con numerosi passaggi e attraversamenti su roccia, che richiedono attenzione, calzature adatte, e un po’ di equilibrio.
Tutti i passaggi più impegnativi sono attrezzati con catene e staffe, e in alcuni casi veri e propri gradini sono stati scavati direttamente nella roccia. Si tratta di un percorso che da ai più giovani un’occasione stimolante ed appassionante che li condurrà verso la loro prima “via ferrata”.
Il gruppo dei più piccoli ha affrontato la prima parte del percorso attrezzato e, dotati di tutte le protezioni di sicurezza (imbrago, casco e set da ferrata) soprattutto per farli abituare al loro corretto utilizzo, hanno brillantemente superato il percorso lungo la parte bassa della forra fino ad una via d’uscita che li ha condotti, tramite un irto sentiero, alla splendida piana di San Tomaso dove si sono dati ai giochi in attesa di ricongiungersi con il gruppo “avanzato”.
L’altro gruppo ha proseguito lungo la forra affrontando un percorso che, pur rimanendo di difficoltà contenute, presentava alcuni passaggi che richiedono maggiore fisicità rispetto al tratto iniziale.
Terminato il percorso in forra e raggiunta località Taja Sass, che trae il nome (taglia sasso o taglia sassi) dal termine con cui, nel dialetto locale, viene indicata la località Molinata, nell’omonima valle, a circa 620 m di quota, non lontano dalle case di San Tomaso. L’origine del nome è presto spiegata: sul posto, nelle vicinanze del torrente Inferno, si trovavano (e in parte si trovano ancora) diversi massi erratici (alcuni piuttosto grandi) di “serpentino”, una roccia appartenente alle cosiddette “pietre verdi”, ricercata e apprezzata nei settori dell’edilizia e dell’arredo urbano e funerario. Tra la fine dell’Ottocento e i primi anni della seconda guerra mondiale, alla Molinata operarono in successione varie imprese di pochi addetti impegnate nel taglio dei massi e nel trasporto a valle dei blocchi così ricavati. L’ultima impresa concluse i lavori nel 1942 a causa dell’incalzare degli eventi bellici. L’attività di taglio è ben illustrata da un pannello del “Percorso dei massi erratici”
In questa immagine, fotografata dal pannello presente sul posto, è ricostruita l’attività del taglio dei massi di serpentino alla Molinata. In alto a sinistra è visibile una piccola casa che serviva da magazzino e da alloggio per gli operai; ora non esiste più perché era diventata un rifugio dei partigiani e venne distrutta durante la guerra. Sulla sinistra, in basso, si vede il taglio di un blocco di serpentino, che avveniva col metodo del filo elicoidale. Il blocco tagliato veniva trainato fino al piano di carico con un argano azionato a mano; il suo scorrimento veniva facilitato da cilindri di legno. Infine il blocco veniva caricato su un massiccio carro di legno trainato dai buoi fino a San Tomaso e poi a Valmadrera.
Da li i ragazzi hanno poi fatto rotta verso San Tomaso per riunirsi all’altro gruppo.