Dopo la segnalazione fatta al nostro giornale nel marzo scorso, che abbiamo riportato in QUESTO ARTICOLO, la OSS Tortonese, che con la sua lettera in redazione aveva sollevato un problema di non poco conto sulla metodologia usata dall’Asl per dare lavoro agli operatori socio sanitari non avendo avuto risposta alle diverse email inviate, sentendosi discriminata, ha deciso di rivolgersi al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

«Prima però – dice la tortonese – ho contattato l’Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP) dell’ASL di Alessandria per due volte: la prima il 3 maggio scorso e successivamente, non avendo ricevuto riscontro, ho sollecitato una risposta il 17 maggio. Tuttavia nemmeno il sollecito è stato preso in considerazione: hanno ignorato totalmente la mia richiesta di chiarimenti. Non è così che si tratta una persona. Io ho chiesto lumi e spiegazioni e loro non hanno risposto.»


A questo punto, la Tortonese, decisa più che mai ad ottenere contezza sulla vicenda, ha scritto al Capo dello Stato, Sergio Mattarella, attraverso il Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica, per esporre i fatti, ma soprattutto i suoi dubbi relativi al criterio delle chiamate.

Al presidente Mattarella, la tortonese esprime tutta la sua profonda amarezza e chiama in causa la Costituzione perché, appunto, si sente molto discriminata: in primo luogo perché avrebbero chiamato altri operatori e non lei, e in secondo perché dall’ASL non è giunta la benché minima giustificazione a questo modus operandi, che per la tortonese non è affatto chiaro. La mancanza di risposta da un ufficio che, invece, le risposte dovrebbe darle perché rientrano nei compiti per il quale è stato istituito, per la tortonese è un fatto molto grave. Di qui la scelta di rivolgersi al Presidente della Repubblica Italiana.

«Stimatissimo Presidente – scrive la Tortonese a Mattarella – la nostra amata Carta Costituzionale esordisce dicendo che “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”. Io l’ho sempre creduto. Ma oggi, da disoccupata 56enne non considerata utile al mercato del lavoro nemmeno nel settore pubblico (nel privato è ancor peggio) inizio a sentirmi ferita, prima come Italiana, poi come donna e infine come professionista della Sanità».

Segue poi, la descrizione dei fatti dove, secondo quanto affermato dalla stessa tortonese, nel 2020, quando la Nazione ha vissuto un momento di emergenza sanitaria nel quale ogni singolo aiuto avrebbe potuto fare la differenza, lei non era mai stata chiamata per instaurare un rapporto di lavoro con l’ASL, a differenza di tanti altri iscritti al concorso. Non solo ma al presidente oltre alle rimostranze, aggiunge un ulteriore dettaglio che ingarbuglia ancor più una vicenda.

«Qualche giorno fa – aggiunge – ho ricevuto una telefonata dalla ASL di Alessandria. Pensavo si riferisse alle mie richieste di chiarimenti. Invece venivo interpellata solo per conoscere la mia disponibilità a prestare servizio come OSS volontario (a titolo gratuito cioé) presso i centri vaccinali della zona. Mi sono sentita veramente presa in giro. Gratis vado bene anche se ho 56 anni, ma stipendiata no? Mi piacerebbe sapere per quale motivo ma l’Asl non mi risponde».

La Tortonese aggiunge: «Spero che la nomina di un nuovo Direttore Generale alla ASL AL possa portare azioni chiarezza e trasparenza in questa vicenda e risanare un rapporto che dovrebbe essere improntato alla correttezza e rispetto verso i tutti i cittadini».

Che dire? Non è certo compito di un giornale entrare nel merito delle scelte dell’ASL di Alessandria nelle chiamate degli operatori, né di eventuali scelte aziendali, per cui noi ci siamo limitati a pubblicare le rimostranze di una lettrice, tuttavia non possiamo restare passivi di fronte al silenzio dell’ASL e di fronte ad email che l’azienda ha ricevuto senz’altro, visto che le stesse email inviate per due volte all’Azienda Sanitaria erano state inviate a suo tempo, anche alla nostra redazione, per cui, come le abbiamo ricevute noi saranno arrivate anche all’ ASL.

Ma perché, allora, l’ASL non ha risposto alle legittime domande della tortonese che chiedevano soltanto di conoscere quale criterio fosse stato adottato nella scelta di assumere gli operatori?

Nel caso l’ASL volesse, siamo disponibili. ovviamente, a pubblicare la sua posizione.