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L’ospedale di Novi Ligure? Lasciamo perdere, a Tortona era diverso. Il racconto del ginecologo Galluzzi


Quando capita che qualche tortonese scrive post pubblici sul suo profilo Social che meritano di essere “ripresi” perché affrontano argomenti importanti o punti di vista particolari, Oggi Cronaca lo fa perché ritiene che certe esperienze possano essere utili.

Ecco perché oggi abbiamo deciso di pubblicare quello che, secondo quanto scritto da Massimo Galluzzi noto ginecologo di Tortona, è successo in questi giorni, all’ospedale di Novi Ligure.


VITE VENDUTE E C.

Nei giorni scorsi mi è capitato di accompagnare un parente con un disturbo cardiaco al Pronto Soccorso di Novi Ligure e non è che abbia rilevato molti punti positivi (eufemismo).

La strada che va a Novi, tutta un buco, ricorda il film “Vite vendute” ormai noto solo agli appassionati. Ottima per una scrollatina prericovero.

Arrivati al Pronto Soccorso il parente è rimasto in osservazione una notte (ai parenti accompagnatori ė vietato l’ingresso per via del COVID e questo è corretto) e riferisce di una bolgia dantesca in una struttura che stenta a far fronte ad accessi con numeri straripanti.

Il parente s’è fatto la sua notte in osservazione su una barella perchè i letti erano tutti occupati. Si salva la disponibilità del personale che si comporta in modo tutto sommato egregio

Al mattino ho recuperato il parente piuttosto anchilosato ed abbiamo affrontato la scrollatina post ricovero del viaggio di ritorno.

Che devo dire? Ricordando l’ospedale che avevamo (aTortona -ndr) e le fanfaronate dei politici regionali di passaggio nonchè ogni volta le loro ridicole promesse di darci un nosocomio “più bello e più superbo che pria” non mi resta che scomodare la celebre invettiva dell’insigne storico Pino Decarlini: Noi siamo infelici, noi siamo scontenti Vi secchino il c…. i nostri accidenti.

Massimo Galluzzi

FOTO E TESTO PUBBLICI, VISIBILI A TUTTI SUL PROFILO PERSONALE FB DI GALLUZZI

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