L’ospedale di Tortona è ancora Covid Hospital e probabilmente rimarrà tale fino a quando la pandemia non sarà più un pericolo e i ricoveri diminuiranno drasticamente, ma la politica si sta già muovendo per disegnare, concretamente stavolta, le linee future per un suo potenziamento e quello di un maggiore coinvolgimento delle strutture sanitarie della Diocesi di Tortona.
Se le parole dell’attuale presidente di Centro destra della Regione Piemonte, Alberto Cirio, non saranno campate in aria come quelle del suo predecessore di Centro Sinistra, Sergio Chiamparino, che venne a Tortona e pubblicamente di fronte ad una platea di persone e di giornalisti, dichiarò che l’ospedale di cittadino non sarebbe stato ridimensionato, per poi rimangiarsi tutto, cambiare idea e iniziarne lo smembramento, forse siamo di fronte ad una svolta e a una rinascita di quello che è stato e forse tornerà ad essere, l’ospedale di Tortona.
In settimana, infatti, l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Icardi, verrà a Tortona per incontrare i Sindaci del Tortonese e discutere concretamente di quello che dovrebbe essere il potenziamento dell’ospedale cittadino.
Non solo, ma la novità annunciata da Cirio è che, in ambito sanitario, potrebbero avere maggiore importanza e rilevanza, anche le strutture sanitarie della Diocesi di Tortona: quali, nel dettaglio, non è stato annunciato, ma è evidente che si pensa al centro “Mater Dei” al “Paolo VI” al Piccolo Cottolengo e ad altre.
Lo ha annunciato lo stesso presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, durate una breve visita a Valenza, Tortona e Monleale.
“Con il sindaco di Tortona – ha detto Cirio ai giornalisti – dobbiamo ragionare sul futuro della sanità in questo pezzo del Piemonte, perché è importante. Io vengo dalla provincia di Cuneo che vive un po’ gli stessi problemi che si vivono in queste terre: quando tu sei un po’ lontano dall’impero e capisco la situazione. Fino un po’ di tempo fa gli abitanti del Tortonese erano già lombardi così come quelli della mia provincia erano francesi. Ci consideravano così, pensate. Invece no, non è proprio così. Non è che uno ha dignità e attenzione in base alla distanza da Torino. Non può funzionare così ed è questo uno dei motivi per cui sono qui oggi e il mio assessore la sanità, Luigi Icardi ci sarà la prossima settimana.”
Il motivo per cui Icardi sarà a Tortona la prossima settimana è presto detto: “Lavoriamo con le strutture sanitare orionine – ha aggiunto Cirio – per ragionare di quello che potrà essere il potenziamento del ruolo di tutta questa realtà meravigliosa che Don Orione ha creato nella sanità piemontese e poi parliamo di Tortona, parliamo di Ospedale e del del fatto che questo ospedale, in questa pandemia di un anno e due mesi, per ben due volte si è messo a disposizione come Covid Hospital per curare i malati che arrivavano tutte le altre parti del Piemonte. Questo è un credito enorme.”
Per Cirio sono stati la presenza di Don Orione e l’eredità che ha lasciato, a fare in modo che la gente tortonese non si opponesse e facesse resistenza alle disposizioni regionali che hanno trasformato l’ospedale di Tortona in Covid Hospital: “Questo – ha aggiunto in un’intervista – è un pezzo genetico che credo Don Orione abbia lasciato a Tortona cioè un senso di carità di solidarietà vera, ma dall’altra parte, per me che faccio il presidente la Regione, è un impegno e un credito che mi sento in dovere di ripagare. La Regione, quindi, deve ripagare questo territorio per quanto ha contribuito nella gestione della Sanità piemontese durante la pandemia.”
“Per farlo – ha concluso Cirio – bisogna avere le idee chiare di quello che bisogna fare insieme ed è questo il motivo che Icardi sarà qui la prossima settimana e a tavolino, con i sindaci del territorio, si scriverà quello che è il futuro dei servizi di questa sanità e di questo territorio. Parliamo di un territorio di confine per cui se non vogliamo che ci sia la cosiddetta ‘mobilità passiva’ e cioè che le persone dal Piemonte vadano ancora altrove e fuori regione (con ingente emorragia di denaro per le casse piemontesi – ndr) non possiamo certo obbligarle, ma dobbiamo rendere appetibile e allettante la sanità piemontese offrendo servizi importanti in modo che si curino qui e non altrove, ed è quello che faremo noi, a Tortona.“