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Giornata delle api: boom acquisti di miele, ma clima pazzo mette a rischio la produzione

La pazza primavera, a macchia di leopardo su tutta la regione, non sta risparmiando l’apicoltura, con il lavoro delle api messo in crisi da maltempo e basse temperature per la stagione, fattori che hanno costretto gli apicoltori a dover ricorrere, in alcuni casi, a nutrimenti d’emergenza. A farne le spese rischia di essere soprattutto il miele d’Acacia e di ciliegio, mentre, a livello nazionale, si conta già un crollo di almeno il 30% della produzione di miele Made in Italy, in un 2021 segnato in media da quasi un evento estremo al giorno tra siccità, bombe d’acqua, violente grandinate e gelo in piena primavera, come emerge dall’analisi della Coldiretti in occasione della giornata mondiale delle api (banca dati dell’European Severe Weather Database (ESWD).

Il miele per la Liguria  rappresenta una produzione di pregio, sicura e garantita che, negli ultimi anni ha visto crescere del 40% le imprese professionali, superando le 800 unità, mentre gli apiari sono stati incrementati addirittura dell’80%. Nella nostra regione si producono storicamente mieli pregiati, che vanno da quello di castagno prodotto nell’entroterra ligure, al miele di acacia, per arrivare alle tipologie di carattere più commerciale come il millefiori, fino a produzioni più particolari come quello di erica o di melata.


“Le difficoltà delle api – afferma il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa sono un pericolo grave per la biodiversità, considerato che sono un indicatore dello stato di salute dell’ambiente e servono al lavoro degli agricoltori con l’impollinazione dei fiori. Gli sbalzi di temperatura uniti alla pioggia e, in alcuni casi, al forte vento, ostacolano pesantemente il lavoro di questo insetto fondamentale per la l’ambiente e per l’uomo. Le perdite che si rischiano di avere colpiscono il Paese in un momento in cui la svolta salutista degli italiani, per effetto anche della pandemia Covid, ha portato all’aumento, a livello nazionale, del 13% degli acquisti familiari di miele, ma, sugli scaffali dei supermercati italiani più di 1 vasetto su 2 viene dall’estero. Le possibili perdite che si rischiano di avere sulla produzione, potrebbero incrementare ulteriormente l’arrivo di miele dall’estero che, spesso, di miele ha ben poco. A far concorrenza al miele Made in Liguria non è solo la Cina, ma anche l’Est Europa da cui proviene una gran quantità di miele a basso costo e che non rispetta i nostri standard qualitativi. Per evitare di portare in tavola prodotti provenienti dall’estero, spesso di bassa qualità, occorre verificare con attenzione l’origine in etichetta oppure rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di Campagna Amica. Il miele prodotto sul territorio nazionale, dove non sono ammesse coltivazioni Ogm (a differenza di quanto avviene ad esempio in Cina) è riconoscibile attraverso l’etichettatura di origine obbligatoria, etichettatura fortemente sostenuta dalla Coldiretti.”.

Coldiretti Liguria – Giulia Nicora 

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