Luigi, come ti descriveresti come persona ed in quanto cantante? Io sono un giovane semplice, al quale piace più osservare che essere osservato …E ciò credo che si rispecchi anche quando canto sebbene, adoperando un’intenzionalità espressiva differente, di sicuro in musica sono più a mio agio che nel quotidiano vivere “comune”.
Cosa rappresenta per te la musica in generale e come definiresti il tuo fare musica in particolare? Per me è sempre difficoltoso definire, mettere un timbro di specifica su un qualcosa… Come accennato, però, la musica è uno spazio che riesce a farmi stare bene e grazie ad essa posso esprimermi probabilmente al meglio …quindi diciamo che è una mia forma di linguaggio naturale.
Quale ritieni essere il potere della Musica e dell’arte tutta nonché il suo principale pregio, valore e finalità? Credo che la Musica sia un ottimo strumento di cultura, se viene adoperata con sincerità.
Dal tuo punto di vista cosa caratterizza o per lo meno sarebbe auspicabile caratterizzasse l’Arte e gli Artisti meritevoli della A maiuscola? La caratteristica fondamentale dell’Arte e degli Artisti con la A maiuscola, a mio avviso, è e dovrebbe essere sempre la sincerità – senza questa è difficile trasmettere qualcosa!
Vi è qualche persona ed artista al quale ti ispiri nel tuo fare musica e con il quale vorresti collaborare? Ci sono molti artisti che stimo, uno su tutti nonché mio punto di riferimento in Italia è Niccolò Fabi… sarei molto felice se un giorno le nostre strade potessero incrociarsi.
Il 18 marzo hai presentato in diretta sul tuo profilo Instagram (www.instagram.com/luidecrescenzo) il tuo nuovo brano “JUOC E MARE”, disponibile in digitale (https://luigidecrescenzo.lnk.to/Juocemare): con quale intento ed aspettativa è venuto alla luce? Il brano “JUOC E MARE” ha origine dal mio rapporto con il mare e con la mia città, Napoli, che è un luogo – ai miei occhi – ameno dove riesco ad abbattere le barriere del campo visivo e a perdermi nel suo spazio. Faccio riferimento all’esistenza appunto come al mare, così meravigliosa ma così altrettanto piena di insidie. Aver proposto il mio singolo in un live sul mio canale Instagram mi ha permesso, benché in minima parte, di far prendere “vita” alla canzone. Oggi che la musica (ma direi quasi tutta l’arte in generale) è in uno stato di chiusura risulta davvero arduo potersi esprimere.
La canzone “JUOC E MARE” fa riferimento ad una tua esperienza autobiografica, ad un recente vissuto sulla tua pelle? Il brano “JUOC E MARE”è un invito ad ascoltare se stessi e a non farsi trascinare in contesti che non appartengono alla prima persona Molte volte siamo noi la causa della nostra confusione dunque, diciamo che, il testo è un’osservazione su quello che ho vissuto e che ho avuto modo di osservare.
Affermato che il singolo da te scritto interamente in napoletano “JUOC E MARE” esorta a non sopprimere la propria voce interiore per paura dei giudizi altrui, ma a dare libera espressione ai propri pensieri e alle proprie sensazioni, senza sprofondare nel mare di schemi e pregiudizi imposti dalla società, quando e come ti sei avvicinato alla musica – e poi ti sei reso conto che proprio la musica ti aveva inciso mente e cuore? Mi sono avvicinato alla musica sin da piccolo …fortunatamente in casa c’era un pianoforte a muro che mi ha dato la possibilità di approcciarmici per poi, contestualmente a quella che è stata la mia crescita, approfondirla [la musica].
Secondo te, cos’è necessario alla vita perché sia realmente un viaggio d’amore? E com’è possibile – se è possibile – non ignorare il proprio sentire ed essere, ossia non annullarsi per giungere ove sperato se un qual certo compromesso si presenta quale, forse unica, occasione che si ha per tentare di giungervi? La vita – secondo me – è un qualcosa di meraviglioso ma non mi sento di dire cosa e come fare per renderla tale, non credo sia giusto. Invito, piuttosto, solo a vivere cercando di seguire il “proprio” bene, cercando di ascoltarsi il più possibile.
Come e quando si arriva ad un punto di non ritorno, di sfaldamento irreversibile e non superabile dello sperato (sperato, qui inteso, con i fatti così da realizzare il desiderato)? E tu sei un ragazzo “fedele” ai sogni, e saresti capace di perdonarti più “insuccessi” o il reiterato essere ignorato e non scelto? Io cerco di non sentirmi in un vicolo cieco e di non imboccare mai una strada di non ritorno, ma solo di approcciarmi al vivere come ad un lungo percorso…
In una relazione di qualsiasi natura sia, per un obiettivo, per un “sogno” cosa sei eventualmente disposto ad accettare e a cosa saresti disposto a rinunciare? Cosa ne pensi dei compromessi a più ampio raggio, volere si risolve sempre e in ogni caso in potere? Ho fiducia e stimo solo l’originalità e non le scorciatoie, alle quali non presto fede. Il sogno mi aiuta a tenermi in vita, mentre i “sistemi” smonterebbero tutto il suo fascino [del sogno].
Per te, qual è lo “sporco più sporco”? Le persone davvero imparano dai propri errori tant’è che possono avere comportamenti del tutto differenti nel tempo per cui, per esempio, vale la pena perdonare un tradimento di fiducia ed andare oltre ad una disillusione, vale a dire credi nelle seconde possibilità date ad una medesima persona e a se stessi? Si possano invero limare lati del carattere e determinate attitudini oppure, prima o poi, ricompariranno inevitabilmente? Propendo nel pensare che con una discreta visione di se stessi, dagli errori si può soltanto imparare – e di conseguenza ritengo che gli sbagli aiutino a crescere. È giusto non navigare negli alibi, quanto invece riconoscere un errore come tale.
A riguardo del tuo brano “JUOC E MARE”, hai dichiarato <<Il mare è un luogo fisico e mentale. A volte ci conforta e altre, invece, ci travolge attraverso una corrente improvvisa che agisce secondo un gioco imprevedibile, esattamente come la vita>>. Ebbene, tu credi al destino ed in caso affermativo in cosa ritieni consista? Il destino, per quel che mi riguarda, non è altro che il risultato di ciò a cui siamo diretti. Non sempre siamo in pieno possesso della conoscenza circa la destinazione, non di meno non credo che tutto sia solo una pura fatalità.
La discriminazione di genere, per citare uno dei tristi temi di cronaca spesso derivanti da preconcetti infondati, è una bruta realtà che purtroppo investe molti tra i quali per esempio anche le donne o all’opposto non riscontri tutto questo? Donne vittime di violenza come se il sesso di nascita comportasse doverose peculiarità, categoriche e categorizzanti, di genere; donne perseguitate da imposizioni secolari e non ancora desuete e da restrizioni, tanto per dirne una, in ambito lavorativo quindi discriminazione che riporta il nostro discorso all’oppressione e ai maltrattamenti in nome di sovrastrutture che fanno forza sul mancato diritto che ogni persona dovrebbe effettivamente avere di manifestare, sviluppare e mostrare se stessa senza per questo venir appellata quale spregevole e violentata nella personale libertà da una morale immorale o non convieni con me su ciò? Assolutamente convengo con te. Purtroppo ancora oggi ci sono posti dove nascere donna risulta il primo “compito” di vita …questo sicuramente ha reso il sesso femminile più risoluto e in gamba. Speriamo un giorno, presto, di non trovarci ancora a raccontare storie simili (e, al massimo, ricordare gli errori del passato, per non commetterli mai più).
Quale reputi essere il seme infestante che conduce ai peggiori scontri, violenze, conflitti, mortificazioni e crudeltà? Tu sei credente, hai fede in qualcosa/qualcuno – e cosa ne pensi della Teodicea, ossia del problema della sussistenza del male nel mondo (male non soltanto morale, ma altresì in natura) in rapporto alla giustificazione della bontà ed onnipresenza divina? Realmente sono convinto che il modo migliore per contrastare qualunque atto violento e crudele sia l’educazione e la cultura. Magari cercando di incentrare sin dalle scuole primarie gli insegnamenti proprio sull’educazione, sul rispetto e sul senso civico. Io non amo definirmi un “credente”, ma credo certamente nella vita e nella sua bellezza.
Infine, quali le tue priorità e i tuoi prossimi progetti artistici e personali a breve e a più lungo termine? Le mie priorità, ed immagino siano simili a quelle dei più, sono di tornare presto a vivere nella normalità. I miei progetti più strettamente “personali” sono invece continuare a fare musica, portare alla luce il mio album e soprattutto poterlo suonare non unicamente attraverso una riproduzione digitale.
Giulia Quaranta Provenzano