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Giornata Mondiale della Poesia: menzione di Merito poetica per la dianese Giulia Quaranta Provenzano

Un altro importante riconoscimento per la nostra collaboratrice, la dianese Giulia Quaranta Provenzano, a cui è stata assegnata una menzione di Merito, in occasione del 16° Concorso Internazionale di Poesia Inedita “Dedicato a… Poesie per ricordare – Giornata Mondiale della Poesia.

Giulia è stata premiata dalla Aletti Editore che, con i suoi ventisette anni di cultura, dopo aver visionato i componimenti giunti in redazione, ha anche selezionato la giovane poetessa ligure per l’omonimo volume antologico, con i versi di “I silenzi”.


Il libro “Dedicato a… Poesie per ricordare – Giornata Mondiale della Poesia”, che rimarrà negli annali del Premio, sarà messo in commercio da fine novembre 2021 così da essere disponibile per il mese di dicembre e poterlo utilizzare come strenna di Natale. La raccolta poetica sarà impreziosita dalla firma dei Presidenti di Giuria Giuseppe Aletti, poeta, editore, docente di scrittura poetica, ideatore di numerose manifestazioni di valenza internazionale e dalla firma di Alessandro Quasimodo, poeta, autore, attore e regista teatrale.

Sempre nel mese di novembre si svolgerà inoltre la premiazione del concorso durante la quale saranno indicati i primi dieci classificati.

Adesso, a seguire, la lirica “I silenzi” di Giulia Quaranta Provenzano.

<<I silenziCosa mi parla di te? Quei silenzi/ che hanno il sorriso sulla bocca/ E le nubi negli occhi// Hai occhi di falco, pelle del Sud,/ d’un tempo senza tempo, d’un amare/ senza amore se non, ora, per te stesso/ E forse, probabilmente, neanche quello/ Ma, Ma dio!, quanto sei bello// Possiedi chiaroscurale beltà,/ ombre e lineamenti sottili/ che/ confondono ed infondono tremiti/ tra i pensieri sparsi come liquore/ dai frutti proibiti// …Un pendolo, adesso, troppo presto/ suonerà i rintocchi e/ la mezzanotte giungerà a sconvolgere l’anima/ in pena perché più dell’assenza sono i silenzi/ a bruciare le ciglia corvino>>.

È Giulia a dichiarare: “Si dice che gli occhi siano lo specchio dell’anima e davvero ne esistono alcuni che si imprimono come, forse, sol il marchio del diavolo riesce dentro le ossa e non soltanto lì. Sono occhi, sono sguardi, che bruciano ‘ciglia corvino’ ma soprattutto la carne stessa ed ogni pensiero razionale – trascinando in un vortice di seduzione che diviene quasi imbuto della pazzia, se con follia si indica ed intende l’aldilà d’ogni ipotizzato ed ipotizzabile precedente agire …Io sono sempre stata affascinata da queste finestre sul mondo, da questi specchi che rimandano sino a dove si è disposti ad inoltrarsi, leggere, esperire”.      

La Quaranta Provenzano ha poi continuato: “I silenzi che ruolo giocano in tutto questo conturbante? Beh, essi aumentano di certo il desiderio che si alimenta dell’attesa e tanto più di un’incertezza vorace che porta a dubitare di tutto tranne che del sentire, che è la sola musica che si ode nella mente (mente, che il più delle volte, appunto mente) scossa da istinti primordiali e tremori… Ci sono, comunque, due silenzi nella mia poesia e cioè quelli appena adesso detti, che sono calamita per chi prova l’emozione e quelli che, invece, sono più propriamente propri dell’amato. Qui, in <<I silenzi>>, chi è il soggetto d’attrazione lo è probabilmente altresì in base ad una prestanza che è una sorta di patina di mistero e il non, almeno subito, concedersi ad acuire – da ciò deriva, chissà, l’impressione di trovarsi di fronte ad una persona arrogante e a tratti superba nell’ostinazione tenace – perché, si sa, il proibito è dalla notte dei tempi quanto l’animale uomo-donna maggiormente ambisce in primis per una questione di (necessità di) potere e/o vanità”.  

Ed infine Giulia ha concluso: “Vi state, magari, domandando chi è il protagonista di <<I silenzi>>?!? Oh, non è di sicuro un nome che può e deve soddisfare la più profonda curiosità del lettore invero interessato quanto, piuttosto, per esempio perché l’ho dipinto con ‘occhi di falco’… Ebbene, il falco è un uccello diffuso in tutto il mondo quindi non è, evidentemente, esclusa l’ampia possibilità di immedesimarsi più facilmente in chi lo ammira (ognuno ha o ha avuto un falco a sé caro) …ve ne si è attratti, però, per quale motivo? A voi lettori lascio il piacere della ricerca. Soltanto abbozzo come esso possa rappresentare un connaturato senso di protezione, benché non ci si pensi immediatamente – pur se non si direbbe, il falco è infatti molto protettivo con i suoi piccoli …ma può simboleggiare anche il demonio che, data la velocità con cui plana e afferra la preda, squarcia il cuore di chi ne è posseduto (come si vede su una vetrata della cattedrale di Bourges)…”.

A Giulia i complimenti di tutta la Redazione. Siamo orgogliosi di avere una così importante e brava giovane che collabora al giornale e le auguriamo di continuare così.    

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