Nel dicembre 2019 la Corte di Cassazione, per il caso Cromo VI del 2008, condanna Solvay per disastro ambientale, omessa bonifica e messa in sicurezza del sito di produzione con conseguente sversamento di sostanze tossiche (tra cui i PFAs) in falda, nelle acque superficiali ed in aria.
Oggi, a poco più di un anno di distanza, assistiamo all’apertura di una nuova inchiesta da parte della Procura di Alessandria in merito al ritrovamento, al di fuori del polo chimico – in nove pozzi – della molecola cC6O4.
Una sostanza, brevettata dalla stessa Solvay, dichiarata “tossica per l’uomo e per gli organismi animali”
“Le garanzie che Solvay millanta in merito alla salute di lavoratori e popolazione sono – oggi come allora – fallaci quanto la barriera idraulica dello stabilimento – dice Viola Cereda, portavoce del Comitato Stop Solvay – Il territorio su cui sorge il polo chimico continua ad essere avvelenato. Il dramma ambientale e sanitario che Solvay sta producendo sul territorio non dovrebbe più lasciare spazio a mezze parole e silenzi. Le Istituzioni hanno il dovere di assicurare la reale bonifica del territorio per intraprendere un processo di riqualificazione che abbia al centro la salute ed il benessere delle persone che lo abitano. Quelle stesse Istituzioni devono avviare immediatamente uno screening sanitario della popolazione.”
Per questo motivo, SABATO 13 MARZO alle 16.00, il Comitato Stop Solvay invita tutte e tutti coloro che abitano questo territorio a partecipare al presidio statico, convocato davanti al Comune di Alessandria.
“Vogliamo ciò che ci spetta: tutela della salute e dell’ambiente! STOP alle menzogne e alle minacce, STOP agli sversamenti e ai veleni, STOP al profitto sulla salute. STOP SOLVAY!”
Comitato Stop Solvay