La giornata internazionale della donna dell’8 marzo non è stata per alcuni un giorno di festa, ma una giornata di mobilitazione, lotta e sciopero.
Di seguito riportiamo le dichiarazioni del sindacalisti tratte dalla loro pagina Facebook, che qualche collega, invece, come al solito, ha spacciato per sue, come se fosse un’intervista originale realizzata dal giornale in cui lavora, mentre invece, si tratta di dichiarazioni e immagini pubbliche che anche noi abbiamo deciso di “riprendere” per dare voce ai lavoratori, ma con l’onestà intellettuale di ammettere che non sono il frutto originale di Oggi Cronaca.
Purtroppo questo è il giornalismo di oggi: tanti che copiano da Facebook o da altri Social spacciando le notizie come proprie e la gente che non lo sa, ci crede e pensa che altri (noi ad esempio) abbiamo copiato da quei giornali che per primi hanno “preso” la notizia dai Social, ma non è così.
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Dalle prime ore del mattino di ieri, i lavoratori iscritti ai SI Cobas si sono trovati davanti ai cancelli del Logicor Park (polo logistico di Tortona) e della Miliardo Yida (fabbrica di riciclo plastica di Pontecurone): per dimostrare che non basta “dichiarare” a parole uno sciopero, ma è necessario organizzarlo davanti ai cancelli delle fabbriche e dei magazzini sul territorio, col protagonismo della classe lavoratrice!
“Come sindacato – dicono – stiamo portando avanti importanti rivendicazioni per salario diritti e dignità sul luogo di lavoro, per rivendicare con forza la sottoscrizione di un protocollo di sicurezza Covid che tuteli realmente, non soltanto sulla carta, la salute dei lavoratori e delle lavoratrici, poi un aumento del ticket mensa a 7 euro per ogni giornata di presenza, il riconoscimento del fondo integrativo sanitario Sanilogo previsto dal contratto collettivo nazionale, con copertura delle spese sanitarie sostenute dai lavoratori nei mesi precedenti.”
“Rivendichiamo infine – concludo i sindacalisti – la libertà di organizzazione e iniziativa sindacale: se dobbiamo lavorare, possiamo scioperare! A chi vorrebbe farci credere che oggi l’unica strada sia quella di abbassare la testa accettando passivamente la crisi, noi rispondiamo rilanciando la lotta per migliorare le nostre condizioni di vita e lavoro, lanciando una campagna operaia per estendere queste rivendicazioni a tutti i lavoratori e le lavoratrici del polo logistico!”