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A Tortona giochi chiusi contro il contagio, ma i genitori entrano lo stesso e ci portano i figli

La tentazione di pubblicare le fotografie che ci hanno inviato, dove si vedono gruppi di cinque-sei bambini giocare senza mascherina uno attaccato all’altro, con vicino anche qualche genitore tutt’altro che a distanza di sicurezza, era grande e non saremmo incorsi in alcuna violazione, perché avremo oscurato i volti dei piccoli, che non sarebbero stati pubblicamente riconoscibili.

Poi però abbiamo pensato che i bambini, in fondo, che colpa hanno se i genitori, pur di farli giocare fra di loro decidono che vale la pena mettere a rischio la loro salute? Inoltre si vedevano i genitori e questi avrebbero potuto essere riconosciuti dal coniuge e avremmo corso il rischio di far scoppiare un putiferio in famiglia nel caso il padre (o la madre) non sapesse dell’accaduto. A rimetterci, nella pubblicazione delle immagini, insomma, sarebbero stati sempre e comunque i bambini, che sono innocenti e non hanno alcuna colpa.


Così abbiamo deciso di tenere in archivio le immagini, che però ci sono servite per confermare la segnalazione giunta in redazione, che si riferisce a ieri pomeriggio, venerdì 12 marzo.

Ma andiamo con ordine. Il Sindaco di Tortona, Federico Chiodi, su disposizione regionale, chiude i parchi dove possibile, ma soprattutto le aree gioco per bambini; un provvedimento dettato per evitare il propagarsi del contagio di questa terza ondata che, a differenza delle due precedenti, colpisce soprattutto le giovani generazioni.

Un sacrificio, l’ennesimo, soprattutto per i bambini, che non possono frequentare le aree gioco, ma qualche genitore decide che far divertire il proprio bimbo è troppo importante e così, ieri pomeriggio, alcuni raggiungono il parco giochi di piazzale Oberdan, sul parco del Castello (nella foto in basso) e scavalcano la recinzione alta circa un metro portandoci dentro i bambini a giocare.

I piccoli sono contenti: vanno sull’altalena, sugli scivoli e giocano sulla sabbia. Una delle immagini che ci è stata mandata è eloquente: sono tutti uno vicino all’altro, praticamente attaccati e vicino a loro, a meno di un metro di distanza, una mamma che però indossa una semplice mascherina in tessuto…

La lettrice che ci ha inviato la segnalazione è esterrefatta: “Buonasera – ci scrive – è la prima volta che mi rivolgo a voi come giornale, ma vi seguo da tantissimi anni perché trovo ogni vostro articolo molto serio e che rispecchia la REALTÀ della nostra città ed è per questo che ad oggi, come mamma, mi rattrista vedere certe scene di cui vi allego le foto. Ad oggi molte mamme non hanno capito la gravità della situazione e permettono ai loro bambini di giocare in un parco giochi scavalcando la recinzione e loro di bivaccare sul prato non curanti delle misure in atto. Grazie e chiedo scusa per il disturbo.”

Guardando bene le immagini, però, non ci sono soltanto i bimbi che giocano: dietro sul campo di calcio è in corso una partita fra bambini un po’ più grandicelli e sulle panchine fianco alcuni giovani uno vicino all’altro. Hanno la mascherina? Non ce l’hanno? Difficile capirlo dalle immagini in lontananza, ma come si fa a giocare a pallone con la mascherina?

La vicenda si è conclusa con una segnalazione alle Forze dell’Ordine perché chi ha scattato le foto, per fortuna, ha avuto anche l’accortezza di dare l’allarme. Non sappiamo chi sia eventualmente intervenuto, se Carabinieri, Vigili Urbani, Polizia o altri, e neppure come sia finita, cioè se con un semplice allontanamento o una multa, ma non importa, perché il nocciolo della questione è un altro e riguarda un piccolo interrogativo che poniamo all’attenzione dei lettori: può essere considerato un buon genitore colui che mette a rischio la salute del proprio figlio (perché di questo si tratta) per un’ora di gioco insieme agli altri bambini?

Vero che il rischio è molto basso, ma perché sottoporre ugualmente il proprio figlio a questo pericolo?

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