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Oggi Musica: il rapper FRE e l’istinto a guida della sua libertà esperienziale nella musica e nella vita


FRE, all’anagrafe Francis Adesanya, è un rapper italiano con papà nigeriano. Nato a Chieti, è cresciuto a Milano tra la periferia e la città – coltivando fin da piccolo una grande passione per la musica. Dopo essere entrato a far parte di un gruppo, inizia diverse collaborazioni con artisti quali Tormento, Vacca, DJ Fede, Enz Benz e Ronnie Jones tanto da crescere parecchio artisticamente e tecnicamente. Dopo un periodo di stop, riprende l’attività da solista, pubblicando nel 2017 il suo primo brano dal titolo “Solo” a cui seguono i singoli “Fatti Di Stelle [https://youtu.be/y4x1b-ITwns], “Il Cielo con un dito” [https://youtu.be/AeRgom8TSfI] e “Joe Bastianich” [https://youtu.be/aLhl8IXpYNc] che lo portano a firmare con la Thaurus Music / Visory Records la prima pubblicazione del personale album “Gomorrista” che vanta oltre un milione di streams su Spotify. “Pasta&Flow” [https://youtu.be/Hf-O-nnVYKE] ed “Influencer” [https://youtu.be/ptVGB0SMuN4], con oltre un milione di visualizzazioni su Youtube, sono i due singoli estratti dall’album. A seguire l’intervista di Oggi Cronaca, per la nostra rubrica Oggi Musica, a Francis Adesanya.                                                                                                                                             

Francis, ad oggi come ti descriveresti come persona e in quanto Artista? E da bambino come ti dipingevi “da grande”? Per quel che mi riguarda, credo che l’artista e la persona non siano differenti l’uno dall’altro. Non mi comporto diversamente da quello che sono, Fre o Francis che sia, ovvero sono autentico sia nella musica che nella vita. Mi reputo una persona tenace, che non si arrende mai, iperattivo, creativo, sognatore, leale e pieno di idee. Sono poi paranoico e mi sembra sempre che gli altri facciano meno fatica di me in qualsiasi frangente; qualunque cosa io realizzi ci penso prima un po’ di volte, sino a che comunque non mi rendo conto che la prima idea è sempre la migliore. Certo è che è difficile essere imparziali con se stessi, anche perché sono lunatico ma immagino sia un tratto distintivo dei gemelli… Da piccolo volevo giocare a basket.


Francis Adesanya all’anagrafe, come nasce e perché FRE quale tuo nome d’arte? FRE è il diminutivo di Francis e, alla fine, mi sembra che suoni bene anche come nome d’arte.

E a proposito di momenti, inizi, prosegui e sviluppi, quando la Musica è entrata nella tua vita tatuandosi nella tua anima senza possibilità di ritorno? Quando cioè hai compreso che essa ti aveva ormai già inciso la mente e il cuore, e quale tra i due – tra istinto e ragione – ha per la maggiore predominanza in te? Che la musica, quando entra in una persona, non dia a questa più possibilità di ritorno da essa è verità assoluta. Se dovessi smettere di fare musica, sarei un ottimo paziente per il reparto psichiatrico. La cosa più brutta e difficile per chi l’ama è proprio farne a meno. La realizzazione del sogno è quel pensiero che batte costante al e sul cuore. Personalmente non ricordo di preciso quando la musica mi è entrata dentro; ho tuttavia fatto molte rinunce in suo nome perché è per me impossibile reggere troppe cose contemporaneamente e non di meno non ho mai smesso un secondo di pensare alle mie tracce e al loro sviluppo – benché per realizzarsi e realizzarle non si debba necessariamente essere subito i primi nel campo musicale. Per arrivare a contare qualcosa bisogna invece puntare molto in alto, nonostante si sia in tanti. Quando la mattina, appena svegli, la musica è la prima cosa a cui si pensa e che conta, senza nulla togliere alle altre cose importanti della vita, allora si è entrati nel suo “vortice”. Nel mio caso la ragione, spontaneamente, non vince sull’istinto. La strategia è importante ma fino ad un certo punto, il mio istinto non per nulla fa dei ragionamenti che la ragione non potrebbe mai capire.

Per poter fare della propria Passione una professione, quant’è importante il curriculum (con curriculum intendo non solo ed unicamente lo studio bensì piuttosto aver già fatto pratica, avere esperienza e contatti in un certo settore)? Fare pratica, gavetta, iniziare a farsi conoscere e conoscere, ed essere costanti è molto importante. Quello che bisogna imparare più di tutto è saper incassare un bel “NO!”, per trasformarlo dopo in “Sì” in quanto è qui che si riconosce e distingue un artista “con le palle”.

Qual è l’istante in cui, se c’è un tale istante, un emergente capisce che non lo è più? E come riuscire ad emergere per il proprio autentico valore in questo periodo in cui della tecnologia e dei canali di diffusione probabilmente si ha un proliferare ed una diffusione di gran lunga superiori a quanto richiederebbe normalmente non soltanto il mercato, ma un attento ascolto? Emergente è l’artista che sta uscendo fuori da una ristretta cerchia. Più il pubblico aumenta e più la sua forza artistica diventa grande. Sicuramente i numeri sono un segnale, ma non sono tutto. La riconoscenza e la stima da parte degli addetti ai lavori è basilare, come è importante che il pubblico riconosca e si ritrovi in quello che uno scrive e fa. Ci deve essere un riscontro oggettivo… anche se forse non sempre ci si accorge della propria posizione perché è in ogni caso una lotta e la competizione è elevata.

La capacità di essere camaleontici è necessaria per fare musica, per essere riconosciuti artisti e avere seguito sul mercato o conciliare la fedeltà alle proprie urgenze espressive, la propria connaturata modalità di sentire interiore ed una buona commercialità è più spesso un’impresa titanica ed at-tentatrice dell’integrità della propria più spontanea verità? Io sono <<diversamente Rapper>>. In effetti, potrei fare diverse cose e mischiare i miei gusti con quelli di altri senza grossa fatica. Ciò potrebbe dimostrarsi vantaggioso, quantunque non fondamentale, e in grado di porre sotto quella luce che differenzia dallo specialista in un unico genere. Non saprei dire quanto sia imprescindibile e non di meno, sicuramente, il saper stare dietro alle tendenze del momento può aiutare molto. Questo non equivale, per il sottoscritto, a dover fare musica basandomi solo sulla presente tendenza piuttosto che è bene mettere perfino del mio in una canzone, in una song, che se ignorassi la moda non sarebbe esattamente come quella che produrrei di solito. Creare un nuovo ibrido, generalmente e per lo più, “spacca”.

Cos’è imprescindibile ad un Artista con la A maiuscola e cosa, all’opposto, non è essenziale a tuo parere? Essere vero è quel che considero imprescindibile per un Artista, mentre far vedere di avere tanti soldi non lo è per nulla.

Ritieni che quella contemporanea sia una società ultra consumista per cui ogni giorno escono centinaia di canzoni, delle quali talune destinate a non rimane più di alcune settimane, dacché senza studio ed un’educazione musicale non si può trovare un’identità che possa andare al di là delle mode e che resti nel tempo, od invece il fatto che attualmente – soprattutto per mezzo della tecnologia – la musica possa farla chiunque non comporta una carente preparazione tecnica qual presupposto di un mancato spessore culturale ed artistico? La preparazione di oggi non è sicuramente quella di tempo fa. La tecnologia ha aiutato tanti artisti a diventare qualcuno da autodidatti. È, l’attuale, un mercato consumista dove ogni giorno vengono pubblicate tracce che poi cadono subito nel dimenticatoio. Bisogna dunque capire il motivo per cui si pubblica, che esigenza si ha, quando è il momento adatto e perché. L’educazione musicale è un argomento che non saprei affrontare adeguatamente bene, ma di sicuro adesso per chiunque è possibile fare musica. Ugualmente di sicuro, la qualità e le idee faranno la differenza. È il pubblico a riconoscere sempre il vero musicista e cantante da una mala copia. Si possono produrre anche mille album che se non si sa quello che si fa rimarranno inevitabilmente solamente nel proprio computer.

Qual è lo stato dell’arte in generale e della musica in particolare oggi in Italia e all’estero, dal tuo punto di vista? E della spettacolarizzazione del dolore e della pornografia dei sentimenti, ma pure di quelli che sono temi parecchio inflazionati nel presente chissà se sol per seguire il flusso della corrente e non per una reale sensibilità come, ad esempio, la violenza sulle donne o l’ambiente, la droga, la malavita cosa puoi dirci? Diciamo che fa comodo scrivere brani che potenzialmente potrebbero toccare maggiormente il pubblico, anche solo per (il peso comunemente dato al) l’argomento. Questo lo fanno in tanti e questo, ad esempio, secondo me rende le canzoni d’amore spesso un po’ troppo noiose, molto simili e scontate. La pornografia dei sentimenti fa scena e fa scena rendere spettacolare il dolore, oppure essere tristi quando in verità non lo si è. Oggi il rischio è di strumentalizzare tutto, e di fare soprattutto di alcuni temi un cavallo di battaglia – l’argomento della violenza sulle donne, tra le tante, è una di queste tematiche inflazionate. Non so come sia lo stato della musica all’estero …da qui sembra che funzioni tutto meglio rispetto all’Italia. Certamente la lingua italiana non aiuta ad espandere molto gli orizzonti, ma finalmente qualcosa sembra un minimo muoversi.

Cosa ne pensi dello spazio in società, lavorativamente, in famiglia “concesso” e riservato alle donne? Ti sembra che abbiano le medesime possibilità di un uomo o che la strada verso l’accesso ad alcuni ambiti in passato prettamente ritenuti di competenza maschile sia ancora parecchio lunga da percorrere perché limitate le possibilità date a ragazze e signore? Noti la sussistenza di certi tabù e di taluni preconcetti discriminatori, che in prima persona desidereresti cercare di neutralizzare? Io non faccio distinzione di sesso, razza o religione e non trovo a priori che un uomo sia più capace o intelligente di una donna, o viceversa: bisogna invece capire il vero valore di un soggetto rispetto a quello che è il suo talento. Resta il fatto che la nostra è ancora una società arretrata quindi si hanno, ancora, problemi razziali e discriminatori – che pur credo ci saranno sempre. Ad ogni modo se qualcuno pensa che un uomo sia più capace di una donna, solo per partito preso, va assolutamente isolato ed eliminato dai contatti.

Qual è la tua considerazione dei talent show e dei social, e quale quella nei confronti della televisione altra e della radio? E di chi viene eletto ad influencer e si dice altresì cantante o viceversa cosa ne pensi, ossia qual è il significato e la necessità, l’eventuale pregio, di una figura come l’influencer? Oggi il mercato è saturo di interpreti e povero di cantautori? Per quanto riguarda i talent show non ho niente contro di essi ed anzi, se non si ha la possibilità di avventurarsi in altro per motivi vari, è utile tentare di entrarvi. Esiste però una differenza enorme tra un artista che si è creato da solo e chi fa parte di uno show senza essere lo show, con una fanbase legata al programma. I social sono uno strumento di comunicazione importantissimo e pur non mi piace vivere solo su Internet e quando l’obbiettivo di vita diventa imitare e prendere più like possibili, arrivando a fare cose stupide ed esagerate per trovare una popolarità che sarà lampo. Tutti siamo influencer, chi più e chi meno, e questo dipende sostanzialmente da chi si è …la maggior parte invero non sono tali, all’opposto sono marchettari …E non si dimentichi come non siano soltanto i numeri a fare un influencer quanto il numero di seguaci che, se pur piccoli, prendono qualcuno come punto di riferimento. Per ciò che concerne la radio non l’ascolto molto, sono più orientato sullo streaming. La TV nazionale l’ho già sostituita da tempo con YouTube, Sky e Netflix quindi, per dire un programma qualsiasi, il Grande Fratello non è tra quelli che guardo. Infine i cantautori mi pare siano molto pochi, interpreti troppi. Questo perché nel primo caso pensano che la sola cosa importante sia fare musica e solo quella, senza contare che c’è tutta una parte da seguire come la promozione e la comunicazione; dall’altro verso gli interpreti puntano unicamente sulla potenza vocale e sui numeri ottenuti, per esempio, uscendo dai talent. Ma chi può dirsi sicuro che alla gente a casa interessi davvero come prima cosa la voce di un artista? E ai discografici interessa ciò? Gli artisti più popolari hanno raggiunto così il loro seguito, i loro obiettivi? Io non credo…

Vi sono artisti ai quali fai riferimento nella tua vita e con i quali vorresti collaborare ed avviare un progetto comune – e perché? Punti di riferimento non ne ho, sebbene prediliga ascoltare musica internazionale per prenderne spunto ché c’è sempre da imparare dai migliori. Mi piacerebbe collaborare con tanti artisti in realtà ed infatti aspetto il momento giusto per creare delle collaborazioni. Ho alcune idee e spero di portarle a termine.

Nella Musica come in altro, la bellezza può essere universale e travalicare il gusto e le preferenze? È possibile vi sia davvero un universalmente bello, e secondo quali canoni, di cui tutti riconosco il valore seppure magari ognuno venga attratto da un aspetto piuttosto che da un altro di quanto è ed ha Beltà? Secondo me no, la bellezza non può essere universale. Può difatti succedere che ci siano delle tracce fatte molto bene, che non di meno possono non piacere sebbene sia impossibile dirle brutte.

Ancora a proposito di universale, oggettivo e soggettivo, ritieni che per ciascuna opera d’arte esista una sola interpretazione corrispondente al vero significato da essa personificato ed incarnato? Ovvero, l’ermeneutica può essere una scienza “matematica” con un’unica interpretazione valida possibile e ciò a prescindere dal fatto che di certo in ogni persona possa far scaturire pensieri ed emozioni, e pure (soggettive) interpretazioni, differenti? Io credo che ogni artista dia un significato preciso alla propria opera, ma poi l’interpretazione altrui può divergere e non essere identica a quella di questi… dipende molto dalle esperienze di ogni singola persona.

Dal 15 gennaio è disponibile in radio e in digitale “Sott’acqua”, il tuo nuovo singolo (Pasta e Flow Entertainment / Warner Music): da cosa e quando ha origine la detta canzone [https://youtu.be/Ed4jMWmTpUw]? Ho scritto questa canzone prima che esplodesse il Covid-19, non era pertanto riferita alla pandemia… ma poi il testo e il distanziamento sociale hanno fatto giocofòrza.“Sott’acqua” è nata da situazioni personali che poi sono diventate un po’ di tutti allorché altre persone si sono ritrovate nel mondo della mia canzone. Il mio messaggio, a dispetto della malinconia che potrebbe aver colto qualcuno, è tuttavia positivo e cioè invito ad uscire fuori dalla negatività e a ricominciare a vivere.

Scritto e prodotto presso il Wall of Sound Studio Milano, “Sott’acqua” – cito – è un brano che si rivolge a tutti coloro che si trovano ad affrontare delle difficoltà e che si sentono schiacciati da esse; non bisogna mai darsi per vinti né gettare la spugna, soprattutto nei momenti difficili, quando non sembra esserci una via d’uscita. Tu stesso ti sei trovato in questa situazione, e come sei riuscito ad uscirne? Mi ci trovo di continuo, molte difficoltà sembra quasi che mi cerchino!!! Diciamo che, siccome seguo moltissimo l’istinto, può essere che mi caccio io da solo in qualche guaio ma sono in una fase positiva quindi sono altrettanto tranquillo. Se non si rischia, comunque, non si porta a casa nulla nella vita perciò ben vengano i problemi.

Hai ribadito, per l’appunto con il tuo singolo “Sott’acqua”, l’importanza di non arrendersi mai, di lottare per ciò in cui si crede senza farsi influenzare da ciò che circonda. Ebbene volere è davvero sempre potere? E qual è il peso specifico di eventuali compromessi, essi sono inevitabili oppure tu sei uno che al posto di piegarsi piuttosto si spezza? Secondo me la costanza premia, di conseguenza volere è potere sempre! Alla fortuna non credo, ma credo nel lavoro fatto con passione. Non mi hanno mai proposto nulla di eccessivamente compromettente, tant’è che tendenzialmente non mi piego.

Hai inoltre raccontato <<Ho scritto questo brano, “Sott’acqua”, in modo naturale e quasi di getto mentre osservavo, camminando, le persone come rinchiuse dentro un’ampolla di vetro, perse nei loro pensieri e nei loro problemi. Ho pensato che, probabilmente, una parte di queste vive costantemente come un pesce rosso “sott’acqua”, come se non avesse una via di uscita o non sapesse cosa fare per migliorare la propria situazione. Ho preso spunto dal complicato periodo che sta attraversando la società, non so …forse si è smesso di sognare o di lottare per le cose che contano davvero>>. Cosa bisognerebbe dunque fare per migliorare la propria situazione, e quali sono le cose che per te hanno realmente importanza e priorità? Quando un problema esiste, quando è reale, è inutile abbattersi perché comunque rimane. Quello che bisogna fare è prendersi un momento per respirare a pieni polmoni e ragionare per trovare delle soluzioni veloci, che possano tamponare la situazione. Il tempo aiuta a rimarginare le ferite e il primo passo porta alla soluzione… è meno difficile di quello che sembra. È chiaro che se ci si chiude a riccio è tutto inutile in partenza.

Quali sono i tuoi prossimi progetti a breve e a più lungo termine? Tante pubblicazioni; ho delle canzoni pronte e mi sto impegnando per realizzare del materiale nuovo. Spero di poter iniziare con un po’ di date live e di lavorare assieme a qualche buon artista su tracce inedite.

Giulia Quaranta Provenzano

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