A distanza di un anno dalla responsabile ed autonoma decisione di chiudere i battenti delle nostre aziende, a tutela della salute dei nostri clienti e dei nostri dipendenti, siamo ancora qui ad elemosinare attenzioni e più ancora seri provvedimenti a ristoro delle nostre attività, obbligate per decreto a tenere chiuse le serrande.
Da consultazioni effettuate recentemente, risulta che più del 30% delle aziende della nostra categoria non riaprirà mai più: questo è l’effetto, devastante, della pandemia sul nostro settore.
La rimanente parte è in attesa di verificare l’entità dei ristori, le cui risorse sarebbero state accantonate dal vecchio Governo e che dovrebbero finalmente tener conto dell’intero fatturato perso e non solo di quello relativo al mese di aprile 2020 paragonato a quello dell’anno precedente: ci auguriamo a questo punto che escano prestissimo i decreti attuativi e che ci riconoscano una buona parte delle perdite dimostrate ( l’80% del fatturato già elargito in Germania sarebbe un sogno!). Immediatamente dopo i ristori, ci auguriamo di sapere a quali condizioni sarà possibile riaprire i locali estivi prima e quelli invernali poi.
Un ulteriore periodo di inattività decreterebbe il fallimento dell’intera categoria!
Un altro ed altrettanto grave rammarico deriva dall’amara constatazione che le normative in vigore così stringenti per tutto il comparto della somministrazione in genere e molto di più per il mondo dell’intrattenimento, abbiano come contraltare raduni spontanei di massa in piazze, spiagge o stadi (vedi ultimo e sprezzante episodio di ieri durante il derby calcistico di Milano) con evidenti rischi e senza controllo alcuno.
La differenza paradossale e sostanziale tra l’aggregazione diurna e quella serale ha dell’incredibile ed è inspiegabile sia da un punto di vista strategico che scientifico: perché le stesse attività che somministrano a pranzo non possono farlo nelle medesime condizioni di sicurezza anche a cena?
Perché spontaneamente l’assembramento è tollerato mentre le aziende che professionalmente gestiscono le proprie attività sono ancora obbligate a non operare!?
Questi divieti possono essere tollerati solo a condizione che siano debitamente ed equamente indennizzati subito.
C’è ancora, purtroppo, chi vede nel mondo del serale, per non parlare del notturno, soltanto un’orda vandalica e senza regole, dedita spesso e volentieri allo sballo abbinato ad un servizio scadente e non una categoria di imprenditori seri ed appassionati, che fa della sicurezza uno dei punti più importanti della propria attività.
C’è sicuramente, come per tutte le altre categorie e settori, una minoranza di imprenditori (che non possono neppure definirsi tali) che se ne infischia delle regole e che è disposta a tutto pur di monetizzare, anche quando questo va a discapito della salute dei loro clienti (quest’estate ahimè abbiamo avuto parecchi casi di malagestione, dove non solo non si sono rispettate le nuove normative anti Covid, ma addirittura si era fuori da ogni logica e riguardo anche in relazione alle normative ante pandemia), ma sono appunto una minoranza, una devianza e per questi non si possono penalizzare quelli che svolgono correttamente il loro lavoro da anni.
E’ qui che occorre fare una netta distinzione: chi sbaglia paga e salato, ma non deve andarci di mezzo un’intera categoria!
Perché per la stragrande maggioranza di noi vige una regola insormontabile ed è il nostro slogan da sempre: IL DIVERTIMENTO E’ UNA COSA SERIA.
Mike Patitucci Presidente Provinciale Silb-Fipe-Confcommercio