A marzo i primi cinquanta studenti del corso di Medicina dell’Università del Piemonte Orientale entreranno in alcuni reparti dell’ospedale di Alessandria, dove inizieranno l’esperienza pratica affiancati dai tutor. «Per i miei colleghi sarà una esperienza importante che segnerà una svolta sul piano della responsabilità e delle relazioni interpersonali». Enrico Felici, direttore della Pediatria e del Dipartimento di emergenza e accettazione Pediatrico dell’ospedale infantile, sa bene di cosa si parla. In diversi reparti del “Cesare Arrigo” c’è infatti una presenza ormai consolidata: gli specializzandi. In Pediatria si alternano normalmente dai sette ai dieci specializzandi che complessivamente in tutta l’azienda ospedaliera, dal giugno 2018, sono stati finora centosessanta (si fermano mediamente dai quattro ai sei mesi). Oggi, in un qualsiasi periodo dell’anno, la loro presenza all’interno dei reparti alessandrini si attesta sulla cinquantina di persone. «Quello che si è consolidato – sottolinea il direttore della Pediatria – è lo scambio fra conoscenza e competenza del medico interno strutturato e del medico specializzando». Avere di fianco uno studente al terzo anno di Medicina significa prenderlo per mano, formarlo, aiutarlo a tradurre nella pratica clinica quotidiana quella didattica che ha acquisito nei precedenti anni di studio. Il rapporto con gli specializzandi è invece diverso. «Sono medici a tutti gli effetti, hanno superato un esame e, successivamente, sono inseriti in una graduatoria di merito del concorso nazionale per l’accesso alle scuole di specializzazione» spiega Felici. È in questa fase che avviene la scelta della specialità e della destinazione. Alessandria ha ospitato specializzandi delle Università di Pavia, Torino e del Piemonte Orientale. Con quest’ultima destinata a crescere. «I miei arrivano tutti dalla scuola di specializzazione di pediatria dell’Upo e sono in molti a scegliere l’Arrigo per la presenza di diverse specialità. La loro presenza – commenta Enrico Felici – consente di sviluppare attività sui fronti formativi e della ricerca che sono in grado di arricchire i medici interni e gli specializzandi. Non va dimenticato che loro lavorano normalmente in corsia, ovviamente sotto il controllo dei tutor e con il mio coordinamento per quanti riguarda la Pediatria, e che rappresentano una straordinaria occasione di confronto, formazione, stimolo e aggiornamento costante per tutti noi. Non è un caso che la stessa attività di ricerca sia progressivamente cresciuta e a oggi possiamo contare diciotto pubblicazioni».
L’ospedale infantile in un normale anno di attività registra una media di 1.200 ricoveri e oltre ventimila accessi al Pronto Soccorso e vede dei numeri in costante crescita con circa il venti per cento di pazienti che provengono da fuori area di riferimento (l’Alessandrino) e il sette per cento da fuori regione. «Intorno al paziente ci deve essere una rete di specialità pediatriche in grado di rispondere a esigenze di cura sempre più complesse e questo è quello che abbiamo costruito nel nostro ospedale» afferma Felici. Sono queste le peculiarità che attirano gli specializzandi e che possono essere decisive nelle loro scelte future. È il caso di un medico che ha scelto di abbracciare la cardiologia pediatrica e che, grazie all’esperienza alessandrina sta proseguendo il percorso di specializzazione «con grande convinzione e passione». Oppure di un altro che da Brescia, dove ha studiato, arriva prima alla scuola di Novara (sede di Medicina dell’Upo) e poi sceglie Alessandria per la presenza della gastroenterologia pediatrica.
L’incremento dell’attività di ricerca è l’altro aspetto innovativo. «La presenza degli specializzandi costituisce uno stimolo in più per mettere a fuoco filoni di ricerca e approfondimenti. Sono certo – conclude Enrico Felici – che le peculiarità dell’ospedale infantile, le specialità e le attività che sviluppiamo, e che fanno capo al Dipartimento Attività integrate ricerca e innovazione diretto da Antonio Maconi, rendano sempre più appetibile la nostra struttura, insieme a quelle del Civile, all’interno della rete delle scuole di specializzazione in cui siamo inseriti».