La Gipsoteca di Leonardo Bistolfi si è arricchita nei giorni scorsi di una nuova, inedita, opera. Si tratta di un piccolo bronzo che riproduce il particolare della testa del Cristo del Crocifisso che lo scultore casalese ideò per la Tomba della famiglia Brayda nel Cimitero di Villarbasse nel 1901.
L’opera è arrivata al Museo Civico di Casale Monferrato grazie a un deposito quinquennale offerto da Banca Patrimoni Sella & C. che lo ha acquisito da una eredità proveniente dalla famiglia Bricherasio, che fu legata allo scultore da un profondo rapporto di stima e amicizia. E proprio a Bistolfi fu affidata la realizzazione del monumento funebre a Emanuele di Bricherasio: il risultato è lo straordinario sepolcro di grande impatto emotivo, ancora oggi ben conservato a Fubine.
«Grazie a questo deposito – hanno sottolineato il sindaco Federico Riboldi e l’assessore Gigliola Fracchia – la nostra gipsoteca di arricchisce di un’importante e suggestiva opera che sarà una delle molte sorprese che il Museo Civico offrirà ai visitatori alla, speriamo prossima, riapertura. Un ringraziamento, quindi, alla Banca Patrimoni Sella & C. e, in particolare, alla direttrice artistica Daniela Magnetti, che hanno scelto Casale Monferrato per questo prezioso deposito».
La Direzione Artistica di Banca Patrimoni Sella & C., che ha consegnato e allestito insieme ai responsabili del Museo l’opera, ha dichiarato nella persona di Daniela Magnetti: «Come tutti auspichiamo, si spera che la riapertura del Museo non tardi oltre la data annunciata del 15 gennaio, in modo che l’opera possa essere presto ammirata da tutti e che se ne apprezzi l’alta qualità artistica, ancor più nel suo confronto con il gesso che riproduce l’intera Croce Brayda già di proprietà del Museo Civico di Casale Monferrato».
Frutto dunque di un rapporto di fiducia che si è instaurato nel tempo tra pubblico e privato, questa acquisizione giunge non solo ad arricchire la collezione casalese ma diviene un tassello importante per comprendere le vicende e i rapporti personali che Leonardo Bistolfi instaurò con i propri contemporanei.
Inoltre il cosiddetto Crocifisso Brayda riveste particolare importanza perché fu una delle rare occasioni in cui Bistolfi si è dedicato alla raffigurazione di iconografie di tradizione cristiana. Anche il dettaglio della testa bene ci restituisce la sua personale visione consolatrice del Crocifisso. Per Bistolfi, infatti – e sono parole sue – «esso non è il Cristo in Croce ma piuttosto il segno della Croce: è Gesù che apre le braccia nel divino gesto della Carità […]. La testa è eretta, non chinata nell’agonia […] la corona di spine è trasformata in aureola di vittoria».
Il Crocifisso Brayda venne replicato negli anni successivi e utilizzato per altre tombe, così come del solo dettaglio della Testa sono noti oggi di diversi esemplari, di diversi materiali e dimensioni.