Il documentario francese sulla vita del celebre scrittore britannico è ora visibile su Raiplay
Una vita, la sua infinita bellezza e nel caso di certi personaggi la sua assoluta sensibilità e genialità.
Nel documentario “Arthur Conan Doyle vs Sherlock Holmes” emerge chiaramente tutto ciò. Una produzione francese “Gedeon progammes” con la partecipazione di France télévision, di radio télévision Suisse, Curiosity Stream e Histoire, il documentario (oggi visibile su Raiplay) realizzato dopo 130 anni dalla nascita della tanto amata quanto odiata creatura di Conan Doyle, Sherlock Holmes, mette in luce particolari estremamente interessanti della vita del celebre autore britannico. Non solo, nel documentario ci si sofferma molto sull’investigatore più famoso al mondo, Scherlock Holmes, facendo emergere quei particolari della sua personalità che sono in stretto rapporto con l’autore. Arthur Conan Doyle si laurea in medicina e chirurgia nel 1881, ed è egli stesso a dichiarare che la grande capacità d’osservazione di Holmes egli la prese da un suo professore di medicina, il brillante e freddo dottor Bell, capace di guardare con estrema attenzione i suoi pazienti e di cogliere così, quasi in maniera intuitiva, la causa delle sue patologie.
Quel personaggio, che divenne così amato dal grande pubblico, però, gli creava non poco fastidio. Voleva dedicarsi ad una “letteratura più nobile”. Voleva scrivere romanzi storici, letteratura più impegnata, ma il successo ottenuto con Holmes gli impedì, almeno per un po’, di dedicarsi ad altro.
La sua vita è ricca di esperienze: si imbarca sulla baleniera Hope come medico di bordo, viaggia molto, conosce diverse persone famose della sua epoca, affronta ogni tipo di esperienza umana, pratica molti sport, diventa lui stesso investigatore e si batte per ciò in cui crede, come per lo spiritismo, ma non solo. Nel 1910, per esempio, difese pubblicamente Oscar Slater, falsamente accusato di omicidio. Durante la prima guerra mondiale mise in guardia tutti contro i devastanti effetti del blocco sottomarino.
Il documentario si concentra prevalentemente sulla figura di Holmes e sul ruolo che questo personaggio ebbe nella vita di Conan Doyle: gli donò successo e notorietà, ma un successo non del tutto voluto perché capace di oscurare la sua stessa esistenza.
Conan Doyle tenterà di liberarsi di Sherlock Holmes inscenando la sua morte, ma non sarà una vera fine. Il pubblico acclama altri episodi, altre storie di Holmes e a distanza di dieci anni, Conan Doyle riprenderà in mano carta e penna e tornerà a scrivere una nuova opera, “Il mastino dei Baskerville”, ma senza far rinascere il suo personaggio, semplicemente adattando le vicende a tre anni prima della sua morte.
Questo racconto sarà l’opera più celebre di Conan Doyle, così Holmes deve tornare! E per 65.000 dollari per 13 racconti, Arthur Conan Doyle cede, e il 23 settembre del 1903 fa resuscitare Scherlock Holmes.
Sherlock Holmes prende sempre più vita e lentamente Conan Doyle impara a conviverci, anche se non smetterà di lavorare ad altro, come a “Il mondo perduto”, noto a noi tutti per la rielaborazione di Michael Crichton, e ancora ad altri cicli, come quelli del professor Challenger, ed altri romanzi storici e d’avventura.
E dietro alla genialità dell’investigatore più noto al mondo, emerge, al termine del documentario, la straordinaria vita di un uomo che ha saputo cogliere sfumature e inclinazioni del XX secolo per riportarle su carta e fissarle per sempre. E a uno sguardo minuzioso e attento – se vogliamo a uno sguardo alla Holmes – è possibile cogliere importanti stratagemmi letterari per nuove storie di successo, come ben hanno saputo fare gli ideatori della serie televisiva “Dottor House”.
Francesca Patton