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Due maltrattamenti in famiglia a Novi Ligure e gli autori finiscono nei guai

Ieri, 25 novembre, in concomitanza con l’iniziativa “Orange the World”, la campagna di sensibilizzazione per dire NO alla violenza contro le donne promossa dalle Nazioni Unite e sostenuta dal Soroptimist International con l’adesione dell’Arma dei Carabinieri, i Carabinieri di Novi Ligure hanno dato esecuzione a due ordinanze dell’Autorità Giudiziaria nei confronti di autori di maltrattamenti in famiglia e atti persecutori, con l’applicazione della misura cautelate del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalle persone offese. Grazie alla collaborazione tra il Soroptimist International d’Italia e l’Arma dei Carabinieri, nel corso della giornata di ieri sono state illuminate di arancione le numerose Caserme dell’Arma in tutto il territorio nazionale, dove il Soroptimist alessandrino ha contribuito a realizzare, nell’ambito del progetto “Una stanza tutta per se”, la “stanza per le audizioni protette”, luogo di denuncia sicuro per le donne vittime di reati, inaugurata un anno fa, il 21 novembre, in occasione della celebrazione della ricorrenza della Virgo Fidelis,
Patrona dell’Arma dei Carabinieri. Le ordinanza eseguite ieri dai Carabinieri sono state emesse dal Tribunale di Alessandria in esito alle indagini condotte dall’Arma novese a seguito delle querele sporte dalle persone offese, vittime di maltrattamenti e atti persecutori nel recente periodo. Un’ordinanza è stata emessa nei confronti di un 50enne libico per gli atti persecutori posti in essere in danno della ex-fidanzata, alla quale aveva inviato numerosi messaggi contenenti minacce oltre a pedinarla sul posto di lavoro e durante il tempo libero, effettuando numerosi passaggi in auto nei pressi dell’abitazione della vittima.
Una seconda ordinanza è stata emessa nei confronti di un 47enne per i maltrattamenti e gli atti persecutori in danno della ex-convivente, nei confronti della quale aveva posto in essere numerose condotte violente, sia fisiche che psicologiche, proseguite anche dopo la fine della relazione sentimentale con condotte persecutorie, consistite prevalentemente in messaggi telefonici dal tono minaccioso e in appostamenti nei pressi dell’abitazione della vittima, inducendo la stessa a rimanere in casa per il timore generato.

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