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Oggi Musica: Silvia Salemi racconta il suo sguardo sull’Amore. Di Giulia Quaranta Provenzano

Silvia Salemi (classe 1978) è una nota cantautrice, scrittrice e conduttrice televisiva e radiofonica italiana che abbiamo avuto il piacere di intervistare per la nostra rubrica Oggi Musica. L’oggi quarantaduenne, nel 1995 vinse il Festival di Castrocaro con il brano “Con questo sentimento” e da allora non si è più fermata – partecipando, prima nella sezione Nuove Proposte e poi da Big, a quattro edizioni del Festival di Sanremo e al Festivalbar del 1998. Alla carriera di cantante la donna ha però affiancato pure ed appunto un percorso da conduttrice in tv e, dal 2004, altresì su Rai Radio 2.

È dopo una pausa dalla musica che la talentuosa siciliana torna sulle scene discografiche nel 2017 e contemporaneamente pubblica il suo primo romanzo autobiografico intitolato “La voce nel cassetto”. Nel 2019 la Salemi è a teatro con Giuseppe Zeno, con “Non si uccidono così anche i cavalli” e prende parte alla trasmissione di Rai 1 condotta da Amadeus “Ora o mai più”, dove ha presentato il singolo “Era Digitale” [https://youtu.be/EED93rQdyLU].

Alla domanda su come si descriverebbe in quanto persona ed artista, Silvia Salemi esordisce rispondendo che trova molto difficile dipingersi. È abituata a vivere la vita tentando di conservare uno sguardo ottimista in ogni situazioni. Quando giungono giorni complicati, ammette poi di provare comunque sempre a trasformarli in opportunità favorevoli (o per lo meno di guardare laddove il bicchiere è almeno mezzo pieno). Questa mentalità vale in ispècie sotto il profilo da poliedrica artista, artista che si è data negli anni, ed ancora si dà, di continuo nuove chance.

Originaria di Palazzolo Acreide, si è tuttavia recata – su concessione dell’ente di gestione del Parco Naturale Regionale di Porto Selvaggio a Nardò – in Puglia per girare il video del suo ultimo brano “Chagall”, per la regia di Angelo Cascione [https://youtu.be/6kLJ64xCNvs]. A cornice della registrazione, grazie alle Cantine Due Palme, persino Villa Neviera a Cellino San Marco. Silvia Salemi non nasconde infatti come La Puglia mi è immediatamente entrata nel cuore per i suoi paesaggi così selvaggi, ma al tempo stesso così pieni di bellezza e di storia …La scelta di ambientare il video in codesta regione è stata dettata dalle sensazioni suscitate dai suoi meravigliosi scorci naturali, in cui il mare si fonde con la terra, proprio come accade alle due anime di cui canto nel singolo.


Canzone, la sopraddetta, che ben palesa come per la sua autrice ed interprete la Musica sia una risorsa, una terapia e addirittura tutta la sua esistenza tanto da averlo già capito a quattro anni d’età, quando allo specchio si guardava dicendo <<Io sono una cantante>> (ride nrd). Ella specifica anzi come la musica sia per lei acqua naturale nella quale, simile ad un pesciolino, per istinto vi si muove quasi quasi fosse in un acquario. Musica quella della Salemi che lei stessa non sa definire, benché azzardi come Forse è po’ soft-rock e un po’ pop, musica che va alla ricerca di sé poiché è costantemente in evoluzione.

Testo presentato quale assolutamente libero e non autobiografico, che parla d’amore, “Chagall” è stato prodotto da Francesco Tosoni e composto da Silvia insieme a Giacomo Eva e Marco Rettani al fine di analizzare il precario equilibrio di certe relazioni che fanno paura, sebbene alla fine trovino la giusta strada per esprimersi e per avere il coraggio di esistere. Il titolo del brano è invece stato suggerito soprattutto dall’ammirazione della cantautrice per uno dei suoi pittori preferiti che, attraverso tinte semplici e dirette, riesce a regalare a chi ammira le sue opere delle emozioni fortissime e senza necessità di ricorrere alla forma o al tratto del pennello. Un omaggio cioè al genio russo caratterizzato da una riconoscibilità indiscussa che, per mezzo dei citati vivaci e brillanti colori, si palesa subito sentimento – e non per niente il singolo “Chagall” parla, nello specifico, (del capacitarsi) di un sentimento profondo che può magari non essere immediato ma nonostante ciò di sicuro arriva prima o poi (per quanto lentamente), come la comprensione di un quadro.

Amore dunque immenso, quello di Silvia Salemi, per il cantautorato tanto da proseguire: “Le canzoni non si scrivono ragionando su cosa farne, di quanto e quale pubblico le ascolterà o di quale radio le passerà. Io penso piuttosto <<Scrivo questa canzone perché adesso ho questa emozione dentro>> e credo sia così anche per i pittori. Quindi l’arte, a mio avviso, è incredibilmente soggettiva. È per antonomasia l’espressione più libera e meno rinchiudibile e sacrificabile in generi e secondo paletti ben precisi; poi spesse volte chiaramente lo si deve fare dal momento che c’è un’antologia, c’è una narrazione, ci sono i libri, c’è la storia e si è propensi per la maggiore ad incasellare le cose per poterle raccontare… però non è dovuto affinché l’opera abbia un significato o una ragione per venire alla luce”.

Inoltre prosegue ammettendo come il messaggio di “Chagall” sia, nella sua intenzione, che l’Amore è un sentimento senza costrizione, dalle mille sfaccettature e che non in qualsiasi circostanza le relazioni sono facili e senza problemi da portare avanti – esattamente come riconoscere un tratto di un pittore, leggere dentro l’anima degli esseri umani. Ecco una delle ragioni per cui, per Silvia Salemi, i rapporti e le relazioni vanno vissute con estrema libertà. Interconnessioni ossia che sovente generano timori visto che tutte le relazioni ci compromettono, ci chiedono tempo, di dare sfumature di noi, di fare un investimento. Ein seconda istanza c’è, per la conduttrice televisiva e non solo, la paura di perdere qualcosa per spenderla, condividerla e dedicarla all’altro – da qui emerge chiaro perché la giusta strada a cui fa riferimento nella canzone è quello straordinario e mai scontato contrappeso del darsi senza perdersi.

In ultimo, prima di salutarci, Silvia ci confida esplicitamente che per lei L’amore è un impegno quotidiano. È pensare solo a quella persona e che nel futuro possa esserci soltanto quella; è voler dormire con lei e regalarle quanto non può tornare indietro, le ore, i minuti, gli attimi; è ragionare sia con il cuore, sia con la ragione. Con il cuore nel momento in cui ti devi donare e con la ragione nel momento in cui devi mantenere proporzionati spazi. È soprattutto il rimanere “sani” della coppia, ovvero aiutare il partner, trasmettergli protezione, dare alla prima persona in primis stabilità per offrirla a lui. Quindi è sempre un lavoro di intrecci, se questo si può chiamare ragionamento.

Giulia Quaranta Provenzano

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