Ci siamo, la “Seconda ondata” di Coronavirus sembra sia in procinto di arrivare e molti ospedali, in diverse zone d’Italia, si stanno già attrezzando aumentando i posti letto di Terapia intensiva, riaprendo reparti Covid chiusi a Giugno e preparandosi a un’eventuale seconda emergenza, che si spera, però, non arrivi.
D’altro canto difficilmente, gli esperti pensano si arriverà ai livelli di marzo, tuttavia, visto che l’esperienza insegna, al fine di non trovarsi impreparati la Sanità si sta attrezzando.
Inevitabile a questo punto porsi la domanda di quello che succederà a Tortona, visto che l’ospedale cittadino “Santi Antonio e Margherita” era stato il primo Covid-hospital del Piemonte ai tempi dell’emergenza.
Inutile chiederlo all’Asl di Alessandria, vista la scarsa propensione a dare notizie corrette ai giornalisti e visto che tutte le volte che abbiamo chiesto qualcosa hanno sempre temporeggiato, così ci siamo rivolti ad altre fonti, altrettanto se forse non più autorevoli della struttura sanitaria provinciale, ed è emerso che la volontà è quella di mantenere in funzione l’ospedale com’è adesso senza sbaraccare e trasferire tutti i reparti e l’attività come venne fatto a marzo.
Con ogni probabilità, quindi, a meno di eventi catastrofici e di assurde emergenze al momento non ipotizzabili né preventivabili, l’ospedale di Tortona continuerà la sua normale attività e, in caso di emergenza Covid, verrà realizzato un apposito reparto al pianterreno del nosocomio con ingresso apposito e percorsi autonomi staccati dal resto della struttura.
Al pianterreno del nosocomio tortonese, infatti, non è stato installato praticamente nulla e non a caso: è stato lasciato libero proprio perché in caso di emergenza, in brevissimo tempo, potrebbe essere adibito reparto Covid.
Per Tortona è sicuramente una bella notizia perché si è compreso l’importanza di avere un ospedale “di confine” funzionante ed efficiente in grado di fornire una risposta concreta alle esigenze sanitarie della popolazione.