Quanto la cultura è oggi al centro del progetto di crescita sociale?
Pacifico come tutti, o quasi, riempiano casa di tv e tablet, cellulari, computer di ultima generazione per seguire a qualsiasi ora programmi di svago e simili – o piuttosto talmente leggeri da divenire inconsistenti e non così di rado vicinissimi ad un imbruttito erotismo, oserei voyeurismo, se non addirittura alla pornografia più becera, tuttavia quali i numeri di coloro vorrebbero poter fruire invece di differenti espressioni culturali e pari opportunità per le forme d’arte che nel 2020 vengono considerate amatoriali?
L’arte nella contemporaneità non è elevata ad un lavoro, ad una professione e dunque chi si può permettere di dedicarvisi?
Ci sono persone che sentono il bisogno di fare arte per una crescita personale, altre in quanto la reputano catartica e formativa, altre ancora che sono spontaneamente portate ed abili a dar voce a potenzialità espressive profonde e intellettivamente alte solo se attraverso un testo, un’immagine a lenire dolori, sbloccare disagi e fragilità, smuovere eccessivo pudore e riservatezza, far respirare il bello e la meraviglia.
Sennonché adesso unico requisito che pare essere richiesto per essere ascoltati e un poco in luce è la sfacciataggine che tanto avvicina a determinate lusinghe del ridente mondo dello spettacolo, del pettegolezzo restituendo però in ultimo un falso. Il successo mai dovrebbe giungere cedendo a suggestioni e ad una superficiale fama mediatica per facili guadagni, quanto alla pari passeggera notorietà “di facciata” tipica dei mercenari poiché non edificata su un patrimonio di conoscenza e ricerca, altresì e molto interiore.
Ecco allora come sia, con urgenza, doveroso ed imprescindibile supportare i giovani che sinceramente ambiscono a ricevere insegnamenti davvero artistici e soprattutto far sì che venga riconosciuto e valorizzato concretamente il talento creativo di esseri umani che contribuiscono all’accrescimento, all’ulteriore approfondimento e allo studio di un prezioso “pozzo di San Patrizio” che affonda le radici nelle opere del passato (e nella filosofia, nella letteratura, nella psicologia) – tesoro artistico che l’Italia detiene in larga parte e pur non vi trae ispirazione, non vi pone cura in ispècie in Liguria.
L’estro è generatore di ricchezza delle Nazioni (ricchezza culturale e perfino economica se si sapesse e ci si decidesse di porvi il meritato accento e tutela) e potrebbe ossia ritornare cuore pulsante, nel presente e del futuro, se si sviluppasse un’attenzione sociale e civile, promossa in primis dal Governo e dalla politica, per pittori, fotografi, poeti, attori, cantautori, ballerini e sinceri creativi in genere. Arte che nel XXI secolo potrebbe cioè vivere più che mai di preziosi scambi e stimolanti contatti in funzione del bene comune quale, per esempio, il rispetto per l’ambiente e per i popoli tutti.
Giulia Quaranta Provenzano