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Personaggi Alessandrini: Gian Piero Armano, il silenzio della fede

Gian Piero vede la luce nel 1940 Ordinato sacerdote al ventitreesimo anno d’età è subito di supporto alle più importanti parrocchie della Diocesi d’Alessandria

Ma, Don Armano è conosciuto per essere stato nella Comunità di San Paolo, nell’Europista, arrivato alla fine degli anni sessanta, dopo un’esperienza maturata al fianco del grande Don Antonio De Martini, successivamente in Cattedrale.


La formazione sacerdotale, presso la parrocchia della Madonna del Suffragio, s’è soffermata sui ragazzi, sulle loro famiglie, con essi ha contribuito alla continuazione delle serate culturali del Cinema Aurora, un’area all’aperto protetta dall’adiacente Chiesa, realizzata su progetto dell’ingegner architetto Bartolomeo Gallo, per allietare nelle calde serate estive i giovani, sano luogo di ritrovo per tutti, in uno scorcio di Alessandria incastonato fra gli alti alberi.

L’impegno avuto con la scuola non è stato da meno, insegnate all’Istituto Magistrale della nostra città, è riuscito con parecchi suoi allievi a soffermare l’attenzione su quella parte di storia d’Italia legata al periodo della Resistenza.

Gian Piero, con i suoi studenti, è stato numerose volte in visita ai Campi di Concentramento, con essi ha considerato, sul posto, quanto è stata disprezzata la vita umana, un atteggiamento sentito con profondo dolore, tanto da voler essere sepolto nel cimitero di Capanne di Marcarolo, nel comune di Bosio, a due passi dal luogo ove si è consumato l’eccidio della Benedicta, avvenuto il 6 aprile dell’anno 1944, della cui Associazione, istituita per per non dimenticare, è stato il Presidente.

Il suo compito di essere sacerdote lo ha assolto sempre accanto ai giovani, per loro è stato il confidente, l’accompagnatore, in particolare durante le vacanze estive, fra le montagne di Valtournenche, Gressoney centri di villeggiatura fra le cui stupende valli ha continuato a formare parecchi ragazzi.

Molti ricordano il suo impegno al Circolo La Casetta sempre atteso per una buona parola di cui mai è stato avaro, magari anche per una distesa partita a bocce.

                                                                                                     Franco Montaldo     

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