Qualcuno sul web ha segnalato che, nei giorni scorsi, la stazione di Tortona è rimasta momentaneamente chiusa senza apparente motivo; altre persone, invece, che un treno diretto a Voghera non si è fermato a Tortona ma ha proseguito la sua corsa, altri ancora che sui treni si sta verificando una situazione caotica.

Alcuni di questi problemi sono dovuti alle norme regionali anti-Covid attualmente in vigore, che stanno creando un vero e proprio caos, dove il culmine è stato raggiunto l’altro giorno in una storia che ha dell’incredibile e che andiamo a raccontare perché fornisce l’esatta dimensione della Babele esistente nelle varie zone d’Italia ma, soprattutto, del pensiero di politici e cittadini verso una situazione che sarebbe molto comica se non fosse, invece, estremamente pericolosa.


Per capire meglio cos’è accaduto è necessario fare una premessa: sui treni – ovviamente sempre mantenendo la mascherina – in Liguria e Lombardia è possibile occupare tutti i posti a sedere ma la Regione Piemonte a differenza di Lombardia e Liguria ha di recente reintrodotto il distanziamento sociale consentendo l’occupazione solo del 50% dei posti.

Domenica è accaduto che una signora è salita alla stazione di Genova per prendere un convoglio diretto a Milano e si è seduta normalmente sul treno che era affollato e trasportava tantissime persone. Naturalmente il distanziamento sociale non c’era perché in Liguria, sui treni non è previsto, ma la signora, una volta giunta ad Arquata Scrivia, cioé in territorio Piemontese, si è rivolta al personale ferroviario facendo notare che sul treno affollato non veniva rispettatala norma del distanziamento sociale reintrodotta dalla Regione Piemonte.

Al personale delle Ferrovie a quel punto non è rimasto altro che far rispettare la legge e così il controllore, con l’aiuto ovviamente delle forse dell’ordine, ha fatto scendere le persone che superavano il 50% dei posti a sedere che sono state invitate a prendere un altro treno oppure a salire su un servizio di autobus sostitutivo predisposto dalle stesse Ferrovie che, a quanto pare, li avrebbe portati fino alla stazione di Voghera dove avrebbero potuto risalire su un treno che – a prescindere dal numero di persone a bordo, li avrebbe portati a destinazione, perché in Lombardia (come in Liguria appunto) non esiste il distanziamento sui treni e i posti possono essere tutti occupati.  

Non vogliamo certo stigmatizzare la segnalazione della signora che ha solo fatto rispettare la norme ma una situazione simile appare davvero grottesca: è come se viaggiare “attaccati” ad altre persone sul treno pieno di gente in Liguria e in Lombardia non ci sia rischio e il virus non si “prende” ma in Piemonte bisogna distanziarsi l’uno dall’altro perché il virus, appena varcato il territorio piemontese, zac, ci “zompa” addosso.

Premesso che noi siamo per il distanziamento sociale e troviamo giusto viaggiare con treni al 50% della capienza, una volta che si decide di salire su un treno senza distanziamento ha senso per poche decine di Km far scendere le persone dal convoglio perché non viene rispettato il Distanziamento sociale imposto dalla Regione Piemonte?