Domenica 6 settembre 2020, alle ore 9.45, avrà luogo una commemorazione di particolare intensità per la comunità alessandrina.
Con lo svelamento di una lapide all’esterno, a lato del portone d’ingresso, dell’Istituto “Figlie di Maria Ausiliatrice” di via Gagliaudo di Alessandria verranno infatti ricordate le 41 vittime – tra queste anche 28 bambini che frequentavano l’Asilo – che perirono nel bombardamento anglo-americano del 5 aprile 1945 che si abbatté sull’edificio oltre che su altre parti della Città.
Alla presenza del Sindaco di Alessandria –insieme alle altre Autorità cittadine, ai Rappresentanti locali delle Istituzioni,alla rappresentanza delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma e in osservanza delle vigenti misure di contenimento dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 quali l’uso della mascherina di protezione individuale e il mantenimento della distanza di sicurezza interpersonale – lo svelamento della lapide segna una tappa importante, per quanto dolorosa, di un percorso di consapevolezza storica e civica che merita di essere richiamato.
In primo luogo, la cerimonia di svelamento avrebbe già dovuto svolgersi in concomitanza della esatta data del 75° anniversario del bombardamento (1945-2020), ma il blocco causato dall’emergenza pandemica da Covid-19 in vigore nell’aprile scorso ha costretto a posticipare l’evento.
Ciò non ha affatto affievolito la determinazione dei promotori – l’Istituto “Figlie di Maria Ausiliatrice” con la propria Direttrice Sr. Agnese Borra, coadiuvata dall’Associazione Nazionale Decorati al Valor Civile “Nastro Tricolore” e dal proprio Presidente Provinciale Cav. Roberto Pascoli – nel proseguire l’interlocuzione con l’Amministrazione Comunale affinché si potesse dare il giusto rilievo, anche tramite un’apposita lapide, ad uno degli eventi più tragici della storia alessandrina dell’ultimo secolo.
Si è giunti dunque all’individuazione della data del 6 settembre quando – con il consenso anche della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Alessandria, Asti e Cuneo, rapportatasi nei mesi scorsi con il Servizio Cultura e la Direzione del Settore comunale competente – verrà scoperta la lapide (prodotta dalla Regoli Restauri di Davide Chiapuzzi) collocata sulla parte esterna dell’edificio di via Gagliaudo.
La lapide riporta la seguente dicitura: “A memoria delle vittime innocenti del bombardamento. 5 aprile 1945 – 5 aprile 2020. La Municipalità di Alessandria nel 75° anniversario del tragico evento”.
Vi sono, peraltro, almeno due ulteriori aspetti da evidenziare.
Per un verso, il fatto dell’assoluta tragicità di quel bombardamento di 75 anni fa. Se, infatti, durante il secondo conflitto mondiale anche gli edifici scolastici del nostro Paese non erano stati risparmiati dai bombardamenti – basti pensare ad esempio a quello di Gorla a Milano quando nell’ottobre 1944 quasi duecento studenti, oltre a insegnanti e personale di servizio furono uccise – il bombardamento dell’Asilo di via Gagliaudo ad Alessandria risulta essere l’unico effettuato poco prima della Liberazione, quando ormai era chiaro come si sarebbe conclusa la guerra.
Come viene riportato da Renzo Penna nel volume “Vittime Dimenticate” (ed. Dell’Orso, 2016) così come ripreso a pag. 74-75 dal testo pubblicato in occasione dell’850° anniversario fondativo di Alessandria “Alessandria. La Storia” (ModusOperandi Editore, 2019), le Suore Figlie di Maria Ausiliatrice di via Gagliaudo, nei giorni immediatamente successivi al bombardamento, scrissero una cronaca della casa per narrare questo drammatico episodio nei seguenti termini:
“In questo giorno un brevissimo, ma grande e crudele bombardamento, operato da numerose formazioni bombardiere di anglo-americani, distruggeva quasi completamente la nostra Casa mietendo molte vittime. Durante il mattino sono segnalati due allarmi pericolosi, uno alle undici e un secondo circa a mezzogiorno ed entrambi durano per il periodo di tre quarti d’ora circa. Nel pomeriggio, alle ore quindici, la sirena nuovamente lancia l’allarme pericolo. Sono licenziati i bambini della scuola elementare che credono bene di ritornare in famiglia, mentre si raccolgono nel rifugio con le Insegnanti ed alcune Suore quelli che vogliono fermarsi da noi. I bimbi dell’asilo che dormono nelle aule non sono subito svegliati perché nonostante l’allarme c’è calma e non si ode alcun rumore. Dopo circa venti minuti si percepisce un rombo cupo e lontano di apparecchi. Tutta la casa è in moto; la maestra d’asilo sveglia i piccoli ed attraverso la Cappella li conduce al rifugio, scendono le Suore e si avviano anch’esse al medesimo; alcune allieve e pensionanti si fermano sulla porta della scala; le Novizie si dirigono dalla parte opposta della casa verso il rifugio, mentre alcune che stanno lavorando in refettorio a pianterreno, troncano il lavoro e cercano di scappare.
La Signora Direttrice che si trova con una Novizia in ufficio, esce e scende e si accompagna con la Suora aiutante della Segreteria Ispettoriale, quando all’improvviso si ode un sibilo ed uno schianto orrendo, seguito da due o tre crolli.
La nostra Casa è colpita da parecchie bombe, in diversi punti e precisamente nella parte del fabbricato riservata all’Ispettoria, sul convitto, sulla sacrestia, nel pensionato. Tutte noi che siamo sotto l’atrio di entrata, fra cui la reverenda Madre Ispettrice, siamo avvolte da una densa foschia nera che opprime ed impedisce il respiro. Dopo il primo sconcerto generale, tutte quelle che si sentono salve e libere si danno attorno a liberare quelle che rimangono in parte o del tutto sotto le macerie, per quanto è possibile (…).
Il rifugio, colpito e distrutto per metà, nel momento stesso è di salvezza per diverse Suore, alunne e bimbe, è di scampo per i bimbi dell’Asilo che stavano scendendo le scale insieme a diverse Suore e seppellisce 28 bambini delle scuole elementari e la nostra cara Sr. Teresa Roletti con una pensionante (…).
La nostra casa è irriconoscibile. Il pensionato è quasi tutto pericolante, la lavanderia è distrutta; la Sacrestia, la Cappella, i parlatori, la camera e l’ufficio della Direttrice, quello della segreteria Ispettorale e le camere delle Superiore sprofondati; gli uffici e le camere dell’Ispettoria pericolanti; il convitto in parte sventrato ed il resto o pericolante o con il soffitto in muratura precipitato. Rimane salva la parte della dispensa, dell’infermeria del laboratorio delle Suore, del salone-teatro (…).
A lume di candela e di pila i soldati fra le macerie scavano ed estraggono i cadaveri dei morticini che vengono allineati sui tavoli e sul pavimento della cucina, dell’anticucina e del lavandino.
Il numero complessivo delle vittime del terribile bombardamento è 41″.
Vi è tuttavia un secondo, ulteriore, elemento che l’evento che domenica 6 settembre aiuta a focalizzare.
La solenne commemorazione riguarda un episodio che, pur nella sua totale drammaticità, fa parte della storia “lunga” della presenza delle Suore “Figlie di Maria Ausiliatrice” nella Città di Alessandria proprio presso l’Istituto di via Gagliaudo. Si tratta di una presenza iniziata ufficialmente il 24 agosto 1921, quando le Figlie di Maria Ausiliatrice arrivarono in via Gagliaudo.
Già da alcuni anni le religiose erano ad Alessandria, al Monserrato. I locali, però si dimostrarono inadeguati, per cui occorreva trovare una soluzione più idonea. La vicinanza con la Cattedrale e, soprattutto, con la Scuola “Normale” favorì la scelta dell’edificio: l’Istituto “Vittorio Alfieri”, già pensionato maschile, posto in via Gagliaudo 5all’angolo Via Cremona. Per l’ottobre i locali furono messi in ordine e approntati per ospitare le prime alunne, iniziando così il “Pensionato Maria Ausiliatrice”, che accoglieva le alunne del Corso Complementare e Normale.
Da allora le “Figlie di Maria Ausiliatrice” hanno ampliato il loro raggio di azione venendo via via a rispondere alle esigenze del territorio e dei tempi, alle richieste dei giovani e poter offrire loro quello che don Bosco aveva promesso: aiutarli a diventare “buoni cristiani e onesti cittadini”.
Catechesi, collegio e convitto, colonie estive, biblioteca circolante, casa famiglia, casa di formazione per giovani donne aspiranti alla vita religiosa, scuola di lavoro e di avviamento professionale, corsi di formazione professionale, scuola elementare e dell’infanzia, scuola media e dopo scuola, laboratori serali, oratorio, partecipazione e sostegno alle attività delle parrocchie cittadine, formazione per catechisti, sede diocesana di AFdAC sono solo alcune tra le opere principali che hanno visto protagoniste le “Figlie di Maria Ausiliatrice” coadiuvate spesso da valenti ex-allieve, salesiani cooperatori e laici impegnati.
Se dunque nel corso del prossimo anno 2021 saranno diversi gli appuntamenti con cui le Suore “Figlie di Maria Ausiliatrice” intenderanno promuovere la conoscenza della propria presenza ad Alessandria presso via Gagliaudo, lo scoprimento della lapide il prossimo 6 settembre rappresenta una sorta di “preludio” di consapevolezza civica che caratterizza questo percorso dove fede e servizio, presenza istituzionale e relazione con la comunità da un secolo fanno emergere l’affetto e l’importanza che gli Alessandrini nutrono nei confronti di queste Figlie di don Bosco e di Madre Mazzarello (entrambi nativi del territorio alessandrino).
A conclusione della cerimonia commemorativa del 6 settembre, l’Istituto di via Gagliaudo segnala che, d’intesa con la Diocesi di Alessandria e la Parrocchia di appartenenza (quella del Duomo), verrà celebrata alle ore 10.30 la Santa Messa in Cattedrale (piazza Giovanni XXIII) presieduta ma S.E. mons. Guido Gallese, Vescovo di Alessandria, in ricordo e a suffragio delle vittime del tragico bombardamento di 75 anni fa.
«Con questa lapide – sottolinea il Sindaco – Alessandria aggiunge un ulteriore segno eloquente per ricordare la barbarie e il dramma arrecati dai bombardamenti sulla nostra Città durante il secondo conflitto mondiale: bombardamenti che, con i 559 morti totali provocati, hanno dato il tetro primato alla Città di essere la realtà che, in rapporto alla popolazione, ha registrato in Piemonte la maggiore incidenza percentuale di perdite i civili.
Ciò che successe quel 5 aprile 1945 e che commemoriamo istituzionalmente il prossimo 6 settembre, dopo il forzato blocco pandemico che ci ha costretto a posticipare lo svelamento di qualche mese, non è tuttavia “solo uno” dei tanti bombardamenti che colpirono Alessandria, ma uno degli eventi più luttuosi e, al contempo tragicamente incomprensibili, di cui la nostra comunità fu vittima.
Se infatti ancora oggi ci commuove fino alle lacrime considerare la drammatica morte sotto le bombe di tanti innocenti bambini e bambine che frequentavano l’Asilo di via Gagliaudo, periti insieme a Suore e Personale dell’Istituto, altrettanto ci sgomenta riflettere sul fatto di quando questo bombardamento avvenne: era già il 1945 e da lì a pochi giorni si sarebbe concluso, con la Liberazione, il conflitto bellico il cui esito era già scritto nelle cose e inesorabile.
Queste morti innocenti devono dunque rappresentare, ancora oggi, un forte monito sia contro l’assurdità della guerra e delle guerre, sia a favore di ogni possibile costruzione di percorsi di pace, di concordia e di attenzione ai veri valori della cultura e dell’umanità.
Si tratta di una grande responsabilità che una semplice lapide ha il compito solo di richiamare, lasciando a ciascuno di noi, nei diversi ambiti nei quali operiamo, la scelta dei modi più appropriati per essere al meglio declinata.
Di sicuro, cerimonie come questa rafforzano il senso civico della nostra comunità e ci convincono che i germi di bene, di cultura, di rispetto dei valori fondamentali dell’Uomo che, allora come oggi, sono seminati nelle giovani generazioni (anche) presso questo storico Istituto di via Gagliaudo sono il migliore antidoto per evitare in futuro che si ripetano tragedie come quella di 75 anni fa.
Grazie dunque, pur nel dolore commemorativo di questa cerimonia, alle “Figlie di Maria Ausiliatrice” per aver condiviso – insieme all’Amministrazione Comunale e coadiuvate dalla rappresentanza Alessandrina dell’Associazione Nazionale Decorati al Valor Civile “Nastro Tricolore” – questo progetto e per la vostra disponibilità a fregiare la facciata esterna dell’Istituto di via Gagliaudo di questa lapide: ad imperituro ricordo, per il tempo passato e per la vita di comunità che, insieme, intendiamo costruire ad Alessandria».