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Campanilismo, invidie e divisioni: così non si promuove Tortona e il territorio

Vi siete mai chiesti perché Alba e il sistema che gravita attorno, ha un’economia florida ed è famoso in tutto il mondo mentre Tortona e il Tortonese che forse hanno più attrattive, più storia, più prodotti locali e sono più facilmente raggiungibili, no?

Vi siete mai chiesti perché Tortona, malgrado le sue grandi potenzialità dal punto di vista turistico è rimasta relegata ad un ruolo di secondo piano ed è riuscita persino a farsi “scippare” l’immagine di Fausto Coppi da Novi Ligure dove esiste il museo del ciclismo?


Vi siete mai chiesti perché un’economia come quella tortonese fatta di prodotti unici sul territorio come vino, salame, tartufi, baci dorati e di dama, pane grosso, agnolotti, pesche, ciliegie, formaggio Montebore, fragole, meloni, patate e tanti altri, non è riuscita a sfondare mentre altre città vicine e lontane che hanno un decimo delle nostre attrattive sì?

Vi siete mai chiesti perché con tutti i personaggi storici e famosi che abbiamo avuto (Coppi, Cuniolo, Don Orione, Sarina, Perosi, Bandello, Pellizza da Volpedo e tanti altri) e con tutte le manifestazioni di rilievo che vengono organizzate e malgrado i numerosi musei (Divisionismo, Diocesano, Orsi, Del mare, dei Presepi, dei burattini e a breve anche quello Romano) abbiamo un flusso turistico veramente insignificante?

Avete mai pensato che se Tortona e il Tortonese fossero ubicati in qualsiasi altro Stato (e non soltanto in USA) la notorietà sarebbe planetaria perché pochi territori di provincia possono vantare in così pochi Km una così alta concentrazione di storia, prodotti tipici, personaggi famosi, arte, attrattive paesaggistiche e soprattutto vie di comunicazione?

Sapete perché tutto questo non avviene e l’economia tortonese boccheggia invece di essere florida come accade in zone con molto meno attrattive?

La risposta è una soltanto e la trovate nel titolo di questo articolo: nella nostra zona c’è troppo campanilismo, c’è invidia nei confronti di chi fa qualcosa e soprattutto ci sono profonde divisioni fra soggetti e associazioni che operano sul territorio.

Ad Alba, giusto per ritornare sull’esempio fatto all’inizio di questo articolo, tutti hanno lavorato insieme ed uniti verso un obiettivo Comune, rinunciando a una piccola parte di notorietà personale per avere qualcosa di molto più grande: cioé una florida economia che garantisse loro un futuro, e i fatti hanno dimostrato che avevano ragione.

A Tortona, purtroppo, questo non avviene e gli esempi che si possono fare sono molteplici e interessano tutte le categorie produttive.

Il primo campanello d’allarme sorge quando si scandaglia nel settore vitivinicolo e si scopre che ci sono diverse associazioni che più o meno fanno le stesse cose e, poi produttori che si pavoneggiano più di altri sui social o sui mezzi di informazione portando avanti la loro immagine personale anzichè quella del prodotto da promuovere.

Sempre nel settore vitivinicolo è stato “inventato” il Timorasso, ma che immagine si può dare all’esterno se lo stesso vino prodotto da aziende diverse ha un prezzo che oscilla da 7 a 15 euro a seconda di dove lo si acquista?

Cosa può pensare un turista che arriva in zona vedendo queste profonde diversità?

Non è così che si valorizza il territorio, così come non si valorizza con iniziative circoscritte che coinvolgono soltanto una parte di soggetti, con luoghi affidati solo ad alcuni, escludendo altri, e gli stessi soggetti che lavorano solo promuovendo i loro prodotti e non il prodotto in senso lato, in un’ottica circoscritta a poche persone e coinvolgendo solo gli amici e gli amici degli amici, pubblicizzando le loro iniziative e i loro eventi solo ad un numero circoscritto di persone in ambito locale.

Non è così che si fa. Non è questo il modo per valorizzare i prodotti e le nostre eccellenze!

Se si vuole veramente promuovere un territorio in tutta la sua complessità, nei prodotti tipici, con la storia, i musei, la gastronomia, le manifestazioni e utilizzando spazi pubblici, è necessaria un’azione globale che coinvolga tutti i soggetti e non soltanto alcuni di loro.

Non si può sperare di valorizzare un territorio se non vengono coinvolti tutti coloro che operano sul medesimo e nei vari settori: dai produttori, ai mezzi di comunicazione ai fruitori.

Organizzare eventi senza pubblicizzarli adeguatamente o farlo solo attraverso certi soggetti perché altri ci stanno antipatici, significa pregiudicare l’esito della manifestazione o dell’evento che viene organizzato.

Il settore del Commercio è un altro classico esempio: da sempre diviso in associazioni e sotto-associazioni, incapace di dare vita ad un’azione globale che coinvolta tutti, con Commercianti che arrivano ad inviare comunicati stampa solo ai giornali “amici” e non agli altri, credendo di fare un dispetto ma non si rendono conto che questo è solo un harakiri. dannoso per tutti

Coinvolgere certi soggetti e non altri perché ci stanno antipatici, significa pregiudicare la promozione del territorio.

Solo attraverso l’unione di tutti i soggetti come ha fatto Alba, si potrà dare quel giusto risalto e avere il grande riscontro anche in termini economici che Tortona e il Tortonese meriterebbero, ma purtroppo, come ho detto pubblicamente un anno fa durante un convegno sul turismo, questo non potrà ai avvenire perché tanti tortonesi hanno una visione ristretta, vivono di personalismi, sono campanilisti, vogliono sempre apparire e sono invidiosi degli altri, soprattutto se non fai parte della loro cerchia di amici o della loro “casta”.

Lo avevo esposto pubblicamente lo scorso settembre e a distanza di 11 mesi, purtroppo, devo confermare l’incapacità di tanti tortonesi di lavorare uniti per il territorio.

Non mi riferisco al Comune, alle prese con l’emergenza sanitaria, l’ospedale e tante altre gravi questioni, ma agli stessi operatori e organizzatori di eventi, alcuni dei quali agiscono principalmente per tornaconto personale o solo per avere un’ effimera e fatua notorietà, ignari che essere apprezzati dagli amici è facile, promuovere veramente un territorio e lavorare per il bene comune, è tutta un’altra cosa.

Angelo Botttiroli

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